Capitolo 15

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Aspetto impaziente di assaggiare il sapore delle sue labbra, come nel mio sogno, ma il signorino si fa attendere. Apro lentamente gli occhi e lo trovo a sorridere divertito mentre mi accarezza il mento con le dita.
«Jason non ti piace, Cleo» mormora. Apro bocca per parlare ma lui ci posa su l'indice della mano opposta, zittendomi.
«Se ti piacesse, non saresti qui, ad aspettare che io ti baci.»
Ha ragione, ha terribilmente ragione, ma non posso dirglielo. O almeno, in parte ha ragione. Jason è simpatico e dolce nei miei confronti, gentile e sempre premuroso, non si può dire la stessa cosa di Trevor.
Decido di rimanere in quella posizione, ad un passo dalle sue labbra per dimostrargli, o almeno ci provo, che ho sufficiente autocontrollo da non dipendere da un suo bacio.
«E tu? Tu che mi dici?», scosto le sue dita dal mio viso, con mio grande dispiacere, credo.
«Perché hai rovinato il mio appuntamento con Jason?», mormoro, proprio come lui poco fa.
«Un dispetto», si stringe nelle spalle e nasconde le mani nelle tasche dei jeans.
«No», scuoto il capo. «Se fosse stato solo un dispetto, non mi avresti fatto salire sulla tua auto, ci tieni troppo a lei.»
Evidentemente ho colpito in pieno. L'ho preso alla sprovvista, e lo noto perché subito deglutisce e si mette in posizione dritta con la schiena, mentre prima era appoggiato alle piastrelle del bagno. Sorrido soddisfatta e mi giro, dandogli le spalle ma guardandolo attraverso lo specchio. Mi avvicino al lavandino e cerco di lavare la macchia di caffè sulla mia maglietta con l'acqua del lavandino.
Non risponde, ma si avvicina a me dopo aver chiuso a chiave la porta del bagno. Si slaccia la camicia e la sfila, rimanendo a torso nudo. Tento di non guardarlo, ma la mia attenzione è attratta come una calamita dai suoi tatuaggi. Sul petto ha disegnate delle rose, con tanto di spine, e un teschio, sempre ornato da rose. Sulla schiena, invece, ha un paio di ali, fino alle spalle. Non so se siano da angelo o da diavolo, ma gli donano sul corpo scolpito dai muscoli. In realtà, non è di certo un palestrato, ma il petto è comunque in risalto.

«Cleo» mi chiama lui, rompendo il breve silenzio che si era creato, ma io non gli do retta. Preferisco piuttosto concentrarmi sulla mia maglietta.
«Cleo» ripete, questa volta alzando il tono della voce.
«Che c'è?» sbotto. Alzo lo sguardo su di lui, sul suo viso, e noto la sua espressione imbarazzata. Abbasso lo sguardo, e noto che la mia maglietta bianca, già abbastanza attillata, mi aderisce sulla coppa del reggiseno nero, facendo trasparire la stoffa scura.
Lo guardo di nuovo e lui deglutisce, mentre io mi affretto a coprire la scollatura, dopo essere arrossita. Non è la prima volta che mi vede così, è già successo la sera in cui sono andata a casa di Ken con Jason e Laila per la mia prima festa da quando sono arrivata in California, ma nessun ragazzo mi ha mai visto in reggiseno, se non al mare.
«Dovremmo smetterla di rimanere chiusi in bagno insieme» gli dico con un filo di voce. Lui annuisce e mi guarda attraverso lo specchio, poi si avvicina a me, sistemandomisi dietro. Inizialmente io non me ne accorgo, sono troppo preoccupata a tentare di coprirmi, ma quando sento la mano fredda di Trevor sulla mia spalla, sobbalzo. Preme il petto contro la mia schiena e la sua mano scivola lungo il mio braccio, fino a prendere la mia mano, provocandomi un brivido sulla pelle. Il suo tocco è leggero, eppure dentro di me brucia il fuoco del desiderio. Giuro di non aver mai provato una sensazione del genere.
«Cleo...» mormora, avvicinando le labbra al mio orecchio.
«Non possiamo...» dico con un soffio di voce, trattenendo il respiro.
Per tutta risposta lui mi fa girare, appoggiare contro il lavandino e posare una mano sul suo petto, all'altezza del cuore. Schiudo le labbra ed esito prima di agire. Quando lui mi vede indecisa si sposta, arrendendosi. Non so che cosa mi scatti dentro, ma reagisco d'impulso, bloccandolo per un polso. Riduco nuovamente la distanza che ci separa, tirandolo verso di me. Mi alzo sulle punte per raggiungere le sue labbra e premerci su le mie con prepotenza. Lo sento sorridere sotto il mio bacio, e con mio grande piacere e soddisfazione, lui ricambia. Mi spinge e preme nuovamente contro il lavandino, stringendomi fra le sue braccia protettive. Istintivo, potente, passionale, brusco e reale. Questa volta sì, è reale.

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{ Capitolo revisionato. }

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