Capitolo 11

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Il mio istinto mi guida in un punto preciso del bosco. Mi muovo come un fantasma in questo buio che mi copre la visuale.
D'un tratto gli alberi si fanno sempre meno e inizia un viale sterrato.
Mi trovo davanti a quella che sembra una villa gotica dell'Ottocento.
È totalmente immersa dalla vegetazione ed è possibile vederla solo da quando si è molto vicini.

- Perché sono arrivata fin qui? - chiedo a me stessa.

Non riesco a concentrarmi più di tanto, le parole dello Spirito Protettore hanno spazzato via ogni sorta di pensiero che albergasse nella mia mente. Sento solo un vuoto che mi sta sommergendo poco a poco.

La villa mi pare abbandonata.
Poi i miei sensi mi suggeriscono di non fermarmi di fronte all'apparenza e capisco che questo deve essere il tanto ricercato covo dei vampiri.

- Si trattano bene! - dico facendomi scappare un'opinione a voce alta.

Supero un cancello ormai mangiato dalla ruggine e mi appresto a raggiungere il portone di questo strano edificio.
Mi soffermo a pensare al fatto di come vivano diversamente i vampiri rispetto ai licantropi.
I licantropi si accontentano di un banale materasso per dormire, odiano la materialità.
I vampiri al contrario devono essere così superficiali e attaccati ai beni terreni.

Mi sorprendo di preferire senza alcun dubbio lo stile di vita dei licantropi.

Mi faccio coraggio ed entro nella villa. Il silenzio regna sovrano, così come l'oscurità.
Ho paura. Tanta paura.

"Anche tu sei oscura, dimentichi?".

Ignora la voce subdola che mi ha appena parlato e proseguo.
Sembra vuota, magari il mio istinto si è sbagliato.

Trovo delle scale. Percorro ogni gradino con estrema lentezza, sforzando la vista e l'udito.
Non sento nulla, se non il battito del mio cuore impazzito.

Devo trovare Robert, scordo per un attimo il terrore che sto provando e aumento il passo.

Salgo un altro piano, non c'è nulla.
Poi noto che la porta di una stanza, al contrario di tutte le altre, è socchiusa.
Mi sembra come un invito ad entrarci.

È una camera da letto ed è enorme.
Un flebile chiarore riesce a rischiararla di poco, permettendomi di osservarla meglio.
C'è un solo colore che spazia: il rosso.
Il copriletto è rosso, le tende sono rosse, i tappeti sono rossi.

- Pensavi di scamparla ragazzina? Di entrare qui dentro come se nulla fosse? Nelle mie camere?-

Mi volto all'istante e vedo il vampiro Kian a poca distanza da me.

Voglio arrivare subito al dunque.

- So che avete Robert - gli rivolgo la parola seria.

Kian si lascia andare a una fragorosa risata che m'innervosisce alquanto.

- Davvero? - afferma ironico.

Si avvicina alla porta e la chiude, provocando un tonfo che mi fa sobbalzare.
Perché l'ha fatto?
Temo che possa succedere qualcosa.

- Sono la figlia di un vampiro - e mi schiarisco la voce.
- Per metà sono un vampiro. Potrebbe farvi comodo una come me. Potrei unirmi a voi, questo ovviamente in cambio di Robert -.

La seconda parte di ciò che ho detto è una menzogna, ma devo sembrare credibile.

- Mi stai proponendo uno scambio? -

Distoglie lo sguardo da me e poi continua.

- L'idea mi alletta molto, ma Robert non si trova qui -.

Sta mentendo.

- Stai mentendo - urlo.

Subito dopo mi piego in due a causa dei dolori e degli spasmi.Hanno ricominciato a farsi sentire.
Mi aggrappo a un mobile nelle vicinanze per non cadere, mentre un attacco di tosse mi ruba tutto il fiato che possiedo.
Devo calmarmi o moriró qui.
Tacio questo fatto a Kian, non deve sapere che sto per essere divorata da un essere oscuro che ha preso il sopravvento sulla mia umanità.

Cogliendomi alla sprovvista, Kian si fa più vicino e mi sfiora il viso con una mano. Alzo lo sguardo e mi immergo nelle fiamme dei suoi occhi. Il suo luccichio è in grado di assorbirmi.
Il suo tocco calma i miei spasmi e da beneficio al mio corpo debole a causa di queste continue crisi.

Non è possibile.

Smetto di tossire e riprendo un respiro regolare.
Anche Kian si accorge del mio miglioramento istantaneo, è stupito.

"I vampiri non si stupiscono".

Si accosta a me ancora di più e le sue parole diventano un sussurro che riesco ad udire a malapena.

- Non hai l'aspetto di un vampiro -.

Mi distraggo a causa del luccichio.

- Neanche tu - mormoro senza più capire nulla.

I suoi occhi s'infiammano nel sentire la mia ultima affermazione.
Non dovevo dirlo.
Le fiamme nelle sue iridi diventano un incendio indomabile.

- Ah si? - il suo tono è decisamente furioso.

Non mi da il tempo di pensare che le sue mani mi tengono bloccata nella sua morsa fatale, mentre i suoi canini affondano nel mio collo.

Non capisco più niente.

Sta bevendo da me, sta risucchiando la mia anima imprigionata tra la tenebra e la luce.
Voglio urlare, sbraitare fino a lacerarmi le corde vocali.
Mi dimeno, ma i miei movimenti sono ostacolati dalle sue braccia che non mi lasciano scampo.

Solo quando capisco che non c'è più nulla da fare, mi accorgo che questo contatto con lui ha attenuato ogni dolore, facendomi stare quasi bene.

Come è possibile?

La morsa nel petto si è affievolita fino a sparire, la lotta tra la mia parte vampira e quella umana si è improvvisamente placata.
Nonostante senta questo beneficio immenso, mi sento mancare e le gambe stanno per cedermi.
Sto per perdere conoscenza, mi ha svuotata.
Il suo luccichio mi accompagna nell"incoscenza, mentre due braccia mi sostengono per evitarmi la caduta.
Mi sento appoggiare su una superficie morbida. Il luccichio non mi abbandona mai, incombe su di me costantemente.

Poi il nero.

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora