POV'S JASMINE.
Sono in camera mia e mi sto preparando per l'uscita con Harry. Ho deciso di mettermi un normale jeans e una maglia abbastanza larga. Non sono dell'umore giusto, ma comunque preferisco uscire piuttosto che dedicare lacrime a una persona che non si merita neanche un mio capello.
Mentre mi sto legando i capelli, il mio telefono inzia a vibrare, alzo gli occhi al cielo abbastanza infastidita e lo afferro, è Alice.
Pensavo fosse lui, speravo fosse lui."Jasmineee, non ti sei fatta sentire eh, il weekend ti fa male!" Sbraita Alice al telefono.
Sorrido istintivamente al solo sentire il suono della sua voce."Bhe, diciamo che è stato un weekend pieno,tu che mi dici?"
Cerco in tutti i modi di cambiare argomento, non vorrei iniziare di nuovo a piangermi addosso."Mh, si dai, può andare. In che senso pieno? L'hai data a Justin?"
Sogghigna lei al telefono.
Il suono di quel nome, Justin , mi fa vibrare il cuore ogni volta."Ah ah ah, divertente,mi dispiace deluderti, ma no..non so neanche se li rivolgeró più la mia parola, figurati."
Lo dico cercando di rimanere il più ironica possibile, ma non ci riesco, fa così male dire quelle parole."Cosa ha fatto? Cosa è successo?"
Chiede impaziente Alice.
Posso sembrare cattiva, lo so,ma in questo momento non mi va di sfogarmi o parlare di lui, finirei per ripensarci ancora e contemporaneamente piangere, e non voglio."Scusami Alice, non ne voglio parlare ora..magari quando starò dell'umore giusto per affrontare questo argomento eh? Comunque non preoccuparti, Harry, il barista figo,mi ha inviata ad uscire, infatti mi sto preparando per andare al oub alle 20 in punto!"
Dico, cercando di essere il più eccitata possibile, ma haimè, non tutto va come speriamo."Okaaay, anche se non ti sento abbastanza entusiasta, ma non ne vuoi parlare e accetto, me ne parlerai quando te la sentirai, ok? Adesso ti lascio preparare, ciao bruna, sta attenta!"
Dice questo per poi riattaccare.Sono le 20.17 e sono fuori al pub ad aspettare Harry.
Dopo poco arriva, sta davvero bene, indossa uno skinny nero e una felpa verdone con degli stivaletti neri. Fra i capelli ha una specie di bandana, stesso colore della felpa, messa un po a cazzo, ma sta bene comunque. Si avvicina sorridendo, io ricambio senza esitare, sale in macchina e mi stampa un bacio sulla guancia. Non sento la stessa sensazione che ho quando Justin mi guarda, non sento niente.
Scaccio quei pensieri e li sorrido.
"Bene, dove mi porti?"
Chiedo, notando che ancora mi fissa senza parlare."Pensavo di andare a qualche altro pub, mangiare e bere, che ne dici?" Risponde lui.
Sinceramente speravo davvero di andare a bere a qualche parte, almeno non penso più a ciò che è successo questo pomeriggio, non penso più a lui."Per me va benissimo!"
Sorrido e subito dopo metto in moto la macchina, trovando un pub che ci offra anche da mangiare.Percorsi vari kilometri, ci ritriviami davanti un pub davvero carino. Parcheggio la macchina e insieme scendiamo, dirigendoci all'entrata del locale.
Appena entriamo ci sediamo a un tavolinetto, ma poco dopo Harry si alza."Vado ad ordinare e prendere il cibo e poi torno, ok? Tu cosa prendi?"
Mi chiede sorridendo.
Qualcosa di forte, sicuramente."Allora, io prendo un trancio di pizza classica e prendi direttamente la bottiglia della vodka, poi ci riempiamo noi i bicchieri, ho come l'impressione che, in caso contrario, ci alzeremo spesso."
Sogghigno guardandolo, lui annuisce e sparisce fra la folla.
Ritorna qualche minuto dopo con le nostre ordinazioni.
Iniziamo a chiacchierare del più e del meno mentre mangiamo i nostri tranci di pizza."Allora? Tra te e quel Justin? Non c'è niente, vero?"
Mi chiede all'improvviso.
Ma perché tutti sentono il bisogno di parlarmi di lui?"Assolutamente no,e mai ci sarà, adesso beviamo questa meravigliosa vodka e non pensiamo a lui, ok?" Dico, cercando di mascherare la mia irritazione riguardo all'argomento, fallendo.
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Destiny And Love 》Justin Bieber.
FanfictionLei si chiama Jasmine, inizialmente ha 10 anni. Ha perso il papà quando ne aveva appena 5. Lei e sua madre si sono trasferite dal Canada in un piccolo quartiere di Chicago, per cercare di dimenticare il dolore che quel paese ha inflitto. Lui si chi...