Uscii in balcone e mi incrociai con Annie.
-L'hai messa al tappeto- mi sorrise.
-In che senso?- la guardai confuso, e anche un po' preoccupato.
-Mi ricordo che quasi tre anni fa vi odiavate, invece adesso siete una coppia degna di un romanzo- mi diede una pacca sulla spalla e rientrò in casa.
Mi girai verso Echo che lottava con la sdraio per non toccare lo schienale con le spalle ustionate.
-Mi sa che per un po' ti dovrai accontentare dello sgabello- accennai al piccolo sgabello nero su cui alloggiava da molto tempo il posacenere.
-Guarda, si vedono i buchi- si indicò il petto costellato da pallini rossi.
-Beh, sei comunque molto carina- sorrisi.
-Carina? Sono solo carina?- fece l'indignata per qualche secondo, ma poi rise.
Ultimamente la guardavo spesso, più spesso di quanto mi fossi mai soffermato ad osservare qualcuno.
Volevo imprimermi nella mente ogni singolo neo, ogni azione involontaria che il suo corpo faceva, ad esempio stringere le labbra in due linee sottili e parallele quando qualcosa non le va bene ma non vuole dirlo.
Pensavo di conoscerla in pieno ormai, pensavo che non ci fosse più nulla da scoprire in lei e che da lì in poi avrebbe iniziato solo a sorprendermi.
Dovetti ricredermi mentre si alzava e veniva verso di me.
-Smettila di studiarmi- mi disse.
-E perchè dovrei?- la guardai dall'alto in basso e sorrisi.
-Prima o poi ti annoierai e per te diventerò come una noiosissima lezione di matematica che si ripete all'infinito- abbozzò un sorriso, sottointendendo che ancora non credeva in noi.
Le presi il viso fra le mani e la baciai cercando di farle sentire anche solo una parte di come mi faceva sentire lei, senza nemmeno toccarmi.
-Non sei una noiosa lezione di matematica- appoggiai la fronte alla sua -Direi più che sei un insieme tra una fantastica lezione di biologia, nello specifico sulla genetica e sull'evoluzione umana, e arte allo stato puro- sorrisi.
Rimase per un po' senza parole, e questo stupì me dato che aveva sempre la risposta pronta.
-Non te l'aspettavi?- la guardai mentre sul suo viso si apriva un bellissimo sorriso.
-Non mi aspettavo di essere paragonata alle grandi scoperte della scienza- rise -L'arte era un po' scontata- mi pizzicò il fianco facendomi sussultare. In quel punto soffrivo terribilmente il solletico, e speravo non lo scoprisse mai.
-Dai, almeno sono stato originale- le baciai la fronte -Accontentati piccola-
-Sono solo.. venti centimetri più bassa, non sono tanto più piccola- si alzò sulle punte arrivandomi comunque solo fino al petto.
-Hai molti anni in meno però- la guardai e le spostai la solita ciocca rompicoglioni che le cadeva sul viso.
-Otto anni- mi incastrò per l'ennesima volta con quei suoi occhi così verdi e così belli che mi facevano venire voglia di stringerla a me.
Poi mi ricordai della sua scottatura.
-Già, ma imprechi già come quei vecchi ubriaconi che frequentano la bettola dove lavori- risi e mi sedetti sulla sdraio opposta alla sua.
-A me piace quel posto- si sedette anche lei e mi guardò con un filo di preoccupazione.
-Andy-
-Sì?-
-Per te è un problema che io abbia così tanti anni in meno rispetto a te?- si strinse nelle spalle -Voglio dire, so che stiamo bene insieme e tutto il resto, ma secondo te sarebbe un danno alla tua immagine se.. non so, se eventualmente decidessimo di stare insieme?-
Mi accesi una sigaretta e la guardai per forse un minuto, vedendola vacillare ogni secondo di più.
-Non mi interessa del danno d'immagine che potrei avere. In fondo sei una ragazza abbastanza grande da sapere ciò che vuoi e non penso che passerei qualche guaio semmai dovessimo fare "coming out"- mimai le virgolette con le dita -Forse l'unica cosa che mi preoccupa è tuo padre. Ricordo che aveva delle mani abbastanza grandi e dall'aspetto molto pesante. Per il resto non mi importa della differenza d'età, perchè sei una ragazza intelligente e bellissima- mi portai la sigaretta alla bocca per non dirle che la amavo.
La amavo?
Forse.
La volevo?
Certo.
-Per te invece?- la guardai -È un problema?-
-Nah, l'unico problema è mio padre- rise -Le sue mani sono pesani e abnormi- venne a sedersi affianco a me, mi tolse la sigaretta ancora a metà dalle mani e la mise nel posacenere.
-Era ancora..-
-Ti amo- mi interruppe.
-Cosa?- la guardai sperando di aver avuto un'allucinazione.
-Ti amo- il suo sorriso si spense un po', mentre quello strano calore, che non capisci se parte dallo stomaco o dal petto, di cui tutti parlano, iniziava a propagarsi dentro di me.
-Ti amo- risposi a mia volta.
Rimanemmo a guardarci per qualche istante prima di accogliere l'una tra le braccia dell'altro.
Non ci baciammo, restammo semplicemente abbracciati ad assaporare quell'attimo in cui c'eravamo detti qualcosa di nuovo, qualcosa che non fosse un gentile rifiuto da parte di uno dei due.
Solo noi, una sigaretta ormai spenta, Los Angeles sotto di noi e Annie con la sua Canon in mano.
-Ci stanno spiando- sussurrai a Echo che si girò di scatto verso l'altra ragazza che continuava a immortalare ogni attimo.
-Annie!- urlò diventando, se possibile, più rossa delle sue spalle.
-Scusate ragazzi- tornò dentrò e Echo si alzò per andarle dietro, ma la presi per il polso e la feci sedere di nuovo sulle mie gambe.
-Starà facendo vedere le foto ai ragazzi- la guardai e mi trattenni dal ridere della sua espressione preoccupata.
-Questa cosa mi preoccupa-
-Ci hanno già visti mentre ci baciavamo, e pensano tutti che stiamo insieme-
-E adesso stiamo insieme?- mi chiese.
-Se vuoi..- alzai le spalle.
-Dai, chiedimelo- fece un sorrisetto
-Cosa?-
-Di stare con te- rise -Fai finta di non avermi detto quella cosa prima-
-Mi prendi in giro?- risi.
-No- mi fece alzare e lei si sedette al mio posto.
-Ecco, in queste cose sei proprio una bambina- risi e mi inginocchiai davanti a lei e mi schiarii la voce.
-Echo Harper Jones, vuoi essere la mia ragazza?- la guardai.
Fece finta di pensarci. O ci stava pensando sul serio?
-No- rispose. Poi scoppiò a ridere e mi baciò -Certo che sì-
Tornammo dentro mano nella mano, e in contemporanea gli sguardi passarono da noi alle nostre dita intrecciate.CIAAOO
Allora, ho avuto la febbre da mercoledì a ieri sera e non immaginate il disagio. Tra l'altro giovedì sono andata in piscina con l'oratorio (faccio l'animatrice), ma dopo mangiato mi è tornata la febbre quindi sono rimasta seduta al sole e avevo comunque freddissimo.
Giuro che è stato un fottuto incubo. (So che tanto a voi fottesega dei miei sfoghi, volete solo il capitolo ma idc ve lo dico anyway).Momento "pubblicità"
Changing the Past - Myhriam
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World Of Sacrifice ~Black Veil Brides~
FanfictionSOSPESA Sequel of I Am Bulletproof ~Black Veil Brides~ -Ma io volevo affondare- urlai non riuscendo a trattenere le lacrime -Io non volevo rivedere le albe e o tramonti senza avere davanti i suoi capelli verdi, non volevo spaccare l'anta del mio arm...