Punishment ~Echo~

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Mentre tornavamo a casa Andy mi prese per mano. In realtá non mi dispiacque, ma seppi che si stava aspettando qualcosa da me.
-Chloe!- urlò appena entrammo nell'appartamento.
-Non c'era la sua macchina, quindi penso che sia uscita- lo guardai.
-Oh, menomale- sorrise e si avvicinò a me -Sai, quel mini abito prima ti stava una meraviglia- mi aiutò a togliermi la giacca e l'appese all'attaccapanni alle mie spalle. Feci un passo indietro e finii con la schiena al muro.
-E poi ho visto quel bel reggiseno nero che hai- sussurrò sul mio collo mentre le sue mani si stavano infilando sotto la maglia dai fianchi e la mia eccitazione saliva.
-Andy..- mormorai -Non..- non finii la frase perchè gli presi il viso fra le mani e lo baciai. Era un brutto vizio che avevo, quello di non finire le frasi per baciare qualcuno.
Le sue mani scivolarono verso le mie cosce, afferrandole per tirarmi su le gambe che allacciai attorno ai suoi fianchi.
Il posto più vicino dove appoggiarmi era il bancone della cucina e Andy mi posò lì.
Mentre mi baciava il collo, mi sbottonò i pantaloni e mise una mano sopra gli slip già bagnati.
-Mmh piccola- iniziò a sfregare la mia intimità da sopra il tessuto facendosi odiare ancora di più per quella fantastica tortura che mi stava infliggendo.
I miei gemiti non fecero che aumentare finchè non ce la feci più di "soffrire" da sola e gli sbottonai i pantaloni per poi prendere in mano la sua erezione. I suoi occhi erano oscurati dall'eccitazione.
-Non te lo meriti- mormorai prima che mi togliesse i pantaloni insieme agli slip.
-Lo so piccola, ma so cosa sto facendo- infilò la testa fra le mie gambe e iniziò a baciare l'interno coscia. Col dito, invece, mi accarezzava il clitoride facendomi impazzire.
Gli infilai le dita fra i capelli implorandolo silenziosamente di darmi di più, e lui mi accontentò iniziando a leccarmi. Quando arrivai vicino all'orgasmo lo stronzo si tirò su e si leccò le labbra con aria divertita.
-C-Cosa c'è?- balbettai ancora sconquassata dal piacere.
-Non qui- sussurrò al mio orecchio prendendomi in braccio e andammo nella camera in cui stava lui.
Mi mise sul letto e rimase in piedi a guardarmi, ma io lo afferrai per la maglia e lo feci stendere sul letto.
Gli tolsi i pantaloni e la maglia ma gli lasciai i boxer. Quando vidi che se li stava per togliere gli bloccai le braccia sopra la testa e mi sedetti sopra il suo rigonfiamento.
Iniziai a strusciarmi sopra di lui sentendolo sempre più duro.
-Basta!- esclamò facendomi allentare la presa sui suoi polsi abbastanza da permettergli di capovolgere la situazione -Porto avanti io i giochi- sorrise.
Mi tolse la maglia e il reggiseno e lui si tolse i boxer.
-Non ho i preservativi, quindi facciamo attenzione- disse posizionandosi davanti a me.
-Prendo la pillola- mi guardò sorpreso.
-Sul serio? Cioè davvero prendi la pillola?- era confuso.
-Andy, non sono stata due anni senza far nulla. Ho avuto anche delle altre storie, ma ne parliamo un'altra volta, ok?- mi alzai con i gomiti e lo guardai.
-Va bene- annuì.
Appena mi penetrò sentii una sensazione di completezza che avevo sentito una volta sola, ma era una cosa così tanto lontana dal presente da sembrare quasi inventata.
-Da quanto tempo non scopi?- si spinse lentamente più a fondo facendomi inarcare la schiena.
-Quattro mesi..- quando iniziò a spingersi dentro e fuori iniziai a gemere ad ogni sua spinta e sempre più forte.
Volevo restituirgli il piacere, quindi lo feci mettere sotto di me con la schiena appoggiata alla testiera e iniziai a fare lentamente su e giù aumentando poco per volta il ritmo. Le sue mani erano sui miei fianchi che mi tenevano su di lui.
-Sei così bella..- mi mise una mano sul viso e mi baciò continuando ad aiutarmi a fare su e giù.
D'un tratto rallentai il ritmo. Adoravo la sua espressione sconvolta quando non otteneva ciò che voleva.
-Perchè?- chiese semplicemente.
La mia risposta fu un semplice sorrisetto che lo fece impazzire. Mi spostò di nuovo sotto di lui e si mise una mia gamba sulla spalla e ricominciò con un assalto feroce.
I gemiti si trasformarono in urla finchè, arrivati all'apice, venimmo entrambi stringendo i denti.
Una volta che le spinte si fermarono Andy si stese affianco a me e mi abbracciò.
-Ho sempre pensato che fossi un incapace a letto- risi e mi strinsi a lui.
-E invece? Qual'è la tua nuova considerazione?- chiese con aria divertita e allo stesso tempo appagata.
-Che sei un animale- ridemmo entrambi finchè non iniziai ad avere la pelle d'oca.
-Hai freddo?- mi guardò e quando annuii prese la coperta e la mise su entrambi.
Appoggiai la testa al suo petto e gli accarezzai il contorno del tatuaggio con la libellula.
-Ho visto che hai altri due tatuaggi- disse.
-Il nodo celtico ce l'ho da quando ho 16 anni, questo l'ho fatto prima della bussola- indicai il nome e la data di morte e nascita del mio primo amore.
-Sono molto carini- mi sorrise e mi accarezzò i capelli che erano diventati davvero lunghissimi.
-Cosa siamo Andy?- chiesi di getto -Cosa vogliamo essere?-
Lui sospirò e mi strinse più a sè. Tra le sue braccia sentii un fantastico senso di appartenenza che non avevo mai sentito così tanto.
-Io so che ti voglio, Echo, ma tu cosa vuoi essere? Che intenzioni hai per il futuro? Sai che tra poche settimane dovrò tornare a Los Angeles per lavorare e che non posso rimanere qui a meno che non rinunci alla mia carriera, ma io adoro il mio lavoro e, scusa se te lo dico, ma non ci rinuncerei mai, nemmeno per te, perchè forse è l'unica cosa certa che ho e che posso amare-
Le sue parole mi fecero rattristare.
-Sinceramente non lo so cosa voglio per il futuro, e forse ti voglio anche io ma in questo momento siamo troppo sbilanciati- lo vidi annuire, forse rassegnato.
Sospirai e lo baciai prima di accoccolarmi sul suo petto e addormentarmi.

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