Cap 4

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P. O. V. Samuele

Non riuscivo a capire cosa fosse successo. Mati era fra le mie braccia svenuta, dopo aver rimesso l'anima e io non capivo perché. La portai in camera e le misi il pigiama, mi vestii anch'io e provai a chiamare il suo ginecologo. "Pronto?"  "Buonasera, sono Samuele, il ragazzo di Matilde, scusi per l'orario."  "Non preoccuparti, é successo qualcosa?"  "Matilde è svenuta pochi minuti fa e non si sveglia."  "Facciamo così: portala in ambulatorio che controlliamo. Non dovrebbe essere nulla ma non si sa mai. Vi aspetto lì."  "Ok, grazie."  Chiusi la chiamata e andai a  mettere le scarpe.  Presi Matilde a mo' di sposa e la caricai in macchina, poi partii verso lo studio del medico. Quando parcheggiai lui era già lì fuori con un lettino accanto. Scesi,  presi la mia ragazza,  e la posai sul lettino. Andammo dentro e  il medico accese subito il monitor per l'ecografia. Guardò la situazione e non sembrava preoccupato.  "Quindi c'è qualcosa che non va?"  " Così a occhio non mi sembra ci sia nulla. I gemelli stanno bene, lei un po' meno."  "Cioè?"  "Ti ricordi cosa avevo detto l'altra volta?"  "Che doveva rilassarsi perché due gemelli sono complicati."  "Esatto. In poche parole ha troppi impegni e farla correre da una parte all'altra non la aiuta. Io consiglierei di lasciare l'università: so che lei ci tiene,  ma gli esami e i test le porterebbero solo ulteriori problemi. " Sentii la mano di Mati stringere la mia e mi voltai verso di lei.  Si svegliò e ci mise un po' per capire dove eravamo. "Samu?  Cos'è successo? Come stanno i piccoli? Oddio!"  Si vedeva che era nel panico. "Matilde." Lei si voltò verso il medico. "Ora guardami: i tuoi  figli stanno bene, non c'è nulla che non va. Sei svenuta e Samuele si è preoccupato e ti ha portata qui. Ora devo dirti una cosa che non gi piacerà."  "Cosa?"  "Sarebbe meglio che tu lasciassi l'università."  "D'accordo."  Mi voltai sorpreso verso la mia ragazza: cosa le era successo? Lei non avrebbe mai rinunciato a quell'università, non era più lei.  "Mati cosa dici?"  "Samu non voglio che succeda di nuovo."  Si portò le mani al viso e scoppiò a piangere. La avvolsi in un abbraccio. "Non capiterà più, te lo prometto."  Quando si fu calmata disse chiaramente: "Se serve rinuncerò all'università. Farò qualunque cosa per i gemelli." "Allora la decisione é questa. Scriverò io alla facoltà per spiegare i motivi da tua scelta. Tu starai a casa a riposare." "Ci sarebbe un problema... Noi due ci vorremmo sposare prima che nascano i bambini." "Di questo ne riparleremo, per ora siete abbastanza provati."  "Allora possiamo andare."  "A dire la verità vorrei che Matilde rimanesse qui stanotte per monitorare la situazione."  "Va bene,  resto qui. Tu Samu vai pure a casa."  "Non ci penso neanche."  Ma era  impazzita?!  Non l'avrei mai lasciata sola,  meno che mai se aveva  bisogno. "Io non me ne vado." "D'accordo, allora vado a prendere gli strumenti per monitorarti." Il medico uscì e io mi voltai verso la mia fidanzata.  Aveva il volto stanco e pallido.  "Dai dormi. Sei stanca, si vede." "Voglio vedere cosa mi farà." "Te lo racconterò io  domattina. Dormi ora." Le accarezzai la testa e continuai a stringere la sua mano fino a quando i suoi occhi si chiusero il respiro divenne regolare. Poco dopo entrò il ginecologo e sorrise vedendola dormire. Sistemò delle fasce sul suo ventre che facevano vedere i bambini e le mise al dito una molletta per controllarle il battito cardiaco. Mi fece  cenno di uscire e io lo seguii fuori dallo studio. "Prima ho evitato di dirlo per non far  preoccupare Matilde, ma la sua gravidanza è a rischio. Soprattutto nei primi mesi, se lo stress é alto il rischio di aborto spontaneo è maggiore e lei lo ha già vissuto. Le ho chiesto di lasciare la facoltà per evitare tutto ciò. Anche il matrimonio può essere fonte di stress e, anche se potreste essere aiutati, lei sarebbe comunque messa sotto pressione." "Quindi il suo consiglio sarebbe quello di non fare il matrimonio fino a dopo la nascita dei gemelli?" "Esatto." "Ok,  dirò anche con le nostre famiglie di non pressarla." Tornammo dentro e mi cadde l'occhio sulle due macchie sul monitor:  erano più grandi dell'ultima volta e ricordavano molto vagamente la forma di un bambino. Sorrisi, tornai di fianco alla mia ragazza e poggiai la testa sul lettino per dormire un po'. Mi ritrovai a pensare a come sarebbe stato tenere in braccio quei due esserini che, fra qualche mese avrebbero reso la nostra famiglia più numerosa. Non sapevo se sperare in due maschietti o due femminucce. Avere due femmine sarebbe stato bello: avrei potuto viziarle  e coccolarle tantissimo. Però avere due maschi sarebbe stato un sollievo per certi aspetti: sicuramente non si sarebbero lamentati se avessi regalato loro due cose diverse e  sarebbero stati molto più autonomi.  La scelta perfetta sarebbe stata un maschio e una femmina, ma essendo nella stessa sacca sarebbero stati dello stesso sesso. Forse la cosa più importante era la loro salute, ma mi piaceva fantasticare su come sarebbe stato con due piccoli in casa. Avremmo dovuto anche pensare a come sistemare la casa per il loro arrivo visto che non avremmo potuto metterli in sala e nella nostra stanza due culle non ci sarebbero state. Ma a questo avremmo pensato insieme io e Matilde in un altro momento. Feci appena in tempo a chiudere gli occhi che Morfeo mi portò con sé nel suo mondo.

Una parte di me ~ We stay together trilogy~# Wattys 2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora