Capitolo 16

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La mia pelle scotta sotto le sue braccia, il mio cuore batte contro il suo petto e la mia lingua si fa strada nella sua bocca. Si unisce a quella di lui con un gesto meccanico, e le nostre labbra combaciano perfettamente.
Per un momento mi torna in mente una cosa studiata a scuola, a Londra, poco tempo fa: secondo la mitologia greca, gli esseri umani sono stati creati originariamente con quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere, Zeus li divise in due parti distinte, condannandoli a trascorrere la loro vita alla ricerca dell'altra metà.
Ecco, ora io mi sento come se avessi trovato la mia metà. Certo, non è il primo bacio che do, ma nessuno, neanche Jason, è mai riuscito a trasmettermi queste emozioni.
Jason, ripete la mia mente.
Mi allontano da Trevor spingendolo bruscamente. Barcolla ma recupera l'equilibrio, guardandomi e aggrottando la fronte.
«Ma che ti prende?» mi chiede come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Scuoto il capo e mi passo una mano fra i capelli, pettinando alcune ciocche con le dita.
«Non so cosa mi sia preso, ti prego scusami. Fa' finta di nulla.» Mi sistemo la maglietta e apro la porta del bagno. Faccio per uscire, ma Trevor mi blocca per un polso.
«Cleo...» inizia.
«No Trevor, no. Stammi lontana, te lo chiedo per favore.» Lui annuisce, ma la sua espressione si fa cupa mentre mi lascia il braccio.
Esco dal bagno, e sento gli occhi riempirsi di lacrime. Per trattenerle mi mordo il labbro, ancora rosso e gonfio per il bacio, mentre torno al tavolo da Laila, visibilmente preoccupata quando mi vede arrivare.
Si alza per dirigersi verso di me. «È tutto okay?» mi domanda con il solito tono premuroso. Io annuisco, ma è evidente che non sia tutto apposto.
«Torniamo al dormitorio, per favore?» le chiedo, e lei annuisce. Prendiamo le borse ed usciamo dal bar, dirigendoci verso il college poco distante dal centro in cui ci troviamo.

***

Non ho fatto altro che pensare al bacio con Trevor.
Perché hai ceduto? Perché sei stata così idiota da accontentarlo?
Ciò che voleva, era solo dimostrarmi che nessuna ragazza, neanche io, può resistergli, e se volevo dimostrargli il contrario, l'ho fatto proprio nel modo sbagliato. È ovvio che quel bacio non ha significato nulla, eppure io provo ancora i brividi al pensiero delle sue braccia intorno al mio corpo, che mi stringono, mi accarezzano, mi proteggono.

La porta della mia stanza si apre, e Jason si dirige verso di me, stesa sul letto con gli auricolari alle orecchie. Quando sono arrivata in camera, mi sono cambiata, ed ora indosso i pantaloncini grigi e la maglietta nera che uso per la notte. Per fortuna, tornando in camera, non ho incontrato Giorgia, altrimenti mi avrebbe tirato dietro certi paroloni, e dopo ciò che è successo in bagno con Trevor, non ho proprio le forze di reagire per risponderle, non ora.

«Allora, pronta per stasera?» mi chiede Jason, sedendosi sul letto e posandomi un bacio sulla guancia.
«Che cosa?», levo gli auricolari dalle orecchie e mi distraggo dalla musica, mettendomi a sedere.
«Stasera... la festa... io, te, Laila e Jace...» Mi guarda reclinando la nuca di lato.
«Oh, sì certo.»
Annuisco, ma i miei pensieri sono rivolti altrove: ho appena iniziato ad uscire con un ragazzo, fantastico oltretutto, e già l'ho tradito baciando un altro, un ragazzo odioso e per nulla adatto a me.
«È tutto okay?» mi chiede Jason, ed io mi limito ad annuire.
«Sono solo molto stanca», gli sorrido per tentare di tranquillizzarlo. Poi mi sporgo per baciargli una guancia, ma lui capisce le mie intenzioni e mi precede, posando le labbra sulle mie.
Ci sciogliamo in un tenero e lento bacio, e per un istante riesco a scordare i miei problemi, finché chiudo gli occhi. Quando i miei occhi si chiudono, in mente mi torna l'immagine della bocca carnosa e morbida di Trevor che si muove sulla mia, la sua lingua mi inumidisce le labbra e le sue mani mi riscaldano, premendo nella pelle dei miei fianchi.
Riapro subito gli occhi e d'istinto sposto Jason, cacciando un urletto: «No!»

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