Cap 15 Nuove esperienze

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Come mi aspettavo, oggi non ho visto Nathan per tutto il giorno, visto che sto da sola sono stata oberata di lavoro, verso le cinque squilla il telefono

<<Buona sera ufficio del sig. Green sono Sofia, come posso aiutarla?>>

<<Mmm... Che voce professionale ed immensamente arrapante piccola, mi è venuto duro solo ad ascoltarla>>

Scoppio a ridere <<Sono un ottima segretaria io cosa credi>>

<<Lo so, anche per questo ti ho assunto piccola>>

<<Anche...?>>

Perché ha detto anche, cos'è che non mi dice?

<<Nathan che vuol dire anche?>>

<<Sofia non vuol dire niente, ho solo sbagliato ad esprimermi, niente di più, stai tranquilla>>

<<Faccio finta di crederti, per il momento, anche perché di certo, non è una conversazione che va affrontata al telefono, comunque come mai hai chiamato, ti serve qualcosa?>>

<<No, volevo solo dirti, che non riesco a rientrare in ufficio per le sei, quindi ci vediamo direttamente alle sette sotto casa tua, se per te va bene?>>

<<Si va bene>>

<<Perfetto, volevo anche dirti di portarti il documento, serve per la registrazione e per la sicurezza, senno non puoi entrare>>

<<ok, tanto lo porto comunque sempre con me>>

<<Ok allora, a dopo piccola>>

<<A dopo Nathan>>

Dopo che ho messo giù la cornetta, ritorno a lavorare, ma proprio non riesco più a concentrarmi, mi ritornano sempre in mente le sue parole "Anche per questo ti ho assunta", "Anche", cosa voleva dire? Nathan è una persona estremamente controllata e lo è anche quando parla, quindi non avrebbe mai sbagliato ad esprimersi, come dice lui, stasera ho intenzione di parlargli, per avere delle spiegazione e spero per lui che siano convincenti ed esaustive.

Finisco di lavorare e torno a casa, non ho neanche il tempo per fare una chiacchierata con le mie amiche, visto che sono già le sei e mezza e tra mezzora , devo essere pronta. Vado subito ha farmi una doccia, mi trucco, poi tocca ai capelli, li lascio sciolti, poi resto quasi dieci minuti per decidere cosa indossare, ma mi rendo conto che non ho nulla di adatto, Cavolo! Cosi chiedo alle ragazze di aiutarmi, dopo soli tre minuti, indosso un bellissimo vestito rosso sangue, che fascia meravigliosamente il mio corpo, l'unico difetto che ha e che per i miei gusti è un po' troppo corto, quasi dieci centimetri sopra il ginocchio, ma non ho altra scelta, alle sette precise bussano al citofono.

Appena scendo in strada lo vedo, che spettacolo, è vestito in un misto di elegante e sportivo, ha dei jeans scuri, una camicia azzurro chiaro senza cravatta e sopra indossa una giacca blu scuro, ma come si fa ad essere così belli.

<<Sofia sei bellissima, questo colore ti sta benissimo>>

<<Grazie, anche tu stai molto bene, ma secondo te il vestito, non è troppo corto>>

Lui mi guarda dalla testa ai piedi, poi scoppia a ridere

<<Scusa posso sapere perché stai ridendo?>>

<<Non hai proprio idea di dove ti sto portando, vero?>>

<<No!>>

<<Per dove stiamo andando, il tuo abbigliamento va benissimo tranquilla, ti assicuro che vedrai vestiti molto più corti dei tuoi, ad un certo punto non si indosseranno neanche>>

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