Capitolo 21

1.1K 140 22
                                    

Ci addentriamo nuovamente nel bosco. Muti e soli.
Ognuno sembra viaggiare per conto proprio, quel filo invisibile che pareva unirci si è rotto, dissolto nel nulla. Lo stesso nulla che mi sta prosciugando e riempiendo di dubbi.
Non abbiamo più le parole, neanche i sospiri. Mi trascino dietro ai suoi passi decisi, stanca e lacerata.
La sua freddezza è la netta contrapposizione del calore di cui è impregnato il suo corpo.
Ogni tanto sollevo lo sguardo e mi perdo a osservare la sua schiena.
È come un muro di cemento armato, invalicabile e indistruttibile che cerca di tenere tutti alla larga.
Percorriamo moltissima strada, forse anche più di quella dell'andata. Cammino per inerzia, convincendo me stessa che se mi fermo tutto potrebbe andare peggio.
Un senso di angoscia vuole impossessarsi della mia mente, già debole. È causato dalla sua indifferenza, dalla consapevolezza che non ho trovato mio padre.
Vorrei essere a due passi dall'Albero Sacro, così da potermi immergere all'interno del suo tronco accogliente, lasciarmi cullare dalla voce possente dello Spirito Protettore.
Ho bisogno di risposte.
Più proseguo più la sete di sapere accresce. Sto per valicare il mio limite, percepisco la follia raggiungermi piano. È pronta a impadronirsi della mia ragione per farmi delirare.

Scorgo un bagliore, un riflesso brillante. Siamo giunti davanti a uno specchio d'acqua, un minuscolo laghetto.
- Ti lascio mezz'ora massimo per farti un bagno. Poi ripartiamo -.
La sua voce è gelida.
Mi ha "concesso" di rigenerarmi nelle acque limpide di questo lago che mi sta di fronte. È così invitante.
- Partire per dove? -
Ovviamente la mia domanda non è seguita da nessuna risposta, ma solo da un suo sguardo di sfuggita che mi intima di tacere.
Partire.
Non so se posso ritornare dai licantropi e nemmeno lui può tornare ad essere il capo dei suoi vampiri traditori.
Mi immergo lentamente. So che il suo sguardo non lascia la mia figura, sono in imbarazzo e le mie guance arrossate ne sono la prova.
Lui non entra, non si tufferá lo so.
Sta dritto, fermo sulla riva a controllare che non arrivi nessuno, che nessun attacco ci sorprenda.
Non vuole lasciarsi andare, vuole restare immobile e osservare ogni cosa da una certa distanza, anche me che ora gli do le spalle.
Il freddo umido non mi raggiunge, per questo devo ringraziare le mie "capacita" da vampiro mancato.
Mi tuffo sott'acqua; le mie ansie si placano. Non c'è più il bosco, ne Kian, nemmeno io. C'è solo acqua che mi schiaccia verso il fondale sabbioso.
La mia parte oscura mi permette di stare anche molto più a lungo senza ossigeno. Se potessi stare qua sotto per sempre..
Riemergo e prendo subito una grossa boccata d'aria. Mi avvicino alla riva e poco a poco mi alzo, mostrando il mio corpo minuto.
I suoi occhi sono ancora puntati sulla mia sagoma. Sono imbarazzata, i vestiti mi si sono incollati addosso, mettendo in mostra le "forme" che non possiedo.
Improvvisamente mi sento scoperta, completamente nuda alla sua mercé.
Il suo luccichio mi sta divorando lentamente.
Esco dall'acqua e mi approssimo verso di lui.
I brividi mi scuotono lievemente.
I suoi occhi risplendono, non sembrano crudeli.
Deglutisco piano. La mandibola mi si irrigidisce. Mi sto già pentendo di ciò che sto per fare.
Chiudo gli occhi e poso il mio palmo umido sul suo viso immobile.
I suoi lineamenti si induriscono con brutalità. Scosta la mia mano con una forza che mai aveva usato con me.
Cado a terra, senza difese.
- Smettila ragazzina! Smettila di fare così! - è un urlo arrabbiato e disperato allo stesso tempo.
- Pensavo... - dico tremando.
- Cosa pensavi? Che un vampiro potesse addolcirsi? Con una ragazzina come te? -.
Lo guardo con tutto l'astio che provo.
Le sue parole mi feriscono. Vorrei alzarmi e affrontarlo faccia a faccia, ma resto a terra incapace di muovermi.
- Smettila di guardarmi in quel modo, dannazione! -
- Hai solo paura di ammettere che sei diverso - mormoro mentre sento pizzicare ai bordi degli occhi.
Trattengo tutto però; rabbia, delusione, lacrime.
- Diverso? Perché ho conoscouto te forse? Perché mi hai cambiato tu? - si mette a ridere. Una risata nervosa che mi irrita a più non posso.
- Smettila di farti illusioni! Smettila di pensare alla grotta di tuo padre e a cosa sarebbe potuto stupidamente succedere! Non è successo e non succederà mai niente! - il luccichio è quasi spento, forse adesso intravedo davvero i suoi occhi tingersi di rosso.
- NOI vampiri possiamo accoppiarci solo con una persona in tutta la nostra vita. Pensavi sprecassi il mio tempo con una ragazzina? Con una mezza vampira? Non sarai mai la mia prescelta, mettitelo in testa -.
Le sue parole così taglienti, così dirette, arrivano al centro del mio cuore. Sanguino e nessuno può tamponare la mia ferita aperta. Mi sta dissanguando, senza toccarmi, senza affondare i suoi canini nella mia pelle chiara, semplicemente con il suono della sua voce acuminata che mi sta pugnalando in continuazione.

- Ti disprezzo - ho la forza di affermare.
- Ti disprezzo! - ripeto ancora guardando le sue iridi cattive.

Scappo via, lui non fa nulla per trattenermi. Desiderava che me ne andassi, che mi togliessi dai piedi.
Corro via, da tutto, da Kian che è diventato il mio peggior nemico.
Ho i brividi, perché i miei vestiti sono ancora inzuppati, perché forse quindi un po' di freddo lo posso sentire. Le gocce scivolano via dal mio corpo ancora scosso, dai miei capelli fradici.
Vagabondo tra la fitta vegetazione che mi assorbe, mentre carrellate di pensieri mi piombano addosso.

I miei genitori adottivi, i miei genitori veri, mio padre, mia madre, Kian, Ida, Joanna, Kian, me stessa, Kian, maledizione, Kian, Kian, Kian.

Ei belli che ve ne pare?
Se vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento ☆
A presto miei cari :))

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora