2. IL COVO

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L'aria era sempre più irrespirabile, ero quasi arrivata, in quel cunicolo così stretto una persona di un metro e sessanta non sarebbe di certo potuta starsene comodamente in piedi, ma io sono molto più bassa, così bassa da essermi meritata il titolo di Nana Gigante ai tempi delle scuole Medie.
Nana perché rispecchiava i miei miseri 154 cm di bassezza, quindi non era nemmeno una gran offesa dato che era la verità, Gigante perché il mio cuore era troppo grande per contenere gli affetti di tutti gli amici che avevo, ossia: neanche uno. Una bella presa in giro insomma!

Questo misero nomignolo mi era stato affidato, chiaramente, dalla più chic della scuola, una ragazza con una fila interminabile di spasimanti, una di quelle che se la tirano per chilometri e chilometri, che comandano e ordinano, che si credono chissà chi solo perché sono belle grazie al trucco.
Avete presente quelle tipe che quando passano nei corridoi generano una sorta di terrore? Ecco, lei, accompagnata dalle sue tre scagnozze era una di quelle. Quando passava tra gli alunni, essi si aprivano a mo' di acque di Mosè spiattellandosi addosso ai muri provando sia sensazioni di terrore che di ammirazione contemporaneamente. Che schifo.
Era una dea vip antipatica e irrispettosa di tutto e tutti insomma, piena di amici falsi e opportunisti e fortunata solo di essere nata con un bel fisico, un bel seno, lunghi capelli biondi leggermente ondulati e un viso guardabile con occhi azzurri, di un azzurro ghiaccio. Un bel colore, lo ammetto, ma venivano nascosti da due enormi zigomi un po' troppo prominenti e non ne esaltavano la bellezza.

Facendo questi pensieri passati iniziavo quasi ad agitarmi nuovamente e a incupirmi, anche perché ero così addentrata in quella grotta che non c'erano neanche più il rumore della pioggia e del mare a calmarmi.
Le mura calcaree spesse mi tenevano lontana dalla realtà che mi circondava all'esterno. C'era anche poco aria li dentro e un'elevata percentuale di umidità, la temperatura era molto bassa, mi sentivo quasi come se mi fossi appena fumata una canna, il mio cervello iniziava a risentire della mancanza di ossigeno, ma questa lieve sofferenza ne sarebbe valsa la pena. Davvero. Mancava poco.

Il cunicolo era sempre più stretto, sempre più in salita, sempre più buio e umido, anche se a poco a poco mi sembrava di intravedere l'inizio delle primissime stalattiti e stalagmiti.
Goccia dopo goccia, in questo lentissimo processo di creazione di magnifiche colonne e splendidi pilastri, mi sembrava quasi di subire una trasformazione io stessa: da essere umano a goccia, da goccia a minerale.

Tutto diventava magico improvvisamente nella mia testa ed ecco che finalmente ero arrivata. Ero li.
Ogni pensiero era sparito, lasciando spazio allo stupore, alla pienezza, alla felicità e alla spensieratezza.
Il covo dei pipistrelli mi stava aspettando e io dopo mille tornanti, innumerevoli curve, laghi di pioggia, sabbia bagnata, cunicoli stretti e elevata umidità ero infine giunta a destinazione e senza fare alcun rumore, lentamente e con delicatezza, mi accovacciai in una piccola ansa adatta alla mia statura minuta aspettando in silenzio, era buio, ma non troppo ancora.

Decisi così di ammazzare il tempo facendo un piccolo riposino, ero stanchissima, avevo un gran bisogno di dormire e così, quasi per magia, mi lasciai dolcemente trasportare nel mondo dei sogni.

C'erano dei fiori, delle margherite bellissime e altissime, così alte da superarmi di almeno mezzo metro, saltellavano freneticamente in direzione Nord, verso il castello della Regina dei Fiori e io le seguivo incuriosita, non avevo mai visto la Regina! Attraversammo un campo lasciato a maggese, entrammo nel folto bosco spaventoso e buio, attraversammo l'autostrada rischiando di essere tutti investiti fino a che finalmente lo intravidi, una fortezza color verde smeraldo con due torri nel mezzo, non ai lati come siamo soliti vedere i castelli. Era circondato da un fiume d'oro e aveva una scalinata di ghiaccio molto scivolosa sul lato destro, era costruito da mattoni di mille colori e fantasie e aveva finestre di corazza di tartaruga.
Ricordo che correvo insieme alle margherite verso quel grosso castello che si ergeva nel mezzo del folto bosco e dopo aver superato ben trecentoventisette scalini arrivai. Entrai dall'immenso portone d'argento con borchie appuntite d'oro accompagnata dalla piccola Mila, l'ultima margheritina sbocciata della stagione, mi stringeva la mano, anche lei non aveva mai visto la Regina, era profumatissima e molto tenera. Sua madre si trovava nel mezzo della folla e l'aveva persa di vista, era sola, come me.

«Sai Mila, sento dire da tutti che sua Maestà è un piccolo fiore di rosa, così piccolo che si pensava non durasse a lungo, non riusciva a sbocciare, credevano appassisse presto e invece dopo anni e anni lei resisteva, sicché i posteri iniziarono a pensare che fosse un fiore di Dio, magico».
«Si piccola umana, è lei che mi ha dato la forza di sbocciare! La mia mamma ha pregato tanto per me» disse Mila «Mi ha accudita, mi ha nutrita, mi ha coltivata, mi ha abbeverata, ma non bastava, il mio seme era difettoso, i vermi lo stavano mangiando, quando ormai nessuno aveva più speranze è arrivata lei e mi ha salvata, dandomi la possibilità di scoprire questa cosa magnifica che chiamiamo Vita! Sono così eccitata di vederla! Non sto nella pelle!».

Ed entrammo, non vedevo quanto fosse grande la sala, i fiori erano troppo alti e coprivano la mia visuale, mi sentivo abbastanza perduta, tutti ballavano freneticamente una strana danza, la musica era molto alta, le margherite erano tantissime: mi schiacciavano, mi spingevano, mi tiravano. Ero completamente in balia dei loro movimenti e nel momento in cui iniziai ad essere seriamente preoccupata per la mia incolumità, pian pianino la situazione sembrava calmarsi, i fiori appassivano, avevano sete, stavano finendo le energie, ne approfittai così, di quell'attimo di calma, per cercare di scappare, ma improvvisamente un'immensa pioggia mi lavò tutta 'Oh no!' pensai e proprio in quel momento mi svegliai.

#MrsAlicR

UN TUFFO NEL VUOTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora