7. Confusione.

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Il pranzo andò piuttosto bene, cercai di distrarmi e divertirmi come al solito con i miei amici ma con gli occhi di Michael puntati addosso fu difficile ignorarlo. Non volevo elemosinare la sua attenzione, mi aveva chiaramente detto che non gli importava nulla di me, il che era plausibile dato che ci conoscevamo da pochi giorni, passati in conversazioni di quattro parole neanche gentili. Non so perchè a me importasse tanto del suo pensiero, di solito ero spensierata e mi affezionavo difficilmente ad una persona che conoscevo poco. Michael era una sorta di incantesimo che cambiò radicalmente il mio modo di fare. Mi ritrovavo a pensare a lui nei momenti più inopportuni , mentre suonavo il piano o facevo altro in cui c'era bisogno di concentrazione. Mi aveva scombussolata ed ancora non capivo il perchè.
Mi ritrovai a raccontare tutto ciò al mio migliore amico in assoluto, Tyler. Viveva molto lontano da me, in America, andavamo al liceo insieme, ci siamo divisi quando sia io che la sua famiglia si è trasferita in un altro stato.
<< È da tanto che non ti fai viva, tesoro! >> Esclamò appena rispose alla mia chiamata.
<< Lo so Ty, mi dispiace, questi giorni sono stati piuttosto strani. >> Risi, e gli raccontai i vari avvenimenti.
<< Ti piace. È semplice, cara, pura matematica. >> Disse e lo immaginai mentre gesticolava al telefono.
<< Tyler. Non è matematica. E sono sicura al cento per cento che non mi piaccia, al contrario, credo di non sopportarlo neanche io. >> Risposi seria.
Lui rise ironicamente. << Il mio istinto gay mi conferma che ti piace, ed anche tanto dolcezza. Aspetta un attimo che controllo meglio. >> Esclamò interrompendosi un attimo. Attesi trattenendo un sorriso. << Si, decisamente. Il gay dentro di me è certo dei tuoi sentimenti. >> Continuò facendomi ridere.
<< Smettila Ty. Il mio istinto invece mi conferma che non è vero, ed è sicuramente più affidabile del tuo. Piuttosto, come va con Darren? >> Dissi cercando di cambiare discorso.
<< Al solito, continua ad andare al college mentre cerco qualche lavoro, l'affitto non si paga da solo.>> Rispose ma mi interruppe subito. << Oh! Mi sono tinto di nuovo i capelli! Fuxia mia cara, l'anno prossimo andrà di moda, ne sono certo. >> Disse ad alta voce come al suo solito. Allontanai la cornetta strizzando gli occhi.
<< Voglio una foto. Anche Michael si tinge i cape->> Iniziai pensierosa.
<< Vedi! Non fai altro che tornare a parlare di lui. >> Mi fermò. << Ragazza, ti piace.>> Mormorò cambiando tono di voce.
Aprii la bocca per contraddirlo ma mi superò. << E non provare a dirmi il contrario, non cambieró idea. >>
Sospirai scuotendo la testa.
<< Non può piacermi. Non so niente di lui, lo conosco da nemmeno una settimana. Sai che non sono solita ad infatuamenti. È troppo strano, sono cosí confusa. >> Sbuffai abbandonandomi sul divano.
Cosa mi prendeva? Dovevo assolutamente levarmelo dalla testa se quello che diceva Tyler era vero. L'unico modo che avevo per distrarmi era suonare. Quindi dopo aver attaccato il telefono, presi il mio zaino ed andai prima al locale, solo il piano mi avrebbe schiarito le idee.

La pianistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora