CAPITOLO 19: Elisa

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Sabato mattina mi sentivo uno zombie. Non tanto per le poche ore di sonno a cui tutti fummo costretti grazie a Ryan e al suo 'silenzioso' modo di sfogarsi, ma anche perché, come uno zombie, il mio cuor aveva smesso di battere. Sarò sincera, sentirlo disperarsi tutta notte mi ha fatto piacere. Si, suonava da stronze ma non potevo farci nulla. Doveva stare male quanto stavo male io. Anzi, doveva soffrire di più. La rabbia era l'unico sentimento che ormai invadeva la mia persona. Durante la notte mi sono alzata cinque volte con l'intenzione di andare da lui per dirgli che andava tutto bene e che non lo avrei abbandonato nelle tenebre che pensava di meritare, ma poi mi tornavano in mente le sue parole.
'Non sei nessuno'. 'Non puoi aver questo potere su di me'.
Dio lo odiavo. Lo odiavo per non averci dato neanche una possibilità. Lo odiavo per avermi trattato come una qualunque che si scopa. Io ero molto più di questo e lo sapeva anche lui. Diceva che lo stava facendo per me, ma sapevamo benissimo che stava pensando solo a se stesso. Voleva proteggersi da tutto ciò su cui non aveva il controllo. Su di me non lo aveva. Non lo aveva su quello che gli facevo sentire. Iniziai ad indirizzare la mia rabbia anche verso sua madre. Era colpa sua se lui ora era ridotto così. Se noi eravamo ridotti così. Non mi voleva dire cosa era successo, ma a quanto pare pensava fosse solo colpa sua. Questo mi distruggeva. Ma il mio cuore era già in frantumi quindi ogni possibile pietà nei suoi confronti veniva velocemente divorata dalla rabbia.
"Io e Liam stasera andiamo alla festa hawaiana. Che dici? Troppo presto?" Vale è stata dolcissima con me in queste ore. Faceva di tutto per farmi dimenticare i miei pensieri.
"Immagino di si. Non voglio vederlo."
"Lui non ci sarà. Liam non riesce a farlo uscire dalla sua camera. Che si crogioli nel suo dolore visto che se l'è procurato da solo!" Mi rabbuiai. Non mi piaceva per niente questo suo tono.
"Non fare così. Sono tua amica e quindi starò dalla tua parte! Per questo ti dico che la festa sarebbe un ottima idea. Non vuoi farlo soffrire un po'? Chissà che scenata ti farà!" Il mostro nero che stava divorando la mia anima si risvegliò e prese possesso della mia voce.
"Come mi devo vestire scusa?" Vale mi rivolse un sorriso diabolico e mi aiutò a trovare i vestiti adatti.
**********

Alle nove eravamo più che pronte. Alla fine avevo optato per una gonna piena di fiori con una camicia trasparente legata in vita per lasciare scoperto l'ombelico. Ovviamente scarpe vertiginose e collana hawaiana. Avevo più pelle scoperta questa volta, ma faceva tutto parte del piano 'far soffrire Ryan'.
"Vale sei pronta?" Liam fece capolino in camera.
"Si e abbiamo un ospite in più." E mi indicò con un cenno del capo.
"No. Categoricamente no. Io non voglio partecipare a questa guerra."
"Non ti sto chiedendo questo. Elisa ha bisogno di svagarsi, tu la devi solo accompagnare." E lo superò dirigendosi in salotto. Io feci lo stesso.
"Chi devi accompagnare scusa?" La voce di Ryan rimbombò nel mio petto. Non mi ero accorta che era seduto sul divano. I suoi occhi mi bruciavano la pelle. Era incazzato e non tentava neanche di nasconderlo.
"Noi andiamo alla festa. Tu hai detto che non volevi venire..quindi." Vale aveva fretta di andarsene.
"Ci vai anche tu Bambi? Ci vai anche tu conciata così?" Come scusa?
"Io posso fare quello che voglio e posso mettermi ciò che voglio. Credevo che il concetto ti fosse ben entrato in testa ieri." Il mostro che abitava la mia anima si stava facendo strada.
"Tu non esci da questo appartamento così!"
"Io esco eccome! Sarai l'unico a pensare che io non stia bene vestita così!"
"È proprio per questo che non puoi uscire! Cavolo Bambi sei una ragazza intelligente, perché non capisci che il mondo è pieno di maiali che ti metteranno le mani addosso stasera?" Si stava preoccupando per me. Sentii crearsi una crepa nella mia corazza.
'Non sei nessuno'. Tornai in me.
"A quanto ne so l'unico maiale che conosco stasera non ci sarà alla festa!" Sapevo quanto gli desse fastidio che ai miei occhi apparisse come quello che in realtà non era con me. Ma visto che lo era con tutte le altre, poco cambiava in queste circostanze.
"Puoi chiamarmi come vuoi, sappiamo entrambi perché lo stai facendo!" Si avvicinò pericolosamente e io mi ritrovai con la schiena al muro. Da questa distanza ravvicinata i suoi occhi erano come il mare in tempesta, un mare rosso sangue. Aveva pianto fino ad addormentarsi come avevo fatto io? Aveva delle occhiaie marcate, come se avesse fatto a pugni. Non aveva dormito come non avevo dormito io? Appoggiò le mani ai lati della mia testa, spostai lo sguardo sulle sue nocche e le trovai tutte rosse e graffiate. Sicuramente le sue mani avevano avuto un incontro ravvicinato con il muro. In quel preciso istante mi sentii morire per le condizioni in cui io lo avevo lasciato.
'Non sei nessuno'. No, era questa la verità. Lui non mi voleva e io volevo fargliela pagare.
"Non ci sarà Brad stasera lo capisci? Se ti capitasse qualcosa io.."
"Grazie al cielo non sono nessuno per te, giusto? Quindi scusami ma ti ho regalato fin troppo del mio tempo." Lo scostai e mi diressi verso la porta.
"Se esci da quella porta non venire a piangere da me quando qualcuno ti infilerà la lingua in bocca, per non dire altro!" Il mostro ormai era un tutt'uno con la mia anima. Non c'era più pietà. Amore. Tristezza. Niente. C'era solo rabbia. Ed era tutta colpa sua.
"Almeno dimenticherò il sapore acre della tua bocca sulla mia!" Tutto in lui si spense. Avevo colpito il punto giusto. L'avevo distrutto. Varcai la porta e non mi voltai indietro, sapevo benissimo che se avessi incontrato i suoi occhi un secondo in più sarei crollata. Ma l'unico che doveva crollare stasera era lui.
*************

Arrivati alla festa mi avventai sulla prima bottiglia di alcolici che trovai. Vodka! Andava più che bene per eliminare un paio di occhi azzurri dalla mia testa. L'adrenalina di poco fa era totalmente svanita e ora avevo solo il senso di colpa a divorarmi. Come ho potuto dirgli una cosa de genere? Era anche peggio di quello che lui aveva detto a me.
'Non sei nessuno'. No, era peggio quello che mi aveva detto lui. Mi serviva una nuova bottiglia.
"Ehi principessa se vuoi posso offrirti qualcosa di più forte." Mi voltai e incontrai la faccia di..Ryan? Battei le palpebre più volte. Era venuto a prendermi? No, certo che no. Non era Ryan. Era un ragazzo qualunque. Cazzo, non ero abbastanza ubriaca se ancora la mia mente correva a lui! Mi serviva dell'alcool e due occhi che non fossero i suoi per distrarmi. Questo qui mi stava offrendo entrambe le cose.
"Accetto volentieri." C'era qualcosa di strano nel suo sorriso. La mia coscienza, che ovviamente aveva la sua voce, mi intimava di darmela a gambe. Invece rimasi seduta, accettai il drink e mi feci distrarre dal suo bel faccino.

Non Ti Lascio CadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora