CAPITOLO 10: Elisa

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Fui talmente immersa nelle lezioni che quasi dimenticai cosa fosse successo poco prima. Quasi.
Le lezioni erano davvero molto interessanti, capii che era il mio posto nel mondo. Non dovevo essere da nessun'altra parte. Durante l'ora di economia riuscii anche a farmi una nuova "conoscente", si chiamava Baby. Si, proprio Baby, come la protagonista di Darty Dancing, ma questa Baby era molto più carina di quella del film. A quanto pare sua mamma era una fissata con i musical quindi aveva chiamato tutti i suoi figli come personaggi di una spettacolo, contando che lei era la più giovane di cinque fratelli, doveva essere una donna molto creativa!
A pranzo mi riunii con i miei coinquilini, ognuno accompagnato da un nuovo amico. Vale era in compagnia di Robbie. No, non era un maschio. Il nome Robbie era associato a una bella ragazza tutta curve con una chioma nero corvino, praticamente una Biancaneve che non mangiava solo zuppe.
Matias invece aveva portato un ragazzo, William, carino, su quello non c'erano dubbi, l'unico problema era cosa gli uscisse dalla bocca. Cafone era quasi un complimento per lui.
Quindi alla fine il nostro gruppo era composto da un gay, Biancaneve, l'irrispettoso, la ragazza solare, la ragazza musical e poi c'ero io, che in confronto a loro sembravo una tavola di legno, ma a nessuno sembrava importasse. Eravamo pronti per il circo di Moira Orfei, ma tutto sommato non eravamo male.
Il mio passare inosservato, tuttavia, durò ben poco, visto che Vale aveva già spifferato a tutto il gruppo le mie disavventure con il 'bello dannato' dell'università.
"Non ci posso credere che abbiate avuto la possibilità di vederlo nudo senza neanche faticare un po'! Io ci ho messo un anno per portarmelo a letto!" A quanto pare sia Baby che Robbie avevano fatto un giro sulla giostra e a sentire loro ero una pazza se non ne approfittavo.
"Lui a letto è così..wow! Mi ha fatto raggiungere l'orgasmo almeno tre volte. Mai nessuno è più stato all'altezza." Certo parlare di orgasmi in una mensa piena di gente non fu una grande idea. Ci guardavano tutti!
"Sa esattamente dove mettere le mani e vi giuro che in confronto andata e ritorno dal paradiso non sono niente!"
"Lo sapete che siete state con lo stesso ragazzo? Non siete neanche un po' infuriate con lui? Vi ha mancato di rispetto e non ha tentato neppure di nasconderlo!" Ero allibita. Parlavano di orgasmi e sesso come se il ragazzo in questione non fosse andato al letto con entrambe.
"Effetto collaterale di voler fare un giro sul treno delle meraviglie." Oh mio dio. Avevo conosciuto delle pazze.
"Uff...mi avete fatto venire ancora più voglia di spogliarmi per lui!" Ok, anche Valentina rientrava nel club delle pazze.
"Ma vi sentite? È solo un arrogante pieno di se che campa sulle povere ragazze che gliela danno come manna che piove dal cielo! Non vi rendete conto che siete solo una preda?"
"E tu quando ammetterai a te stessa che non vedi l'ora di essere una sua preda?" Robbie mi spiazzò letteralmente.
Fissavo il vuoto in cerca delle parole. Le avevo li pronte sulla punta della lingua, ma non uscì niente. Sapevo che non volevo farmi trattare così, ma dall'altra parte, era realmente vero che non mi sarebbe mai importato nulla di lui?
"Se ci devi pensare così tanto sai già perché. Buttati. Non aveva mai fatto così con le ragazze. Di solito passa subito al sesso, magari ha finalmente trovato la sua criptonite." Detto questo Baby mi prese sottobraccio e mi trascinò alla prossima lezione.
Seguii poco niente. Non riuscivo a togliermi di testa quel discorso sulla criptonite. Non sembrava avere punti deboli che potessero scalfire la sua armatura da donnaiolo, ma se poteva essercene anche solo uno...volevo essere io.
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Quando la giornata finii mi ritrovai da sola fuori dall'ultimo edificio dove ero dovuta andare. Ovviamente era l'edificio più lontano rispetto al mio dormitorio. Baby mi abbandonò per andare in biblioteca a fare non so cosa, mentre Vale e Matias avevano lezione in un edificio vicino e quindi non volevano venire a prendermi. Rassegnata mi incamminai. Ma le disgrazie non arrivano mai da sole, ormai dovevo saperlo bene.
Nell'arco di dieci minuti il cielo passò da parzialmente nuvoloso a nero e minaccioso e in più iniziò a piovere talmente forte che avrei dovuto prendere l'arca di Noè per riuscire a tornare al mio edificio. Fu un fuggi fuggi generale. Fummo tutti presi alla sprovvista, quindi il campus si trasformò in una corsa contro il tempo per trovare un riparo da quel temporale improvviso. L'unico problema è che gli altri non indossavano una gonna e dei collant striminziti che nell'arco di due secondi erano già fradici di pioggia. Volevo morire!
Mi misi sotto la tettoia dell'entrata di un edificio a caso, e mentre cercavo di sciogliere il groviglio che avevo in testa scorsi una figura scura in lontananza che correva verso di me. Pensai che fosse un altro studente sorpreso dalla pioggia e invece mi ritrovai il mio peggiore incubo correre verso di me. Ryan stavo correndo. Verso di me. Sotto la pioggia battente. Da peggiore incubo si trasformò nelle più romantiche delle fantasie.

Non Ti Lascio CadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora