Cap 18

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Siamo nella nuova casa da quasi un mese e mezzo, e devo ammettere che essere sistemati e avere la sicurezza di non doverci spostare mi fa stare un po' più tranquilla. Sara è andata via ieri pomeriggio, con mio grande diapiacere, visto che da oggi Samuele è in ferie. Oggi, 19 luglio, è il compleanno di mia sorella Giulia e abbiamo deciso di festeggiarlo qui a casa nostra insieme alla mia famiglia. Penso che ne approffitteremo per dire a tutti come chiameremo i gemelli, dato che non lo sa nessuno. Al momento sono seduta sul divano a guardare un programma di cucina, mentre il mio ragazzo sta cucinando per entrambi: è già, ormai io non riesco a fare nulla e lui si è visto costretto a fare i lavori di casa, compreso pulire. Vedo che mi sta venendo incontro con le braccia tese verso di me. "Vieni che è pronto da mangiare." Prendo le sue mani e, grazie al suo aiuto, mi alzo dal divano. Solitamente riesco a farlo, ma oggi ho un mal di schiena talmente forte che non riesco a stare in piedi. Tutto questo a causa di questo pancione che non la smette di crescere neanche ora che mancano due settimane al termine. Mentre stiamo mangiando provo a chiedere una cosa. "Samu, non è che potrei cucinare io per stasera?" "Non se ne parla, tu ti riposi o stasera crolli." "Dai amore, sono dieci giorni che non cucino. Prometto che faccio poco e se sono stanca te lo dico." Faccio la faccia da cucciolo e spero di convincerlo. Lui sbuffa e capisco di aver ottenuto quello che volevo. "Va bene, però dopo pranzo ti riposi e la carne la cuocio io." "D?accordo capitano." E metto la mano sulla fronte in segno di saluto militare. Lui scoppia a ridere, poi sparecchia mentre io vado a stendermi nel nostro letto. Mentre sono stesa mi ritrovo a pensare al fatto che fra pochi giorni stringerò i miei piccoli fra le braccia. A dirla tutta sono un po' spaventata, ma sicuramente ci sarà qualcuno ad aiutarmi.

Mi sveglio con la canzone - Di me e di te- degli Zero Assoluto che avevo impostato come sveglia nel cellulare per essere sicura che Samu non avrebbe barato. Mi alzo con non poca fatica dal letto e vado a farmi una doccia per rinfrescarmi. Per essere a metà luglio fa veramente troppo caldo: io ormai devo avere un vetilatore sempre puntato addosso per riuscire almeno a respirare. Una volta uscita dalla doccio mi asciugo il corpo e indosso un paio di pantaloncini neri e una canottiera rosa chiaro con lo scollo in pizzo sulla schiena, ovviamente elasticizzata. Lascio asciugare i capelli al vento e vado in cucina per iniziare. Samuele è fuori che sistema il tavolo grande sotto il gazebo. Comincio con il tagliare la verdura, mischiandola tutta, creando così un'insalata colorata che piacerà anche ai miei nipotini. Poi faccio una macedonia e un budino fresco come dolci. Nel frattempo Samuele ha già acceso la graticola e aspetta solo l'arrivo dei primi per mettere su la carne e il pane. Decido di andare ad apparecchiare mentre aspetto che arrivino i miei parenti. Verso le sette di sera cominciano ad arrivare i miei genitori, Angela con Davide e Sofia, Gabri con Ilaria e la piccola Lucia e, infine, la festeggiata con Marco e Luca. Diamo a mia sorella i regali e loro si siedono a tavola mentre io vado a dare una mano a Samu. Prendo una pentola in cui c'è già dentro la carne pronta e faccio per portarla al tavolo quando vengo colpita da una contrazione. Riappoggio il tegame sul mobile e faccio qualche respiro profondo. "Tutto a posto piccola?" "Sì, solo una delle solite contrazioni." Ormai ne ho una ogni tanto già da qualche settimana, ma il ginecologo ha detto che è assolutamente normale. Porto il tegame dagli altri e aspetto che arrivi anche il mio ragazzo prima di mangiare. La cena va avanti tranquilla tra chiacchiere, scherzi e giochi fino a quando una domanda dei miei genitori sovrasta il parlottio. "Allora, avete deciso i nomi dei gemelli?" Si voltano tutti verso di noi aspettando una risposta e Samu mi stringe in un abbraccio. "Sì, abbiamo deciso di chiamarli Francesco e Stefano." Dalla reazione avuta, devo dedurre che i nomi piacciano a tutti. Ci alziamo in piedi per brindare, poi ci spostiamo sui divanetti per stare più comodi. Poco dopo comincio a sentire il bisogno urgante di andare in bagno, così chiedo a qualcuno di accomapagnarmi. Alla fine vengono Angela, Giulia e Ilaria a cui ho promesso anche un giro nella camera dei piccoli. Nonostante sia stata in bagno per un quarto d'ora buono, ho ancora fastidio, però decido di non pensarci. Faccio vedere la camare dei gemelli e tutte e tre rimangono piacevolmente coplite, soprattutto quando scoprono che l'ha fatta tutta Samu. Stiamo scendendo le scale per tornare dagli altri, quando sento una fitta diversa dalle solite, più forte e lunga. Mi fermo a stringo il corrimano per non cadere. Giulia viene da me. "Mati, tutto bene?" "Credo le si siano rotte le acque." La voce è quella di Ila ma potrebbe essere stata chiunque, tanto avrei sgranato gli occhi lo stesso. Abbasso lo sguardo ed effettivamente ho una macchia scura all'altezza dell'inguine. Angela corre fuori a chiamare i ragazzi, mentre Giulia e Ilaria mi fanno scendere le scale con calma. Come tocco l'ultimo gradino, spunta il mio ragazzo dalla cucina, segiuto da tutti gli alri. "Mati sei sicura?" "Secondo te me la sono fatta sotto?!" Indico la macchia nei pantaloni. "Ok calmati, Giuli potresti andare a prendere la borsa nella stanza dei gemelli?" "Certo." Rimango aggrappata a Ilaria che, assieme a Samu mi accompagna alla macchina. Una volta in macchina Samuele chiama il ginecologo per dirgli che mi si sono rotte le acque e che stiamo arrivando, poi dice alla mia famiglia che li chiamerà quando starò per partorire e che ora aumenterebbero solo la nostra ansia. Loro capiscono e vanno a casa in attesa di novità. Partiamo e io sto cercando di calmarmi il più possibile. "Piccola respira, ti ricordi il corso pre parto?" Annuisco piano ricordando vagamente le lezioni di Sara. Nel giro di venti minuti arriviamo davanti all'ospedale: da lì escono il ginecologo seguito da un infermiere. Mi aiutano a uscire dalla macchina e mi fanno sedere su una sedia a rotelle. Prendo un respiro profondo prima di varcare la porta dell'ospedale. Piccoli di mamma, fra poco sarete con noi.

Una parte di me ~ We stay together trilogy~# Wattys 2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora