2. Tutto il contrario

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"É tutto il contrario"

Mika

Mi chiudo la porta alle spalle senza guardare Federico in faccia. L'alcol mi annebbia la testa ma mi rendo conto anche troppo bene di quello che é appena successo. Mi passo una mano tra i capelli confuso. Mi butto sul letto matrimoniale decisamente troppo grande per una sola persona.

Apro gli occhi e la luce che entra dalle finestre mi acceca. Faccio sprofondare la faccia nel cuscino. Cerco di autoconvincermi ad alzarmi. Poi come un flashback mi ritornano in mente gli avvenimenti della sera precedente: io che chiedo a Federico di uscire. Il viaggio in macchina. Noi ubriachi. Io che confesso di non amare Andy. Lui che mi dice di non amare Giulia. Lui che mi accompagna a casa. Io che cado in terra. Lui che cade sopra di me. Il bacio. Oh merda.
Non ricordo bene come siamo arrivati all'ultimo punto, nella mia testa é tutto confuso. Non posso aver rovinato tutto così. Magari non si ricorda nulla, abbiamo bevuto parecchio. Quest'ultimo pensiero mi provoca un nodo allo stomaco.
Prendo il cellulare dal comodino ma non c'é nessuna chiamata e nessun messaggio. Neanche da Andreas o dalla mia famiglia. Sospiro. Federico non mi guarderà mai più in faccia e non vorrà più avere niente a che fare con me.

Fedez

Mi fa male la testa. Ieri abbiamo veramente esagerato. In tutti i sensi. Giulia é uscita presto e ora sono solo a pensare e ripensare a quelle labbra sottili sulle mie. A quella risata contagiosa. A quei riccioli ribelli. No, basta. Non posso continuare così devo parlare con Mika. Il prima possibile. Devo dirgli che per me non ha significato nulla... anche se non ci credo nemmeno io. Eravamo ubriachi e ci siamo fatti trasportare dal momento, credo. Sarà d'accordo con me e faremo finta che non sia mai successo niente. A questo pensiero sento il cuore più pesante. Sospiro e mi passo una mano tra i capelli esasperato dal casino che ho in testa. Fisso per un po'il soffitto bianco poi con uno scatto afferro il mio cellulare.

A Mika:
Dobbiamo parlare.

Fisso la schermata per qualche secondo e ci ripenso, cancello il messaggio e rimetto il telefono dov'era. Fanculo.

É passata una settimana dalla conferenza stampa di Xfactor, da quell'uscita e da quel bacio. Vorrei smettere di pensarci ma non lo faccio e inizio a sentirmi un po' in colpa verso Giulia ma non più di tanto. É vero quello che ho detto a Mika, non la amo, non più anche se dovrei. Ma forse non la amavo neanche prima. -Fede tutto okay?- la voce della ragazza accanto a me mi risveglia dai miei pensieri. -Si, certo Giuli- mi affretto a dire con un sorriso forzato. -Sei strano é da giorni che hai la testa da un' altra parte, tutto sta a capire dove- dice accennando una risata. Già, dove... Sorrido ma torno subito serio. Lei alza gli occhi al cielo, sbuffa e si alza dal divano. -Io esco, non aspettarmi faccio tardi- dice e si avvicina per darmi un bacio. Esce di casa e resto solo. Ancora. Ma non mi sento solo perché non c'é Giulia anche se so che dovrebbe essere così.

Mika

So che prima o poi dovró rivederlo ma forse é meglio poi.
Ci penso per qualche secondo. Federico Leonardo Lucia. Quel nome pronunciato nei miei pensieri mi fa sorridere. Non posso continuare a rimandare.

A Federico:
Possiamo vederci? Dobbiamo parlare.

Invio il messaggio senza pensarci. Non voglio parlare della nostra uscita. Faró finta che non sia successo niente. Ma mentre aspetto una risposta divento sempre più nervoso ogni minuto che passa. Mi odia. Ho fatto un casino. Ma lui mi aveva promesso che non mi avrebbe lasciato fare cazzate quindi é anche colpa sua. Sono talmente assorto nei miei pensieri che quasi non mi accorgo dello schermo del cellulare che si illumina. Quasi. Prendo il telefono con uno scatto e faccio un respiro prima di vedere di chi é il messaggio.

Da Federico:
Anche adesso

Sorrido.

Fedez

Il cellulare segnala l'arrivo di una notifica. É un messaggio. Un messaggio di Mika. Il mio cuore inizia a battere più forte e mi do mentalmente dell'idiota ma non posso evitarlo.

Da Mika:
Possiamo vederci? Dobbiamo parlare.

A Mika:
Anche adesso.

Digito la risposta senza pensare e solo l'idea di rivederlo mi fa girare la testa.

Da Mika:
Se vienne tu a prendermi va bene. No ho macchina.

Sorrido e sento il cuore più leggero. Come sarebbe la mia vita senza i suoi errori in italiano?

A Mika:
Tra 10 minuti sono da te.

Metto il telefono in tasca prendo le chiavi ed esco di casa.
Guido un po' troppo velocemente e quando arrivo lo vedo fermo ad aspettarmi con tutta la sua bellezza. Sale in macchina senza dire una parola e senza incrociare il mio sguardo. -Ciao- sussurro. Il suono della mia voce lo fa sobbalzare. -C-Ciao- balbetta sorridendo. Ma non il suo solito sorriso sincero. -Io volio parlare con te...emh- si ferma senza finire la frase. Lo fisso cercando i suoi occhi che vagano ovunque senza mai incrociare i miei.
Guido per un po' lungo le strade di Milano e poi mi fermo davanti a un parco. Sospira rumorosamente e si rilassa.
-Facciamo canzone insieme- dice girandosi verso di me con un sorriso incerto lo stesso sorriso di quando mi ha chiesto di andare a bere qualcosa con lui.
Rimango sorpreso non sembrava una domanda. Sorrido. -Ci sto- dico entusiasta. -Yeeeh- urla alzando le braccia. Scoppio a ridere.-Sai per quanto riguarda la nostra uscita io..- voglio chiarire ma mi interrompe -Tu sa io ero ubriaco no ricordare quasi nulla di nostra uscita, ma idea di canzone no era male- dice con il suo accento adorabile. Lo guardo per qualche secondo. Non ricorda. Non puó non ricordare. -Ah..- dico solo. Diventa serio anche lui e mi guarda negli occhi per la prima volta da quando é entrato in macchina.

Mika

-Sai per quanto riguarda la nostra uscita..- a quelle parole mi pietrifico. -Tu sa io ero ubriaco no ricordare quasi nulla di nostra uscita, ma idea di canzone no era male- cerco di sembrare sincero ma il suo sguardo si congela. -Ah..- sussurra. Lo guardo sorpreso. E i nostri occhi si incrociano.
-Cosa ricordi?- chiede serio senza staccare lo sguardo dal mio. Esito un attimo. -Idea di canzone, tu che mi accompagna a casa e boh...- si capisce che sto mentendo ma il suo sguardo si incupisce ancora di più. -Non ricordi cos'é successo quando ti ho accompagnato?- quella domanda così diretta mi spiazza. -N-no- mi trema la voce. Lui annuisce.
-Tutto bene Fede?- dico appoggiando una mano sulla sua spalla. A quel contatto si ritrae leggermente. E mi sento parecchio ferito. -Si, certo- dice con un sorriso forzato. Mi riaccompagna a casa con la promessa di vederci presto per discutere della canzone. -Ciao Fede ci vediamo presti- dico.
-Ciao Mik- dice con un sorriso sincero ma triste. Vorrei restare lì in quella macchina per sempre a guardarlo negli occhi ma faccio tutto il contrario.

Allora, ecco il secondo capitolo. Spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego. Ahahah

Beautiful disaster ||MidezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora