-Ops- mormorai dopo essere entrato nel bagno e averla vista nuda.
Dovevo andare in bagno ma, essendo troppo assorto nei miei pensieri, mi scordai che lei si stava facendo la doccia.
Rimanemmo entrambi pietrificati dall'imbarazzo, ma i miei occhi la stavano ammirando in tutta la sua bellezza.
Stavo per scendere sotto l'ombelico con lo sguardo, quando il suo palmo si scontrò contro la mia guancia facendomi girare la testa.
-Si bussa, idiota- ringhiò coprendosi con l'asciugamano.
-Senti donna, capisco che é casa tua ma dovresti sbrigarti perché ho bevuto troppo caffé e adesso la mia vescica sta scoppiando- risposi massaggiandomi la guancia dolente.
Continuava a colpire forte, molto forte.
-Si bussa comunque, ora esci che devo vestirmi- disse allontanandosi dalla porta e prendendo dal mobile un flacone di crema per il corpo.
-Beh ormai potrei anche vederti nuda, tanto ti ho giá visto- feci un sorrisetto che lei ricambiò con un'occhiataccia.
-Esci. Di. Qui- sibilò lei.
Feci quello che mi aveva detto, mi richiusi la porta alle spalle e mi ci appoggiai con la schiena.
E adesso come avrei fatto a togliermi dalla testa l'immagine di lei completamente nuda? Della sua bellezza e dei suoi spigoli coperti di pelle? Fu una visione bellissima, fino a quando il suo schiaffo non si intromise.
Andai all'ingresso dove c'era un mobile con uno specchio e vidi che le sue dita mi erano rimaste evidenti sulla guancia.
Qualche minuto dopo la vidi in cucina mentre apriva il frigo e si piegava a prendere il cartone del succo di frutta alla pera.
"Cazzo, si piega pure con quei jeans e si aspetta che io non la guardi?" pensai massaggiandomi la nuca.
Appena si accorse di me diventò rossa come un peperone pure nel collo, e per non guardarmi si voltò verso il lavello. Aveva i capelli legati in una coda alta e disordinata, quindi vidi il tatuaggio sul suo collo. Una bussola.
-Cosa rappresenta quella bussola?- le chiesi cercando di smetterla di immaginarla senza vestiti.
Lei mi rivolse una veloce occhiata e poi tornò a sciacquare i bicchieri nervosamente. Chissá che non fu una semplice reazione alle domande inaspettate, quella di strofinare i bicchieri.
-Avevo chiesto a Louis di farci un tatuaggio insieme e lui aveva proposto una bussola, quindi me la sono fatta lo stesso- spiegò semplicemente.
-Capito- annuii e mi appoggiai al piano della cucina continuando a guardare i suoi movimenti. All'improvviso il bicchiere venne sbattuto sopra il piano del lavello facendomi sussultare.
-Ascolta Andy, io ci provo a non parlare di Louis ma é un pezzo del mio passato, non posso semplicemente scacciarlo via dalla memoria e a volte mi fa anche bene ricordarmi chi ero prima, come altre volte ci sto male. Ma é giusto così e io non ci riesco a non parlarne mai perchè alla fine, sia nel bene che nel male, é tutto merito suo se io oggi sono ciò che sono-.
La guardai e vidi un cocktail di emozioni abbastanza giustificabili data la sua confessione.
Le misi una mano sulla spalla e le sorrisi.
-Capisco che il mio tentativo di renderti serena é fallito miseramente- risi, e lei rise con me.
-Da dove vuoi iniziare con la visita della mia cittá?- chiese asciugandosi le mani su un panno.
-Sinceramente non saprei.. magari lo Space Needle- la guardai.
-Dobbiamo organizzare bene il tutto Andy, non possiamo fare le cose a caso- incrociò le braccia al petto.
-Smettila di fare la manager, ormai sei una barista- mi misi nella sua stessa posizione e risi della sua espressione di superioritá.
-Deformazione professionale- rise e prese carta e penna per organizzare la nostra giornata.~
Dopo aver visitato la Seattle Public Library ci avviammo a Elliott Bay, dove restammo per molto tempo a passeggiare sul lungo mare.
Il vento le scompigliava i capelli che le si attorcigliavano agli occhiali da sole in stile John Lennon.
Glieli risistemai il meglio che potevo e le accarezzai le guance fredde. Rimanemmo a sorriderci per un paio di secondi quando uno scatto di una macchina fotografica non ci fece girare verso un ragazzo dai capelli biondi ossigenati con una Nikon in mano.
-Ehi che stai facendo?- dissi avvicinandomi a lui lasciando Echo ad arrossire.
-Scusa amico, ma tu e la tua ragazza eravate perfetti per il mio compito di fotografia- rispose alzando le spalle -Comunque io sono Daniel- mi tese la mano che non presi.
-Fammi vedere quella foto- strinsi gli occhi.
-Oh, ehi non ti incazzare- alzò le mani facendo un passo indietro.
-Andy basta, non ha fatto nulla di male- si intromise Echo.
Il modo in cui Daniel la guardò mi fece ribollire il sangue.
-Fammi vedere la foto- ordinai.
Il biondino ci mostrò la foto e vidi che era stupenda. Era una scena autentica, intima e i suoi capelli sembravano volerci chiudere in una bolla solo nostra. Ma lei non ama me, e io non dovrei amare lei.
-È..- iniziò Echo.
-Perfetta- finì Daniel rimettendo a posto la macchina fotografica.
-Cosa devi farci con la foto?- chiese lei.
-Studio fotografia e per domani devo portare una foto che rappresenti le emozioni umane. Era tutto il giorno che giravo Seattle e ho pensato che senz'altro ci sarebbe stato qualcosa di interessante a Elliott Bay, ma quando ho visto voi ho visto la mia laurea in mano- rise.
-Andy, é solo una foto- Echo mi mise una mano sulla spalla vedendo la mia espressione arrabbiata.
-Quanto volete per farmi usare la foto?- chiese Daniel.
Pensai ad un eventuale prezzo e mi venne solo in mente che avrei voluto guardare quella foto per giorni e giorni.
-Due copie, una per me e una per lei- risposi accennando alla ragazza al mio fianco che mi rivolse un sorriso.
-Niente soldi? Solo delle copie?- ci chiese sorpreso e io annuii.
-Ok, vi lascio il mio numero così potrete contattarmi- mi porse un biglietto da visita con scritto sopra 'Daniel Smith. Fotografo professionista' e il numero di telefono.
-Non hai detto che studiavi ancora?- gli mostrai il biglietto.
-Quello é per il futuro- ridacchiò e poi ci salutò.
Il resto della giornata trascorse tranquillo e alla sera salimmo sullo Space Needle.
-Seattle di sera é bellissima- mi sorrise con i suoi occhi verdi così belli.
-Tu anche- mormorai.
-Cosa hai detto?- chiese.
-Nulla, pensavo ad alta voce- accennai un sorriso e dopo che annunciarono la chiusura ce ne tornammo a casa.
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World Of Sacrifice ~Black Veil Brides~
FanficSOSPESA Sequel of I Am Bulletproof ~Black Veil Brides~ -Ma io volevo affondare- urlai non riuscendo a trattenere le lacrime -Io non volevo rivedere le albe e o tramonti senza avere davanti i suoi capelli verdi, non volevo spaccare l'anta del mio arm...