capitolo 4

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Da piccola ho sempre sognato di avere una vita tranquilla, di diventare un esploratrice e avere una famiglia.
Ma io tutto questo non posso averlo, forse sono destinata ad avere un compagno già predestinato, soprattutto alfa.
Senz'ombra di dubbio una vita difficile e spericolata.

Decido di non preoccuparmi più di tanto e torno a studiare, ma tutto questo non dura molto dato che la mia pancia comincia a brontolare.
Guardo l'orario e sono le 4 del pomeriggio.
Presa dalla fame scendo in cucina a prepararmi un sandwich, guardo cos'ho in frigo e lo noto quasi vuoto.
Mi toccherà fare la spesa, ottimo, é la cosa che più odio la mondo.
Imbottisco il mio sandwich con quello che trovo e inizio a mangiare con gusto.
É da una settimana che Scott non si fa vivo.
Volevo fargli così tante domande, tutte per chiarire i miei dubbi.

-Scott, dove ti sei cacciato?- esclamo pensierosa
-vedo che sono sempre tra i tuoi pensieri, bene bene perché anche tu lo sei- questo ragazzo si muove così bene che non percepisco mai i suoi passi.
-divertente- esclamo per niente divertita
-come stai?- domanda
-ho bisogno di parlarti- non faccio caso al fatto che si sia intrufolato in casa mia, quando hanno inventato i campanelli per una ragione.
Pensieroso annuisce e si siede sullo sgabello dell'isola.
-di cosa vuoi parlare?- felice che lui collabori mi siedo a mia volta, accanto a lui e lo osservo, dunque da cosa potrei cominciare?

-voglio sapere tutto, da quella notte fino ad adesso- forse troppo azzardato ma ho bisogno di sapere tutto
-ouh- un lamento esce dalle sue labbra, non sembra per niente stupito anzi
-beh se è questo quello che vuoi- sussurra, mettendosi comodo
-tu non sai come ci sei arrivata al bosco vero?- domanda guardando un punto fisso mentre io scuoto la testa
-é stata la luna a portarti da me, quella notte c'era la luna piena ed eravamo nel bosco per non creare scompiglio.
Sentivo che c'era qualcosa nell'aria, sentivo che a breve tutto sarebbe cambiato.
Il mio lupo sapeva dove andare, come comportarsi, era come impazzito, non riuscivo a domarlo, non mi era mai capitato.
Poi quando ho sentito che nell'aria oltre a me c'era qualcun'altro ho capito subito cosa stava succedendo.
Il mio lupo ti aveva fiutata, il tuo odore era inconfondibile, appena ti fui accanto l'odore che sprigionavi spinse il mio lupo a marchiarti- fa una pausa e poi ricomincia a parlare
-ero mortificato non ero riuscito a fermarlo, volevo farlo perché sapevo che tu eri la mi compagna, ma non era così che doveva andare, tu eri spaventata a morte e io non potevo fare niente.
Quando il mio lupo mollò la presa, mi ricordo che mi trasformai, ti osservai per un po', mentre eri accovacciata su te stessa quasi priva di sensi.
Ti diedi un bacio sulla ferita per poi correre via, come un codardo- i suoi occhi ora mi guardano e sono... tristi

-e per quanto riguarda il cambiamento dei tuoi occhi?- domando incuriosita
-preferirei non parlarne adesso, non me la sento di... di ricordare- annuisco comprensiva
-Beth- mi richiama
-mmmh-
-tornerò domani, vorrei che tu venissi con me in un luogo, ora che sai di essere la mia compagna, dovrai conoscere il mio branco- sussurra, come intimidito.
Io annuisco per poi salire in camera mia.

- - -

Sono le due del mattino e il mio cellulare squilla, ma chi ha il coraggio di chiamare a quest'ora??
-pronto!?- rispondo con voce impastata dal sonno
-Beth!! Sono Chacha- urla la mia amica
-ma dico sei pazza? Cosa urli??!stavo dormendo!- domando arrabbiata
-scusami e solo che oggi o meglio ieri, é successa una una cosa, ho un bisogno disperato di vederti- sussurra affranta
-che é successo?- domando preoccupata
-scusa .. vorrei dirtelo ma ora non posso devo andare, ti voglio bene!- esclama chiudendo la chiamata.
Guardo il cellulare per qualche minuto e poi torno a dormire ancora più preoccupata di prima.

Al mattino mi sveglio stanca, già prevedo una giornata no.
Dopo essere uscita dal bagno, percorro il corridoio per andare in cucina ma sento un odore di caffè nell'aria.
Mi precipito in cucina e vedo Charlotte seduta davanti ad una tazza di caffè mentre legge il giornale.
Ma perché tutti entrano in casa mia come se fosse un bar?
-Dio Chacha potevi avvertirmi e poi perché stai bevendo il caffè?-
Mi sorride e corre ad abbracciarmi
-buongiorno anche a te!- mi stampa un bacio sulla guancia
-e comunque volevo fare qualcosa di diverso, sono decenni che bevo sangue al mattino- scoppio a ridere e la invito a versarmene una tazza

-comunque che volevi dirmi stanotte?- domando mentre bevo il caffè
-ecco... io, Dio é difficile- sposta lo sguardo verso la finestra, le porgo un sorriso e le accarezzo il braccio
-puoi dirmi tutto lo sai- mi sorride e prende coraggio
-io.. sono in un mare di guai con..- non finisce che Scott entra dalla portafinestra del salotto ad interrompere la nostra conversazione.
-hey! E tu che ci fai qui?- domando sconcertata
-avevamo un impegno o sbaglio?-
-cazzo- é tutto quello che riesco a dire prima di sbattere appositamente la testa contro il marmo dell'isola.
Avevo già detto che sarebbe stata una giornata "no".

DANY

Sotto Lo Sguardo Dell'AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora