CAPITOLO 38: Elisa

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Erano cinque giorni che nevicava ininterrottamente, ovviamente questo tempo non mi dispiaceva affatto. Mi aveva fatto scoprire un lato di Ryan che mai avevo visto. Ok, odiava la neve e si vedeva lontano un miglio, ma quest'odio durò tipo tre ore, diciamo che il sesso su quel manto bianco aveva parecchio aiutato!
"Arriva una mega palla di neve!" Vale mi riportò alla realtà. In questi giorni ci impiegavamo il doppio del tempo ad andare e tornare dalle lezione e credo che il motivo era più che ovvio.
"Non riuscirai a prendermi!" Iniziai a correre nella direzione opposta alla sua, ma due forti braccia mi braccarono schiacciandomi contro un cappotto gelato.
"Lasciami Ryan. Questo è barare!"
"Questo è divertirsi, colpisci Vale!" Mi riempirono di neve. Ero bianca dalla testa ai piedi, il cappotto era totalmente zuppo per non parlare del cappello che mi era caduto mentre dimenavo la testa come una pazza per schivare le mille palle che mi stavano lanciando. Grazie a quella idea geniale ora avevo pure tutti i capelli bagnati, erano passati dal mio tipico castano al bianco candido, sembravo una vecchia.
"Ho sempre avuto un debole per le bianche." Il sorriso di Ryan era quello tipico da super ragazzo sexy che usava con tutte, ma a me regalava anche quella mini fossetta nascosta e quindi..mi eccitava sempre al massimo.
"Ah, ma davvero? Sai..anche io ho un debole..per i ragazzi tutti bagnati!" Presi una manciata di neve fresca e gliela spalmai su tutta la faccia. Il mio piccolo Babbo Natale.
"Non la passerai liscia. Lo sai anche tu!" Mi rincorse per tutto il campus. Dio, ero davvero fuori allenamento perché quando mi raggiunse ne ero più che grata. Avevo la lingua a penzoloni e il fiato corto.
"Sei mia!"
"Questa punizione mi piace, molto." Mi disegnai un sorriso malizioso sul viso che non tardò a ricevere la risposta che cercavo. In poco tempo eravamo una bocca sola, una lingua sola, un corpo solo che rotolava al suono delle nostre risate. Mi sarei potuta abituare a questa vita. Felice. Spensierata. Viva. Peccato che le sfide, per me, non erano ancora finite.
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"Cosa intendi precisamente con ultima seduta?" Ero un fascio di nervi da quando mi ero seduta a quella diavolo di poltroncina. Non solo perché davanti a me sedeva una donna super incinta che avrebbe potuto partorire da in momento all'altro, il vero motivo della mia ansia era l'espressione che Nina aveva assunto dal primo momento in cui avevo messo piede in quella stanza.
"Elisa, respira, non ti sto mica mandando alla gogna!" Infatti era molto, molto peggio. Praticamente mi stava lasciando in mezzo a una strada, dopo tutti i progressi che avevo fatto. Ero sicura di me, padrona del mio corpo. Mi specchiavo e riuscivo a vedermi veramente. I miei grandi occhi verdi, le mie labbra rosse dai troppi baci rubati e i miei lividi, che ormai erano diventati un marchio lontano. Mi aveva dato forza. Forza di reagire e prendermi ciò che mi spettava, forza per lottare contro i mille demoni che mi possedevano, forza per accorgermi che avevo davvero bisogno d'aiuto. Addirittura mi aveva convinto a prendere le medicine per il sonno, e ora? Ora la favola era finita e io sarei ricascata nel mio turbinio di depressione.
"Non puoi farmi questo. Io sono cresciuta qui dentro, sono cambiata, migliorata. Sto davvero cercando di tornate a vivere e adesso, proprio adesso, tu mi molli? Come credi che possa sopravvivere?"
"Eli non è una cattiveria nei tuoi confronti la mia, vedila come un'ultima sfida per l'anno che ormai sta per finire."
"No! Come ti permetti di dirmi che è un ultima sfida? Questa è una tragedia! Mi abbandoni da sola con i miei problemi!"
"Pensaci, sei davvero sola in questa guerra?" Le sue parole andarono dritte al punto. Ero così presa dalla paura di perdere la fautrice dei miei miglioramenti che quasi mi dimenticai che lei non era altro che un mero strumento con cui ero arrivata dove ero allora. Ryan, Vale, Liam e tutti gli altri erano stati i tasselli più importanti del mio cammino. Mi avevano sempre teso una mano, non mi fecero mai rimanere indietro, erano la mia ancora e la mia casa. Erano la mia famiglia e io me ne stavo dimenticando.
"No. Non sono sola." Abbassai gli occhi sconfitta.
"Elisa ci sono vette che solo tu puoi scalare. Ne io, ne nessun altro potrà darti una mano perché è una sfida contro te stessa. Hai fatto molti progressi e molti altri ne dovrai fare. Ti dirò che non sarà per niente semplice, ma io so che sei forte e soprattutto so che ci sarà sempre qualcuno pronto a non lasciarti cadere." La mia mente corse subito a Ryan. Al suo viso. Al suo sorriso. Alle sue forti mani. Mi aveva promesso di non lasciarmi mai, e così fu. Certo, avevamo i nostri alti e bassi e le nostre animate discussione ma nulla avrebbe mai potuto scalfirci e soprattutto non c'era niente che non si potesse risolvere con del gran bel sesso!
Ok, questo pensiero era meglio tenerselo per se.
"Quale sarà il mio ultimo compito?"
"Hai imparato tanto. Hai scoperto il perdono, la volontà di rialzarti anche dopo le ferite più profonde, hai imparato che il passato è passato e che è meglio porlo in un cassetto nella nostra memoria. Hai fatto passi da gigante, ma c'é una cosa che ancora non ti è riuscita.." Lasciò la frase a mezz'aria e mi squadrò dalla testa ai piedi. Cazzo, sapevo benissimo dove volesse andare a parare.
"Vedo che indossi ancora i vestiti di Ryan.." Ok, lo devo ammettere, non riesco a separarmene. Inizialmente mi ripetevo nella testa che non era per via dell'incidente, ma per il profondo amore che nutrivo per lui, ma questa tesi durò tipo..tre ore. Il problema non era tanto togliermi questi vestiti, ma rientrare in quelli vecchi. Avrei visto la stessa ragazza forte, oppure mi avrebbero dato il colpo di grazia? Mille domande affollavano la mia testa, e io, non avevo la risposta per nessuna di loro.
"Mi piacciono. Sono parte della nuova me oramai."
"Bella scusa, ma credo tu possa fare molto meglio!" Beccata!
"Ok, mi danno sicurezza. I miei abiti metterebbero in risalto troppo e potrei ricadere negli stessi errori e potrei ritrovarmi a una festa, ubriaca, dopo un litigio con Ryan a non essere più padrona di me stessa e.." Stavo iperventilando. Nina mi strizzò la mano nella sua.
"Non credo proprio. Solo il fatto che ti sia venuto in mente è segno di forte maturazione. Eli non ti sto dicendo di andare a una festa e ubriacanti fino allo sfinimento, ma di compiere piccoli passi verso l'Elisa di un tempo."
"La nuova Elisa non basta?"
"Non ti manca un pezzo di te? Del tuo essere..te?" Eccola che iniziava con uno dei suoi viaggi filosofici. Quando partiva con monologhi del genere non prestavo mai attenzione. Tanto sapevo che avrebbe centrato il punto e che le avrei dato ragione.
"Mi stai consigliando un mix di me stessa?"
"Ti sto consigliando di uscire da quella porta e iniziare a vivere inspirando a pieni polmoni tutto quello che potrà regalarti." Vivere. Una parola così semplice, un gesto così naturale. Da quando veniamo al mondo siamo programmati per farlo. Ogni nostro respiro, vagito, lamento, lacrima e risata è in funzione della vita che ci aspetta. Possibile che la mia si sia fermata? Possibile che nonostante i miei progressi, io fossi ferma ancora ad un bivio? Non bastava l'amore di Ryan? Non bastava la mia forza di volontà e il mio impegno? Mancava davvero qualcosa a tutta quella felicità che stavo assorbendo in quei giorni? Sempre più domande prendevano il posto di altre, rimanendo anch'esse senza risposta. Vi era solo un modo per porre fine a quel turbinio di pensieri.
"Vivere." Stavo accentando la sfida, anche se ero sprovvista dei mezzi giusti per vincerla.
***********

Mi sentivo male. Ma chi me l'aveva fatto fare? Ero di nuovo imbambolata davanti ai miei vestiti con il stesso tremore alle ginocchia di mesi fa. I vestiti di Ryan erano così comodi, perché dovevo separarmene? Oh, già, era il prossimo passo nella mia lenta guarigione. Ormai erano passati due mesi, avevo superato paure ben peggiori di un paio di gambe fasciate nei collant. Forza Elisa!
"Che diavolo stai facendo?" La voce di Vale mi distoglie dai miei pensieri facendomi sobbalzare.
"A te che sembra? Sto mettendo la parola fine alla mia guarigione."
"Cosa vuoi dire." Vale aveva una faccia sconvolta. Oddio, ma che diavolo stava pensando?
"Ehi, ehi, mica voglio togliermi la vita! Sono stata da Nina è ha detto che ha fatto tutto il possibile per aiutarmi, sono praticamente fuori dal 'terrore post trauma'. C'è solo una cosa da fare.." Mi rigiro verso l'armadio con la faccia più affranta di prima.
"Io ti consiglio i tuoi pantaloni da danza e una maglietta anche extralarge. Ecco, vestiti come andresti vestita a una lezione di danza." Non stavo afferrando il concetto.
"Perché?"
"Ho visto i ragazzi uscire a correre. Io direi che dovremmo raggiungerli, non ti sembra?" Oh, voleva mostrare subito al mondo il mio cambiamento. Dio, ero più in ansia di prima. Mi serviva tempo, dovevo pensarci bene, era un passo importante, non potevo gettarmi in pasto ai leoni così velocemente.
"Oh, è una cosa che devi fare senza pensarci su. Tieni, metti questo e andiamo. Meno ci pensi più starai meglio. Fidati." Guardavo i vestiti con malavoglia. Una volta presi in mano non mi sembravano poi così..sbagliati. Chiusi gli occhi e li infilai in fretta in furia. Con la stessa rapidità inforcammo la porta e iniziammo a correre alla ricerca dei ragazzi. Trovati. Erano poco più avanti.
"Pronta per fargli venire un infarto?"
"Qui l'unica che avrà un infarto, sarò io!" Stavo iniziando a iperventilare. Forse era meglio battere in ritirata, ma Vale capì le mie intenzioni e mi si parò davanti.
"Fai un respiro profondo, e muovi quel culo!" Mi diedi una sculacciata di incoraggiamento. Ok, non è niente di che. Corri e andrà tutto bene.
Una volta iniziato a prendere un buon ritmo ero quasi al pari dei ragazzi. Era arrivato il momento di attirare l'attenzione.
"Invece di parlare, è meglio se correte. Femminucce!" Sorpassati. Mi girai un attimo per rivolgere una linguaccia a Ryan. La sua faccia era indescrivibile. Confusa e eccitata allo stesso tempo. Fu subito dietro di me, braccandomi i fianchi per fermarmi.
"Bambi? Ma cosa? Perché? Cosa?"
"Hai perso l'uso della parola, caro il mio dolce Ryan?"
"Ma ti sei accorta come questi..questi cosi..ti fasciano il culo? Scasami tanto Bambi, ma se con i miei vestiti eri una bomba, adesso sei..sei.."
"Sei tenero quando rimani senza parole, sai?" Incollò le labbra alle mie in un bacio quasi animalesco. Rivendicava la nuova, la vecchia e la ritrovata Elisa. Prendeva tutto quello che di me restava per farlo suo, ancora e ancora. Il mio muro era stato totalmente abbattuto e questo bacio fu la prova della mia guarigione.
"Bene. Io ho corso abbastanza, ci vediamo dopo al bar?"
"Perché? Noi dove andiamo adesso?" Avvicina le labbra al mio orecchio. Il suo fiato caldo mandava mille scariche elettriche lungo la mia spina dorsale.
"Adesso tu mi fai vedere tutti quei vestitini che mi tieni nascosti da troppo tempo." Mi morde l'orecchio e io sono già super eccitata. Salutiamo Vale e Liam e ci dirigiamo alla velocità della luce al nostro dormitorio. Su decine di vestiti, gonne, maglioncini forse riuscii a fargli vedere un abbinamento, prima che lui mi strappasse tutto di dosso riempiendomi di baci.
"Il tuo miglior abbigliamento? Quando sei nuda sotto di me." Gli tirai il cuscino ma lui non si mosse di un millimetro. La serietà dei suoi occhi era disarmante. Ripresi a baciarlo mentre lui lentamente affondava in me, dimostrandomi ancora una volta quanto mi desiderasse.
Un'ora e un nido di capelli arruffati dopo, eravamo al bar in compagnia di tutta la combriccola. Ryan aveva meticolosamente scelto il mio vestito per la ribalta in società. Ok, lui aveva meticolosamente scelto il completino intimo, ma sorvoliamo.
"Ragazzi! Vi ho trovato! Un mio amico mi ha detto che la sua confraternita organizza una festa da sballo! In stile anni cinquanta! Dobbiamo assolutamente andare!" Baby arrivò tutta trafelata al tavolo. Appena dopo aver pronunciato il tutto, gli occhi si spostarono su di me. Le mani di Ryan mi strinsero più forte. La mia roccia ormai era diventato, e io gliene ero grata. Tuttavia o le cose le facevo bene, oppure era meglio non farle.
"Mi sembra una ottima idea, quand'é?" Dissi con non calanche sorseggiando il frullato che avevo davanti. Ryan fu il primo a parlare.
"Bambi, non sei costretta." Gli presi la mano per rassicurarlo. Oddio, stavo davvero rassicurando io lui su una festa? Che giornata pazza!
"Tranquillo, io voglio, o meglio voglio tentare. Ve lo devo ragazzi, e lo devo a me stessa. È ora di prendere di petto la situazione e tagliare gli ultimi fili che mi legano a quel passato che ormai è..dimenticato." Mi dipingo un bel sorriso per convincere tutti, ma soprattuto per convincere me stessa.
"Ok, allora è deciso." Vale mi sorrise e Baby stava battendo le mani tutta contenta.
"Come ci vestiamo?" Ecco la parola magica. Iniziammo a parlare tutti insieme, in un vociare incomprensibile. Mi voltai e trovai gli occhi di Ryan che mi fissavano, ma non era uno sguardo di preoccupazione, sembrava..fierezza, orgoglio, e se lui era orgoglioso di me, non potevo non esserlo io. Questa festa sarebbe andata benissimo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 09, 2016 ⏰

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