CAPITOLO 18: Elisa

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Il nostro rapporto ci mise una settimana a degenerare. Il nostro rapporto ci mise una settimana a esplodere bruciandoci la pelle e lasciandosi una ferita profonda nel petto.
Dopo il nostro siparietto passionale dove io scoprii di avere delle doti da porno diva, e dopo il nostro siparietto da tipici fidanzati dove lui si mostrò per l'uomo ideale che tutte avrebbero voluto avere accanto, la nostra amicizia, o qualunque cosa fosse diventata, sembrava avesse preso una piega che sarebbe sfociata nella tragedia. Ogni giorno mi sembrava di perdere un pezzetto di lui. Un pezzetto di noi.
Lunedì smise di baciarmi. Martedì smise di sussurrarmi parole spinte all'orecchio. Mercoledì smise di toccarmi. Giovedì si rintanò in camera sua rifiutando la nostra solita serata di chiacchiere. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non mi parlava più. Era così freddo e distante. Credetti di aver sopportato abbastanza questo suo comportamento. Ora volevo spiegazioni, perché anche se questa volta non mi aveva mancato di rispetto, anche uno stupido avrebbe capito che stava facendo di tutto per allontanarmi. Be, questa stronzata non avrebbe funzionato questa volta.
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Venerdì dopo le lezioni andai ad aspettarlo in camera sua. Non poteva più scapparmi. Sentii la porta aprirsi, feci un bel respiro e ripassai tutto il discorso che mi ero preparata in testa.
"Perché non mi tocchi più?" Non era questo il mio discorso. Ma fu la prima cosa che mi passò per la testa appena il suo corpo fece capolino nella stanza.
"Bambi mi hai spaventato! Che ci fai qui?"
"Rispondimi Ryan. Perché non mi tocchi più?"
"Bambi sono molto stanco, le lezioni mi hanno prosciugato, ne possiamo parlare domani?"
"No! Adesso tu ti siedi e ne parliamo adesso! Non mi farò ignorare un minuto di più!" La rabbia stava crescendo in me come un mostro che volesse impossessarsi del mio cervello.
"Bambi mi fai paura. Va bene. Parliamo." Almeno avevo attirato la sua attenzione.
"È quattro giorni che mi ignori. Ti sei già stancato della mia presenza?"
"Ehi, io non ti sto ignorando!"
"Ah giusto, ti stai solo trattenendo. Mi tratti come una qualsiasi ragazza, di certo non come una che hai visto nuda!"
"Di solito le tratto peggio quelle che vedo nude, e lo sai benissimo anche tu!" Ok, su questo punto aveva ragione.
"Ok, allora diciamo che stai palesemente cercando di allontanarmi. Perché? Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"Che? No, oh mio Dio Bambi, no! Non lo devi mai pensare con me!" La sua voce era sincera. Ma allora perché faceva così?
"Allora che stai facendo? Hai ottenuto solo un misero pompino! Pensavo che prima di buttare via una ragazza almeno volessi usufruire del pacchetto completo!" La furia nei suoi occhi mi fece venire voglia di rimangiare quello che avevo appena detto.
"È questo che pensi di me? Credi che io sia un maiale approfittatore? Dio Bambi pensavo che avessi superato questi pregiudizio! Ti ho dimostrato che con te non sono così! Sei l'unica di cui mi importi qualcosa cazzo!" Faceva avanti indietro per la stanza e si passava una mano tra i capelli in un gesto quasi maniacale.
"Allora perché ti comporti così? Se ti importasse qualcosa mi terresti vicino a te, imbecille!"
"È proprio perché tengo a te che mi comporto così! Cazzo Bambi apri gli occhi! Non vedi che non sono fatto per te?"
"Questo lo devo decidere io e non tu!" Ma chi si credeva di essere?
"Cristo Bambi a te serve qualcuno che ti dia stabilità, qualcuno che sia disposto ad aprirti il suo cuore. Io non lo sono! Io non ti posso aprire il mio cuore perché non ne ho più uno!" Dio, il dolore nei suoi occhi fece vacillare per un attimo le mie intenzioni.
"Tutti abbiamo un cuore. Tutti meritiamo qualcuno che se ne prenda cura."
"Io no! Se solo sapessi cosa ho fatto. Che ragazzo sono in realtà. Non mi guarderesti più con quegli occhi imploranti."
"Non mi importa. Non mi importa." Ero seria. Volevo lui anche senza conoscere il suo passato.
"Se solo sapessi..non diresti così. Se solo sapessi.." Gli presi il volto tra le mani e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
"Guardami! Non me ne frega un cazzo del tuo passato. Non me ne frega un cazzo di quello che hai fatto. Hai ucciso un uomo? Hai tradito qualcuno? Hai dato fuoco ad un appartamento? Non me ne frega un cazzo! Io voglio il tuo presente!" Mi tolse le mani dal volto e si allontanò da me!
"Stai sparando un mucchio di cazzate! Ma ti senti quando parli? Non sai cosa dici!"
"Invece lo so, porca puttana! Lo so perché mi sono innamorata di te!" Le mie parole sembravano aver smosso qualcosa. Ma poco dopo i suoi occhi tornarono duri come prima.
"Non sai cosa stai dicendo! Sei solo infatuata perché sono il primo ragazzo che ti fa sentire certe cose! L'amore é tutt'altra cosa, cazzo!" Stava cercando di psicanalizzarmi?
"Io so cos'è l'amore! Provo amore per mio padre. Provo amore per mio fratello!"
"É un altro genere di amore! Non sai cosa vuol dire amare qualcuno così tanto da morire dentro quando questa persona decide di non far più parte della tua vita! L'amore è un sentimento di merda. Ti divora e ti abbandona nel momento in cui stai soffrendo di più!" Oh no, forse avevo capito tutto il suo astio nei miei confronti. Mi sentii morire.
"È questo quindi. È per questo che mi stai urlando contro?"
"Cosa?" La sua faccia era un enorme punto di domanda.
"Una ragazza ti ha spezzato così tanto il cuore che tu non vuoi più donarlo a nessuno?"
"Ma sei impazzita? Non ho mai donato il cuore a nessuna! Di certo non dopo quello che ci ha fatto mia madre con il mio cuore, non credo ci sia ancora molto da donare!" Sbiancò. Cappi che aveva detto fin troppo rispetto a quello che voleva dirmi.
"Ryan non mi interessa se tua madre è una stronza io.." Fu su di me in un lampo sbattendomi contro il muro e bloccandomi con il suo corpo.
"Tu non la conosci! Non ti permettere di parlare di lei così!" Da questa distanza ravvicinata sentivo la rabbia uscire da ogni suo poro andandosi a mischiare con la mia. Mi venne voglia di baciarlo ma lui capii e si scostò.
"No! Non voglio la tua pietà! Non mi serve qualcuno che ricucia le mie ferite! Tu non sei nessuno per avere questo potere su di me!" Si pentii subito delle sue parole, ma ormai era troppo tardi.
'Non sei nessuno' .
Mi riecheggiava nella testa senza dare spazio a nessun altro pensiero. Ero immobile. Svuotata. Ora sembrava a me di non avere più un cuore, me l'aveva appena strappato lui.
"Non so in quanti pezzi si possa spezzare un cuore. Ma tu detieni il record, tranquillo."
"Bambi, io non intendevo quello Bambi..io.." Si stava avvicinando. E io indietreggiai.
"Non ti avvicinare! Sarai contento adesso no? Mi hai fatto soffrire come volevi!" Non piangere. Elisa non dargli questa soddisfazione.
"Bambi sono solo incazzato. Non penso a quello che dico. Tu sei importante. Bambi ascolta tu sei.." Non doveva continuare. Non poteva intenerirmi oltre.
"Basta! Hai già chiarito che io sono inutile nella tua vita! Sono così inutile che non vuoi neanche condividere il tuo presente con me! Non voglio sapere neanche del tuo passato e tu non ci dai neanche una possibilità? Mi fai schifo! Ecco cosa penso di te!" La rabbia aveva preso il sopravvento.
"Non lo pensi davvero!"
"Invece si! Sei solo uno schifoso che voleva scoparmi! Alla fine ti sei accontentato di un pompino. Evidentemente era il miglior pompino della tua misera vita da squallido puttaniere! Ecco cosa sei! Un puttaniere! Spero che un giorno troverai qualcuno che ti faccia sentire come mi sento io adesso!" Non riuscì più a trattenere le lacrime.
"Non fare così. Bambi non mi trattare così!"
"Non mi toccare! Io ti tratto come voglio! Mi hai urlato contro fino ad adesso. Ora è il mio turno! Mi avevi promesso che non mi avresti mai fatto cadere! Ora sto precipitando e tu non vuoi salvarmi!" Ero un fiume in piena. Ma non mi importava più.
"Non posso salvare te se non riesco neanche a salvare me stesso! Lo sto facendo per il tuo bene! Perché cazzo non vuoi capire?" Anche i suoi occhi erano lucidi, o forse era la mi vista offuscata dalle lacrime.
"Oh tranquillo hai reso perfettamente l'idea! Addio Ryan. Spero che risolverai i tuoi problemi un giorno. Ognuno merita la felicità!" E mi diressi alla porta. Mi chiamò. Mi afferrò per in braccio. Si aggrappò alla mia caviglia. La sua voce era rotta da un pianto isterico. Mi faceva piacere che non fossi l'unica a soffrire. Non dovevo voltarmi. Non dovevo vedere in che condizioni era o avrei ceduto e questa volta non doveva averla vinta lui.
'Non sei nessuno'
La mia testa era ancora satura di queste parole. Guidata da questa frase me lo scrollai di dosso e uscii sbattendo la porta. Mi ritrovai davanti una Valentina bianca in volto e Liam con una faccia tanto brutta come quelle di Vale.
"Vado a vedere come sta." Liam si dileguò nella stanza di Ryan.
"Vieni qui raggio di sole." Andai da Valentina e mi feci cullare come se fosse la mia mamma. Mi accarezzò i capelli, mi sussurrò dolci parole, ma non riuscii a calmarmi.
Mentre io cercavo di riprendere il controllo della mia sanità mentale giunsero al mio orecchio nuove urla. Liam e Ryan si stavano prendendo a parole, ogni tanto si sentivano dei rumori sordi, ero quasi sicura che stesse spaccando tutto. Forse avrei dovuto farlo anche io. Sembrava così fragile, arrabbiato, insicuro, volevo porre fine a questa tortura.
"No. Si merita tutto questo. Vieni, hai bisogni di riposare. Ok?" Vale aveva ragione. La presi per mano e mi lasciai accompagnare in camera. Mi addormentai poco dopo, tra lacrime amare, urla, sensi di colpa e con l'immagine di due occhi di ghiaccio che mi imploravano di essere salvati.

Non Ti Lascio CadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora