Justin è uscito di casa, non ha detto nulla, ha soltanto preso le sue cose e se ne è andato.
Sinceramente mi sarei aspettata di ritrovarmelo addosso di nuovo, e invece no.
Solo il mio vecchio Justin poteva reagire come ha reagito lui, ora.
Scivolo per terra e, mettendomi una mano alla bocca per non far rumore, inizio a piangere.
Perché deve essere tutto così complicato? Venivo qui e facevo una sorpresa a Justin, mi presentavo come Jasmine, e continuavamo la nostra amicizia, e invece no, e io non ne posso più. Inizio a pensare a quei giorni insieme, io lui e Chanel.*FLASHBACK*
Io e Chanel stiamo in camera mia aspettando che Justin torni a casa. Siamo alla finestra con pietre piccole in mano, non vedo l'ora che torni.
Appena lo vediamo girare l'angolo e raggiungere la porta d'ingresso, sotto la mia finestra,iniziamo a tirarli le pietrine.
"Ma che cazzo!" Grida, guardando verso la finestra dove io e Chanel ci stiamo scompisciando dalle risate. Ci guarda in cagnesco e apre ferocemente la porta d'ingresso, sentiamo i suoi passi per tutto il salotto per poi salire in fretta e furia le scale. Io e Chanel ci siamo nascoste nella mia gabina armadio e ci spaventiamo quando Justin apre la porta velocemente. Inizia a camminare per tutta la stanza.
"Andiamo, so che siete qui..." e si abbassa per guardare sotto al letto. Faccio l'occhiolino a Chanel, che, insieme a me salta addosso a Justin in quel momento, scaraventandoci tutti e tre sul mio letto.
"Siete due brutte stronze!" Urla Justin fra le risate, iniziamo a ridere insieme.*FINE FLASHBACK*
Quelli si che erano bei tempi.
Chanel, mi manchi ogni giorno.
Mi asciugo le lacrime rimaste e mi alzo dal pavimento, camminando per raggiungere la mia stanza. Domani sarei dovuto andare sia al bar che a casa di Pattie, l'amica di mia nonna. Mi sarei tenuta più occupata, e non sarebbe stata di certo una cosa negativa. Vado in camera mia e, senza spogliarmi, mi butto sul letto. I miei occhi iniziano a farsi pesanti, per poi chiudersi immediatamente.L'ormai famigliare rumore che irrompe ogni mattina in camera mia, cessa di suonare. Lentamente mi alzo dal letto per poi infilarmi subito in bagno e fare una doccia, puzzo di alcool.
Esco e mi copro con l'accappatoio per poi andare verso il mio armadio.
Jeans a vita alta nero e maglioncino rosso.
Infilo le scarpe, prendo giubbotto e borsa e corro giù in salotto dove i miei nonni stanni facendo colazione.
"Tesoro, stasera dovrai dormire da Pattie perché rientrerà tardi e non vuole che i bambini restino soli in casa.." dice mia nonna, aspettando una mia reazione. Sorrido e annuisco, e dall'aria che ha sembra più sollevata. Addento una brioche e dopo aver salutato anche mio nonno, esco di casa salendo nella mia auto.Sono arrivata all'Università, sto aspettando Alice all'entrata, ma ormai la campanella è suonata e devo entrare. Prendo il telefono e le invio un messaggio.
A: Alice:*
Piccola strega, come mai non ci sei?Blocco il telefono e lo metto in tasca, entrando in classe dove il professor Stwart sta appena iniziando a spiegare.
Dopo alcuni minuti il mio telefono vibra.Da: Alice:*
Piccola strega a me?
Ahahah,comunque oggi non ci sono, ho saltato scuola e sto con Ryan!Guardo perplessa il telefono, Ryan? Chi è Ryan?
A:Alice:*
Chi è Ryan? O.oNon tarda a rispondere.
Da: Alice:*
L'amico di Bieber che ieri mi accompagnò a casa...adesso non posso raccontarti, ci vediamo a lavoro, xxMetto il telefono in tasca e le ore passano velocemente. La campanella dell'intervallo suona, e tutri ci dirigiamo in mensa, prendo il mio solito pasto e mi siedo al mio solito posto.
Vedo arrivare Justin e subito il mio cuore inizia ad accelerare, poi mi passa davanti senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. Forse non mi ha vista. Si certo, o forse ti sta evitando. Spero sia la prima, ma il buon senso sceglie la seconda opzione dato che stavo proprio di fronte a lui. Mi è passata la fame, quindi, lascio li il mio vassoio e mi dirigo in classe.
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Destiny And Love 》Justin Bieber.
FanfictionLei si chiama Jasmine, inizialmente ha 10 anni. Ha perso il papà quando ne aveva appena 5. Lei e sua madre si sono trasferite dal Canada in un piccolo quartiere di Chicago, per cercare di dimenticare il dolore che quel paese ha inflitto. Lui si chi...