Chapter -11-

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Corro fuori dal campus e mi dirigo alla mia macchina, controllando sempre che nessuno mi segua, o meglio,che lui mi segua. Prendo il telefono e digito il numero di Alice,che non tarda a rispondere.
"Ehi,ti ha violentata?" Dice, con tono serio. Alzo gli occhi al cielo.
"Ciao anche a te, possiamo andare a trovare un lavoro, o dovrai rinfacciarmi questa cosa a vita?" Chiedo irritata.
"Quindi ha tentato di violentarti?" Chiede.
"Oh ma andiamo, Alice!"
Sogghigna al telefono e poi mi liquida con un "arrivo subito".
Chiudo e dirigendomi alla mia Range Rover aspetto l'arrivo di Alice.

Dopo 15 minuti stiamo girando in macchina alla ricerca di un bar o un negozietto che cerca commesse o cameriere. Ho raccontato tutto ad Alice su quello che è successo con Justin, la sua faccia era neutra ma preoccupata. Neutra perché se lo sarebbe aspettato e preoccupata perché si trattava di me.
"Che grandissimo bastardo." Dice. Rido della sua irritazione e dopo aver visto un piccolo bar con scritto sulla porta "cercasi camerieri"  accosto e scendiamo dal'auto. Entriamo nel piccolo e accogliente bar seguite da un dolce campanella all'ingresso che segna il nostro arrivo. Un ragazzo abbastanza carino si affretta a venire al banco.
"Posso aiutarvi?" Chiede gentilmente, noto che non smette di guardare Alice che a ogni suo sguardo arrossisce.
"Mi dispiace interrompere il vostro flirt, ma io e lei avremo bisogno di un lavoro, e avendo notato questo cartellino..."
Il cameriere, che dalla targhetta, penso si chiami Jonas, ci sorride.
"Oh ma certo, venite domani sera per un giro di prova." Dice sorridendo. Ricambiamo e dopo averci offerto un cappuccino , usciamo dal bar ringraziandolo.
"È stato facile!" Dice Alice.
"Certo, solo perché quel Jonas si è invaghito di te." Dico ed entrambe ridiamo, in compagnia del viso arrossato di Alice.

Sono ormai arrivata a casa, mia nonna corre verso di me con il telefono in mano.
"Oh Jasmine, sei rientrata, ascolta ti ho trovato un piccolo lavoretto, ti terrá occupata solo una volta alla settimana, non di più" dice. Oh.
"Nonna, mi piacerebbe molto ma oggi sono andata in giro per trovare qualcosa e io e la mia amica abbiamo trovato un piccolo bar accogliente che cerca personale.." mia nonna mi fissa per poi forzare un sorriso leggermente dispiaciuta. O merda.
"E va bene, dai, è solo una volta alla settimana no? Non mi ucciderà mica." Dico, forzando un sorriso assicurandola.
"Oh ma tesoro, sei sicura? Giarda che posso anche rifiutare!" Dice, cercando di capire meglio. Faccio cenno di negazione con la testa.
"No, non preoccuparti, dimmi solo di che tipo di lavoro si tratta" chiedo.
"Niente di che, hai presente la mia amica Pattie? Ecco lei ha due figli, Jaxon e Jasmine, si chiama proprio come te. Comunque sia, lei e il suo compagno vanno a teatro una volta a settimana, e quindi...potresti fare da baby sitter ai bambini, no?" Chiede.
Sarebbe una buona idea.
"Si, mi piacerebbe molto, quando dovrò inviare?" Chiedo.
Mia nonna chiede alla persona che è con lei al telefono, il quale deduco sia Pattie, e dopo poco annuisce rivolgendosi di nuovo a me.
"Ogni venerdì sera." Dice.
"Perfetto, ci vediamo venerdi." Dico e poi salgo in camera mia. Mi faccio una veloce doccia, e uscendo, lego un asciugamano intorno al corpo. Vado in camera mia e, mentre sto per uscire il mio pigiama, il telefono squilla.
È Alice. Apro la chiamata e rispondo.
"CI HANNO INVITATO A UNA FESTAAAA, PREPARATI E VIENIMI A PRENDEREEE!" Neanche il tempo di rispondere che riattacca.
Sbuffo irritata da questo suo comportamento e con un gesto veloce faccio cadere l'asciugamano dal mio corpo. Scelgo un jeans stretto e una canotta bianca, accompagnata da una giacca gassata nera. Infilo i miei tacchi neri, e scendendo di sotto saluto i miei nonni che mi guardano perplessi.
"Esco, non aspettatemi in piedi." Dico e loro sorridono.
Esco di casa e, mettendomi in macchina, raggiungo casa di Alice.

"Si può sapere dove stiamo andando?" Chiedo.
"Oh ma andiamo, stiamo andando al campus, hanno organizzato una festa da sballo."
Dice entusiasta. La guardo storto, per poi continuare a guidare.

Siamo ormai da 10 minuti in questa stanza, la puzza di alcool e fumo inebria le mie narici, non lo sopporto proprio. Alice è sparita, e io mi ritrovo da sola a chiedere un bicchiere di vodka liscia. Poi due, tre, quattro. Perché sto bevendo? 
La musica inizia ad aumentare, e una voglia di ballare cresce in me. Passo fra la gente più ubriaca di me che si diverte a ballare e, seguendo il ritmo della musica, inizio a ballare anche io.
Dopo pochi secondi sento una mano cingermi i fianchi, per poi strusciarsi sul mio corpo. Sento un respiro bollente dietro il mio collo. So di chi è quel respiro, il mio corpo reagisce d'istinto quando lui è nei paraggi.
Non riesco a fermarmi e inizio a ballare, mi giro e mi trovo a pochi centimetri dalla sua faccia, lo guardo, ha un sorriso compiaciuto mentre io inzio a ridere, ballando ancora con lui.
"Continua così, piccola, sei un'ottima ballerina." Dice.
Poi mi prende e mi porta fuori da quella stanza. Tutto gira in torno, la testa è quasi come un mattone, dove stiamo andando?
Entriamo in una stanza, la sua stanza, mi fa scendere sul suo letto. Senza aspettare si butta sul mio corpo e inizia a baciarmi il collo, violentemente. Succhia e bacia, una tortura così bella. Una tortura che non posso far continuare. Cerco di staccarmi da lui, ma vengo bloccata. Porta le nostre mani sulla mia testa, sbattendole sul materasso sotto di noi. Gemo a quel gesto, e scorgo il suo sorriso soddisfatto sulla mia pelle. Ma cosa sto facendo?  Riprendo la mia lucidità e lo spintono, scendo dal letto e corro verso la porta, cerco di aprirla, ma è chiusa a chiave.
Si alza sorridendo per poi venire verso di me.
"Pensi che, dopo l'ultima volta, ti avrei dato libera uscita?" Mi si piazza davanti e con un gesto della mano, fa scontrare i nostri bacini, ancora quell'erezione.
"Sei così disgustoso." Dico, spintonandolo. Si allontana e soggnigna.
"Lo so, me lo dicono in molte, ma sei la prima che lo dice in modo così negativo." Dice, alzo gli occhi al cielo e lo guardo contrariata.
"Non dovresti trattare così le ragazze."  Dico. Mi fissa per un momento per poi ridere.
"E chi sei tu? Mia madre?"
Sono la tua vecchia migliore amica, non che sorellastra, colei che credeva di conoscerti meglio delle sue tasche, ricordi?
"Hai ragione, non sono nessuno."
Mi guarda e si avvicina, mi accarezza una guancia così delicatamente che quasi tremo.
"Le assomigli così tanto." Dice, guardandomi negli occhi.
"A chi? A chi assomiglio?" Chiedo, il mio respiro si è fatto più pesante.
"Alla mia piccola e dolce Jasmine" dice. O mio dio.

ED ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLOOO, vedo che non crescete per niente. Però, non fa niente, spero ancora che vi possa piacere la mia storia. Al prossimo capitolo, e, a poche di voi,grazie di seguirmi.
Love u
-arianna-

Destiny And Love 》Justin Bieber.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora