Capitolo 27

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Dove sono?
Dove è andata a finire la mia testa?
E' come se mi trovassi in una bolla di vetro che mi attutisce ogni rumore, ogni movimento, ogni pensiero.
Ho freddo, è molto strano dato che mi sembrava di soffocare dal caldo fino a pochi istanti fa. Vorrei aprire gli occhi ma le palpebre sono diventate pesantissime, come se si respingessero al mio desiderio di volermi risvegliare dall'intorpidimento e da questo stordimento che si sta facendo insopportabile. Percepisco una mano stringere la mia.
- Amelie svegliati ti prego -.

A chi appartiene questa voce soave che vuole destarmi dal mio sonno?
Ho cambiato idea voglio sprofondare di nuovo nel mio letargo e non svegliarmi mai più. Ho come la sensazione che riemergendo dal mio assopimento possa andare in contro a qualcosa di spiacevole. La mia memoria è bloccata, sospesa in un limbo protettivo. Che resti bloccata, che resti perennemente intrappolata in questa incertezza, non voglio ricordare nulla. Voglio solo riaddormentarmi, perdere la cognizione del tempo e dormire per anni. Ancora quella voce che chiama il mio nome. Perché desidera tanto che apra gli occhi? Sto bene così.
Non posso più far finta di nulla, devo riprendere il controllo sul mio corpo e la mia mente. I miei occhi si dischiudono leggermente, quel tanto che basta per scorgere un posto che mi è fin troppo famigliare. Mi alzo di scatto con il busto e faccio schizzare lo sguardo da ogni parte.
- Amelie è tutto finito, puoi stare tranquilla - ancora la stessa voce di prima.
Mi volto velocemente e noto un viso in parte al mio.
- Amelie sono Joanna, ora è tutto apposto! -

Cosa mi sta succedendo?
- Cosa è finito? - domando repentinamente.
- Come è andata la battaglia? - aggiungo subito dopo.
Ecco perché sono distesa qua, incosciente. Sono stata ferita durante lo scontro. Ora però mi pare che sia tutto passato e che il peggio lo abbiamo superato.

-Amelie non ricordi davvero nulla? - Il suo sguardo è torvo, incredulo, quasi disperato.
- Cosa dovrei ricordare? -
Nessuna risposta.
- Dannazione Joanna! Cosa è successo? - la mia sensazione di sconvolgimento sta per prendere il sopravvento.
Ho timore ad ascoltare le sue parole, le sue rivelazioni che fatica a pronunciare. Ormai il limbo protettivo che mi estraniava da tutto si è dissolto e devo fare i conti con la dura realtà che mi aspetta.
- Pensavo che saresti diventata cenere, che saresti bruciata sotto ai miei occhi - i suoi occhi sono lucidi, riesco a percepire il suo dolore.
- Bruciata? -

Bruciata.
E' la parola chiave che provoca una cascata di ricordi nella mia mente scombussolata. Vorrei fermare questo flusso, questo fiume in piena che mi sta inondando, ma non ci riesco. Non voglio ricordare perché significherebbe soffrire e ripercorrere quella scena che vorrei tanto annientare dalla mia testa.
- Eravate incandescenti e poi lui è esploso incendiando tutto ciò che lo circondava. Volevo toglierti dalle sue braccia ma era impossibile, nessuno sarebbe riuscito ad avvicinarsi. Sei stata balzata via appena in tempo, appena prima che tutto scoppiasse. Ti ho raccolta da terra, senza pensare, e ti ho portata via -
Sono in tilt, quello che mi sta dicendo non può essere vero.
- Siamo fuggiti via tutti. Nessuno dei licantropi, per fortuna, si è ferito - Cerco di stare calma, di esaminare attentamente ciò che mi sta riferendo, ma un tremore improvviso si impossessa del mio corpo. Joanna se ne accorge subito, non aspetta neanche un secondo e mi abbraccia, accarezzandomi poi i capelli in segno di protezione.
- Continua - sussurro.
- Anche i vampiri erano inorriditi, nessuno si aspettava una cosa del genere. Non ho idea di come abbiate fatto a sprigionare un tale potere o di come tu sia uscita incolume da quel fuoco divoratore -.
Senza di me non ce l'avrebbe fatta, me l'aveva rivelato lui stesso...
Un panico cieco mi assale, fino ad adesso ho provato a celare l'ansia, l'angoscia, l'inquietudine. A non badare alle immagini che si affollavano nella mia mente. Ho provato a convincere me stessa che, in verità, non era successo nulla, che alla fine lui aveva cambiato idea riguardo al suo piano folle e assassino. Ho cercato di non pensare al suo viso, alle sue mani, al nostro ultimo contatto insieme.
- Basta! Dov'è mio padre? Dov'è Kian? Dimmi cosa diavolo è successo! - grido ormai fuori di me, incapace di mantenere un controllo che ho perso da tempo immemore.
- Te l'ho detto cosa è accaduto! Siamo scappati tutti prima di finire tra le fiamme! C'è stata un'esplosione e c'era il caos, il caos più totale! -
No, non può essere. Ci deve essere altro.
- Tuo padre sta bene, abbiamo portato in salvo anche lui. Ora tranquillizzati - cerca di abbracciarmi con più intensità, ma io scivolo via dalle sue braccia sconvolta.
- E Kian? Che fine ha fatto Kian? -
- Non credo ce l'abbia fatta Amelie... -. Vorrei tapparle quella maledetta bocca e urlarle di smettere di parlare, di continuare a proferire fesserie su fesserie.
- Amelie guardami, ti prego -

No, non voglio guardarti.

Mi prende per le guance con forza, obbligandomi a rivolgere i miei occhi nei suoi dorati.
- Cosa erano quei poteri? Perché centravi anche tu? -
- Possedeva un fuoco, un fuoco sacro. Voleva far cambiar idea ai vampiri, mostrare loro che lo Spirito che dimorava nel fuoco esisteva ancora. Per farlo l'unico modo era liberarlo dal suo corpo e stimolare la sua fuoriuscita grazie al mio aiuto - trattengo qualsiasi emozione, qualsiasi turbamento, qualsiasi cosa che possa farmi esplodere e mandarmi completamente in frantumi.
- Mi stai dicendo che si è sacrificato per noi? -

Sacrificato.

Non le rispondo. Mi alzo dal materasso sgualcito e mi affretto verso l'uscita dell'antro di Joanna.
- Dove vai? -
- Devo andarmene da qui. Ho bisogno di risposte - mi stupisco della freddezza che utilizzo nel risponderle. - Non c'è più nulla da capire Amelie -
- Basta pronunciare il mio nome come se dovessi compatirmi ogni volta! - sbotto non riuscendo più a trattenermi.
Mi si avvicina piano e mi fa una sola ultima domanda.
- Cosa c'era tra di voi? -

Cosa c'era? Cosa c'era? Cosa c'era?

Nulla, non c'è mai stato nulla. Non le rivolgo più parola, lasciando il suo interrogativo insoddisfatto.

**

Corro a perdifiato verso L'Albero Sacro. Una volta giunta di fronte al suo dispetto mi accingo a entrarci. Sono già pronta a riporre in lui tutta la mia fiducia, a vedere tutti i miei dubbi risolversi. Un passo, un altro e vengo sbalzata via contro il terreno compatto e massiccio. Mi rialzo prontamente e riprovo a infilarmi nella cavità del tronco. Vengo scagliata nuovamente a terra.
- Maledizione! - ci riprovo ancora ma niente, l'Albero mi respinge.

"Sono diventata completamente umana".
E' il primo pensiero che mi fulmina ed è anche l'unica spiegazione plausibile. Il fuoco di Kian ha bruciato l'oscurità che dimorava in me, mi ha guarita dal vampiro che mi tormentava. Questo stesso fuoco che mi ha salvata dalle tenebre, si è inghiottito Kian, il suo luccichio, la sua forza e tutto il suo essere che ha lasciato un vuoto impossibile da colmare.

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P.S. Nel prossimo capitolo Amelie prenderà una decisione piuttosto importante..

Auguri a tutte le mie lettrici 🌷

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora