10. Avvertimenti.

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Tornai a casa velocemente, verso l'una e mezza di notte. Michael ed io chiacchierammo tutto il tempo di qualsiasi cosa, sembrava una persona diversa. Se proprio avessi dovuto innamorarmi di lui, mi sai innamorata di quel Michael, non del ragazzo cupo e scontroso che mostrava il resto del tempo. Mi raccontò della sua infanzia, seppur reticente, riuscii a convincerlo a parlarmene. Era figlio unico, sua madre venne a mancare un paio di anni prima, come nostra madre. Sembrava davvero ferito dall'accaduto, ed ero assolutamente certa che non l'avesse superato. Non aveva mai avuto un bel rapporto con suo padre, quindi appena ebbe la possibilità di partire si trasferì. Riuscii ad identificarmi in ogni sua parola, aveva ragione, eravamo molto simili.
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<< Sai che ora è? >> Chiese Luke appena arrivai a casa. << Ti ho chiamata un sacco di volte. >>
Controllai il telefono, c'erano almeno dieci sue telefonate.
<< Scusami Luke, sono stata qui accanto tutto il tempo, credimi. Non mi sono accorta che fosse così tardi. >> Ansimai appoggiando le mie cose accanto all'ingresso.
Mi guardò con un cipiglio. << Cos'hai fatto da Michael? Credevo ti stesse antipatico. >> Disse incrociando le braccia.
<< Si, cioè, non più. Abbiamo parlato, mi ha fatto vedere i suoi strumenti, ha un pianoforte magnifico. Non.. Non è come sembra, Luke. È diverso dal ragazzo che credevo di conoscere. >> Spiegai sperando che mi credesse.
<< So che è un ragazzo in gamba, ma non possiamo fidarci completamente di lui. Ho visto come ti guarda, potrebbe dire di tutto per impressionarti. >> Mormorò avvicinandosi a me.
<< In che modo mi guarda? >> Chiesi alzando gli occhi al cielo.
<< Ti mangia con gli occhi. Sembra un matto quando ti osserva, come fai a non accorgertene? >> Rispose pensieroso.
<< Cerco.. Di evitare il suo sguardo. E sinceramente credo che tu sia paranoico. Sono stanca, vado a letto. >> Dissi sospirando.

La pianistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora