CAPITOLO 20: Liam

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(Non preoccupatevi, é solo per questa volta!)

"Amico mi fido di te." Non avevo mai visto Ryan in quello stato. Oh, già. C'era già stata un'altra volta e questo mi faceva paura.
"Dovresti venire anche tu. Mi servono due braccia in più per fare a botte con tutti!" Non riuscii a strappargli un sorriso come speravo.
"Se mi vedesse se ne andrebbe. Non perderla mai di vista. Mai. E se senti anche solo l'odore di guai, chiamami."
"Tu cosa farai nel frattempo?"
"Ho bisogno di bere, ok? Quindi farò esattamente questo che ti piaccia o no."
"Ok. Ma non ubriacarti. Non potresti venirla a salvare da ubriaco." Lo lasciai da solo con il suo dolore e i suoi fantasmi. Odiavo vederlo così, perché sapevo come superava questa fase: alcool e droghe. Ringraziai il cielo che non potesse recuperare la droga e andai a recuperare le ragazze. Sarebbe stata una lunga serata.
**************

Alla festa c'era troppa gente e Elisa si muoveva troppo in fretta. Non era arrivata neanche da cinque minuti che già si era scolata mezza bottiglia di vodka.
"Devi andarci piano!"
"Chi sei, mio padre?" Cazzo, era già troppo allegra per gli standard di Ryan.
In un lampo si allontanò da me. Porca Puttana ma cos'era, una cavalletta?
"Smettila, ok? È lì al bancone con Willy. È del mio corso di diritto tributario ed è uno a posto. Lasciala divertire!" No Vale non posso lasciarla divertire!
"Sei sua amica e capisco che vuoi il suo bene, ma io voglio la sanità mentale di Ryan, quindi chiunque sia il coglione se ne deve andare!" Ora da un coglione passarono a due. La stavano trascinando in pista. Si vedeva da qui che ormai era ubriaca persa. Dovevo intervenire.
"Oh vaffanculo Liam! Come puoi difenderlo dopo quello che le ha fatto?" La mano di Vale mi bloccò.
"Ryan non è un tipo facile. Non riesce ad aprirsi alla gente ma c'è un motivo, fidati!"
"Dai, sentiamo!" Non dirglielo. Non è compito tuo. Lanciai uno sguardo alla pista, Elisa era ancora lì. Il tempo di una breve confessione e avrei agito.
"La madre l'ha lasciato e lui pensa sia dovuto al suo comportamento da ribelle che aveva in quel periodo. Per molto tempo è andato avanti a alcool e droghe. Ora è a posto, ma continua a pensare di non meritare uno spiraglio di luce nella sua vita." Sapevo che mi avrebbe ammazzato. Ma ora avevo Vale dalla mia parte. Mi serviva una mano in questa guerra.
"Non immaginavo..io..andiamo a recuperare Elisa e andiamocene." Grazie. Mi voltai di nuovo verso la pista ma..non c'era più. Guardai verso il bancone ma vedevo solo tante teste e nessuna era la sua. Avevo persi tempo, mi ero distratto un secondo solo. Cazzo, avevo abbassato la guardia solo per il tempo di una frase.
"Dove cazzo è andata?" Mi stava montando il panico.
"Cazzo. Cazzo. Ci siamo distratti un secondo!" Il panico di Vale di certo non aiutava. Anche solo un secondo ad una festa cambiava tutto. Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Non me l'avrebbe mai perdonato. Era sotto la mia responsabilità per qualche ora, cazzo! Mollai Vale in mezzo al suo panico e andai in perlustrazione. Nulla. Non era qui. Non c'era da nessuna parte.
"Ha il telefono staccato." Mi mancò il fiato. Non poteva essere. No.
"C'è solo una cosa da fare. Componi il numero della polizia, ti dico io quando chiamarla." La sua faccia era sconvolta. Sapevo che aveva fatto anche lei due più due. Mentre lei componeva con le lacrime agli occhi il numero, io ne composi un altro.
"Pronto amico, l'abbiamo persa di vista. Non è più al primo piano."
Ero ufficialmente un uomo morto.

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