"Ma é pericoloso spegnere le luci della ribalta se hai paura del buio
Se gli piaci troppo é perché non ti hanno capito
Se gli piaci affatto é perché non ti hanno capito
Essere é non essere conpreso
Il tuo privilegio é l'IVA di un pezzo troppo alto da pagare
Per quanto potrai guadagnare le tue debolezze resteranno un lusso che non ti potrai mai permettere di ostentare
Ci sono giorni in cui rinuncerai al successo, ma ormai é successo"Mika
Mi guarda e sorride. Quel sorriso mi mette ansia. Ora ho paura. Sono qui da solo con lui. Ma perché l'ho chiamato... Evito di incrociare il suo sguardo ma sento i suoi occhi puntati su di me. Uno spostamento d'aria mi avverte che si é avvicinato. Alzo la testa e me lo ritrovo a un centimetro di distanza dal mio viso. -Perché mi hai chiamato Michael?- chiede con tono pacato. Ci penso qualche secondo senza avere idea di cosa rispondere. -Io...emh..non lo so. Scusa, devo andare.- cerco di alzarmi ma mi spinge con una mano e mi fa tornare seduto.
-Stai scappando? Hai paura di me?- chiede e il tono divertito che usa non mi piace per niente.
Non rispondo e resto li a fissarlo incapace di muovermi. Fa uno scatto improvviso e avvicina le sue labbra alle mie, sfiorandole. Istintivamente mi ritraggo e lui assume un'espressione corrucciata. -Mi hai fatto venire sino a qui e poi mi rifiuti?- dice seccato. Si siede sopra le mie gambe e resto paralizzato. Inizia a sbottonarmi i pantaloni mentre mi bacia il collo. Lo spingo via facendolo cadere con la schiena in terra. -Questa me la paghi- dice guardandomi con disprezzo. Mi alzo in piedi e inizio a correre velocemente verso l'uscita del parco. Sento una mano che mi afferra la giacca. Perdo l'equilibrio e cado a terra. Mi prende per i capelli e mi porta la testa idietro per permettergli di guardarmi negli occhi. -Sei proprio un bambino cattivo, lo sai?- chiede prima di darmi un calcio nello stomaco. Il colpo é così forte che mi accascio a terra. -Alzati- dice con tono calmo. Non mi muovo.
-Alzati!- urla. Cerco di mettermi seduto ma appena mi sollevo mi arriva un pugno in pieno volto e cado sbattendo la testa. Poi solo buio.Fedez
Gli ho mandato un milione di messaggi, non ha risposto, neanche una volta. E se gli é successo qualcosa? E se si é fatto del male? Non voglio neanche pensarci. Basta, non posso continuare così. Decido di uscire a cercarlo ma prima chiamo l'unica persona che potrebbe sapere dove si trova Michael.
-Fede?- la voce di Skin suona severa e questo significa che sa tutto. -Ti prego aiutami. Sai dov'é? Ci hai parlato? Cosa ti ha detto?- chiedo preoccupato.
-Fede calmate!- il suo tono si é leggermente addolcito. -Ti prego- sussurro disperato. -Lui molto deluso e ferito. Tu sei stupido e io no volio aiutarre te!- dice alzando la voce. -Non posso perderlo. É stata Giulia a baciarmi e non so cosa mi é successo. Devo parlare con lui. Io lo amo, Skin. Lo amo veramente.- le lacrime iniziano a rigarmi le guance. Qualche attimo di silenzio mi fa capire che ci sta pensando. -No saperre dove é lui. Ma quando ha chiamata me era a cassa sua. Conosco lui benne e orra sarà ubriaco quindi ti apre la porta.- dice. -Se tu lo fa soffrire te la vedi con me- aggiunge con un tono fintamente minaccioso che mi fa sorridere. -Grazie- dico. Chiudo la chiamata ed esco di casa il più velocemente possibile.
Arrivo davanti al suo appartamento e inizio a bussare alla porta. -Mik ,cazzo, apri! Ti prego! Dobbiamo parlare!- urlo dando colpi sempre più forti. Il silenzio che sento mi fa capire che non é in casa o...gli é successo qualcosa di brutto. Scendo le scale del palazzo di corsa pensando dove potrebbe essere e cercando di ignorare i pensieri negativi.
Passo davanti a un parco e sento qualcuno che urla. "Alzati!". Mi si gela il sangue nelle vene. Quella voce. Cazzo. Corro all' interno del parco e vedo un ragazzo biondo di spalle e una figura alta sdraiata a terra, sembra priva di sensi. Non ci metto molto per riconoscere i due ragazzi e rimango pietrificato. -Stai lontato da lui!- urlo quando vedo che si avvicina al corpo di Mika.
Si gira di scatto e sgrana gli occhi. Michael non si muove. Cammino verso di lui e senza pensarci do un pugno sul naso di Andreas. Preso alla sprovvista cade e inizio a riempirgli la faccia di pugni. Il suo naso perde sangue e lui cerca disperatamente di coprirsi la faccia con le mani. -Ti avevo detto di non avvicinarti mai più a lui!- urlo senza smettere di picchiarlo. -Fede! Stop please!- mi blocco sentendo la voce di Michael. Mi giro e sta cercando di alzarsi. -Please basta. L'ho chiamato io!- dice con occhi lucidi. Lo guardo sorpreso. Mi alzo e Andreas sospira sollevato, alzandosi subito dopo di me.
-Perché?!- chiedo quasi urlando.
Lui mi guarda impassibile.
-Perché io mancare lui- dice Andreas sorridendo compiaciuto nonostante il viso massacrato dai miei pugni. Mi giro e lo fulmino con lo sguardo. Va verso Mika, che é ancora in ginocchio, e gli mette un braccio sulle spalle. Mika si irrigidisce visibilmente
-Vero Mik?- sussurra vicino al suo orecchio. A sentire quel soprannome non riesco più a controllarmi. Gli do un ultimo pugno in pieno volto e cade a terra. -Oh my God!- urla Mika spaventato. -L'hai voluto tu! Io ti avevo avvertito- dico rivolto ad Andreas che probabilmente e svenuto e non mi puó sentire.
-Sei pazzo!- urla Mika verso di me. Si avvicina a lui per controllare che sia vivo. Si risiede a terra e si prede la testa tra le mani. -Quanto hai bevuto?- chiedo alzando un sopracciglio.
-Riesci ad alzarti?- chiedo preoccupato. -Va via- dice secco.
-Ti aiuto- sussurro.
Lo accompagno a casa. Lui si aggrappa a me per restare in piedi. Lo faccio sdraiare sul divano. -E Andreas?- chiede. -Se la caverà da solo- dico secco. Lui annuisce. Prendo del ghiaccio e glielo metto sulla guancia dove Andreas l'ha colpito. Lui sussulta.
-Ti fa male?- chiedo. -Si- dice piano e vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime. -Ti prego va via- sussurra. -Non posso lasciarti solo. E ho parecchie buone ragioni. La prima é che ti amo. La seconda é che ogni volta che ti lascio scappare cerchi di ucciderti. E forse non sono poi così tante ma sono importanti- dico alzando le spalle. Lui mi guarda in un modo indecifrabile, a metà tra ferito e deluso. Sospiro rumorosamente. -Voglio solo prendermi cura di te per stanotte. Poi se domani vorrai che me ne vada, dopo avermi ascoltato, allora lo faró.- dico cercando di convincerlo. Ci pensa qualche secondo. Poi sgrana gli occhi. -Fede...io deve vomitare- sussurra. -Tu, cosa? Oh si certo!- lo aiuto ad alzarsi e lo accompagno in bagno.Mika
Dopo un'ora inizio a sentirmi meglio. Fede mi resta accanto e si prende veramente cura di me.
Sono stanchissimo e il mal di testa non mi lascia in pace.
-Stai un po' meglio?- chiede con dolcezza accarezzandomi i capelli e per un po' riesce anche a farmi dimenticare perché sono arrabbiato con lui. Anzi ,forse, arrabbiato non é la parola giusta per esprimere come mi sento. Credo che deluso, ferito e distrutto siano più adatte.
-Sono stanco- dico piano. Si alza dal divano e mi porge la mano.
-Vieni- dice accennando un sorriso. -So camminare da solo- dico seccato. Mi alzo ma un capogiro mi fa barcollare. Fede mi mette un braccio intorno alla vita. -Forse é meglio se ti aiuto- dice serio. Quando affondo la faccia nel cuscino mi sento subito meglio. -Buonanotte- sussurra. Mi giro e vedo il suo volto illuminato dalla luce della luna. Mi da un bacio tra i capelli e fa per andarsene. -Tu va via?- chiedo sentendomi già solo in quel letto. -No, non ti lascio solo. Dormo nel divano.- dice incerto.
Sorrido impercettibilmente.
-Resta qui...ti prego- sussurro con voce roca. Non se lo fa ripetere due volte e si infila sotto le coperte accanto a me. -Sai certe volte non riesco proprio a capirti- dice sorridendo allegro e stringendomi in un abbraccio.
-Prima mi chiedi di andare via e poi mi preghi di restare- mi guarda negli occhi. -É che ti amo troppo- sussurro con un velo di tristezza nella voce. Per quanto mi sforzi non riesco a non sentirmi protetto tra le sue braccia.