Capitolo 4

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In camera Laila insiste per truccarmi, ed io la lascio fare. Mi riempie gli occhi di matita nera e di mascara, per non parlare del rossetto rosso. Diciamo che in genere non è proprio il modo in cui sono abituata a truccarmi, ma non glielo faccio capire, anche se si può notare facilmente. Poi mi arriccio i capelli con la piastra, lasciando ricadere la mia chioma castana sulle spalle ed indosso l'abito nero. Sul petto lo sento leggermente stretto, diversamente da come stava a Laila poiché ho un seno leggermente più prosperoso. Ma per il resto, sui fianchi, mi cade bene. Infine indosso le scarpe sedendomi sul letto e allacciando i cinturini alle caviglie. Credo che comprare un abito così sia stato un errore, perché non ho alcuna intenzione di indossare le calze a rete che mi ha consigliato Laila, ed il vestito si alza troppo per i miei gusti ogni volta che mi siedo. Fingo che non sia un gran problema e vado ad aprire la porta della stanza quando sento bussare: è Jason che si è offerto di passare a prendere me e Laila e di portarci alla festa.

«Buonasera Jason», gli sorrido io, restando alla porta mentre Laila finisce di indossare le scarpe. Ma lo vedo arrossire e leggo nei suoi occhi marroni l'imbarazzo.
«Ehm... buonasera Cleo. Sei... sei bellissima...» Io ridacchio ed abbasso lo sguardo, arrossendo. «Grazie». Vorrei dirgli che anche lui è bellissimo con i capelli biondi sistemati sulla fronte, con i pantaloni bianchi attillati e la camicia nera allacciata il giusto da lasciare intravedere il petto. E per evitare altro imbarazzo mi giro verso Laila sul letto, guardando poi ancora lui.
«È quasi pronta, spero», ridacchio e lui asseconda il mio divertimento. Poi sento il rumore dei tacchi avvicinarsi verso me e Jason e torno a guardare Laila.
«Sono pronta!», esclama lei, e io le sorrido.
«Era ora», la prendo in giro, e lei mi guarda storto, ma poi mi mostra la lingua in una smorfia ed io capisco che ha inteso il mio tono scherzoso.

Quando sento la forte musica rimbombarmi nelle orecchie capisco che siamo arrivati alla casa di cui avevano parlato stamattina a colazione Jason e Laila. È sulla spiaggia, poco distante dal campus del college ed è a due piani, rivestita da mattoni sporgenti color marrone scuro.
Jason si offre di aprire la portiera a me e Laila, e noi lo lasciamo fare. Poi apre la porta d'ingresso della casa senza neanche bussare e fa entrare per prima Laila, seguita da me, poi entra lui.
«Ehi Jason», si avvicina qualcuno a noi, «vedo che questa sera non sei solo.» Il ragazzo alto con gli occhi azzurri ed i capelli ricci biondi che si è avvicinato a noi fa un cenno con il capo a me e Laila, e Jason ride.
«Scusatelo, è un idiota» dice divertito, pattando una spalla del ragazzo biondo.
«Non mi presenti le tue amiche?», continua il biondo, e Jason annuisce. «Laila, Cleo, lui è Ken. Ken, loro sono Laila e Cleo.»
Poi Ken si avvicina maggiormente a me e Laila, e ci porge due bicchieri di plastica bianca pieni di un liquido rosa.
«Whisky liscio alla ciliegia», ci spiega lui, e mentre Laila prende il bicchiere, ringraziando Ken, io scuoto il capo rifiutando l'offerta.
«Scusa, non bevo, ma grazie lo stesso», gli sorrido per educazione, e Laila insiste. «Avanti Cleo, un bicchiere non ti farà male!»
E va avanti finché io non accetto il bicchiere e lo scolo tutto d'un sorso. Lei e Jason ridacchiano.
«Ah Jason, Lucas ti cercava, è al piano di sopra», lo informa Ken.
«Ora vado, grazie Ken», continua Jason, mentre fa per dirigersi verso le scale, ma Laila lo ferma per un braccio.
«Aspetta, vengo con te, così lo saluto. L'ultima volta che l'ho visto è stata prima della fine del liceo, vediamo se mi riconosce!», ridacchia lei, poi continua:
«Cleo mi aspetti qui?»
Io annuisco e lei mi accenna un sorriso prima di sparire fra la folla con Jason e Ken, facendosi spazio fra la gente, verso le scale.

La musica è alta e né Laila, né Jason si fanno vivi da una mezz'ora buona. Nel frattempo sono rimasta sul divano malandato con il mio bicchiere vuoto di whisky fra le mani ad osservare ventenni in pieno sfogo ormonale baciarsi da ubriachi, fare giochi come Obbligo o Verità o Succhia e Soffia.
Stanca ed annoiata di aspettarli, mi rendo conto di essere ad una festa in cui mi sento un pesce fuor d'acqua, vorrei andarmene ma sono venuta con Jason e Laila, e andare senza avvisarli mi sembra male. Inoltre non è molto buona l'idea di prendere i mezzi alle dodici di sera per raggiungere il campus, così mi alzo e decido di andare in cucina a prendere un altro bicchiere di whisky, ma quando torno, distratta dall'odore di ciliegia che emana e dal pensiero di tutte le persone che possano aver bevuto in quel bicchiere, mi scontro contro una persona che subito reagisce.
«Cazzo, la giacca nuova!» Esclama ancor prima che io alzi lo sguardo per capire di chi si tratta.

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{ Capitolo revisionato. }

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