22. Comprensioni.

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<< Ne vuoi parlare? >> Chiese Luke sedendosi accanto a me sul divano.
Scossi la testa mentre bevevo il mio caffè, forse esagerai con la quantità ma ne avevo bisogno.
<< Ti farebbe bene. >> Disse poggiandomi una mano sulla gamba.
<< Luke.. Non ce la faccio. >> Risposi trattenendo le lacrime. Ogni volta che riuscivo a calmarmi qualcosa faceva in modo che tornassi a piangere.
<< Vorrei solamente capire cosa sta succedendo. >> Mormorò girandomi la testa per guardarmi.
<< Non lo so. Mi ha semplicemente confermato ciò che mi hai detto, vuole che gli stia lontano. Ha detto che è per il mio bene, so che è una scusa per togliermi di mezzo. Si è stufato di me. >> Raccontai chiudendomi nelle spalle.
<< Non è vero, Margot. Credo lo stia facendo davvero perchè è la cosa giusta. >> Sussurrò spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
<< Tu non vedevi l'ora che succedesse! >> Esclamai voltandomi.
<< Eri felice con lui, l'avrei accettato. >> Disse a denti stretti.
<< Esatto. Ero felice con lui. >> Mormorai poggiando la tazza sul tavolino. << Sono stata così stupida. >> Continuai scuotendo la testa furiosa.
<< Non è stata colpa tua. >> Mi disse Luke stringendomi a se.
<< Non voglio che tu stia male. >> Sussurrò baciandomi il capo.
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<< Oddio Margot, cosa hai combinato hai capelli? >> Esclamò mio fratello spalancando gli occhi.
<< Li ho semplicemente tagliati, Luke. Erano troppo lunghi, avevo bisogno di fare qualcosa di divertente. >> Dissi sorridendo.
<< Sei pazza. >> Mormorò venendomi incontro. Mi esaminò completamente, osservando i capelli come se fossero un alieno. Non li tagliai molto, mi arrivavano sotto l'orecchio, erano piuttosto corti ma mi davano un'aria più giovanile e spensierata. Ne avevo bisogno.
Mentre pranzavo sentii il motore di un'auto che parcheggiava accanto alla casa.
Corsi alla finestra per vedere chi fosse, era Michael. Mi nascosi dietro la tenda, osservandolo con attenzione. La sua vista mi provocò una bruttissima sensazione di disagio e nostalgia, il cuore mi batteva a mille.
Uscì dall'auto piuttosto scombussolato, aveva i capelli disordinati ed i vestiti spiegazzati. Si diresse verso casa sua velocemente, lanciando uno sguardo verso casa mia. Entrò nella villetta, chiudendo tutte le finestre.
Sospirai, allontanandomi e tornai in cucina. Era una situazione così triste.
<< Dovrei parlargli. >> Disse Luke osservandomi preoccupato.
<< E dirgli cosa? Ormai è finita. Facciamo finta che non sia successo nulla. Pensa che ti avrei anche chiesto di farlo lavorare con voi.. >> Risposi con voce rauca.
<< Devo parlare assolutamente con lui, non riesco a vederti così. >> Continuò corrugando la fronte.
<< Smettila Luke, non torneremo insieme! >> Urlai lasciandomi scappare un singhiozzo disperato.
<< Voglio aprirgli gli occhi. >> Sussurrò dirigendosi verso la porta.
<< Non ti immischiare. >> Mormorai cercando di bloccarlo.
Si divincolò dalla mia stretta uscendo di casa.

La pianistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora