Tre giorni.
Sono tre giorni che sono qui.
Ho da parte della carne di coniglio e ancora delle riserve d'acqua.Saranno le 10:00 del mattino e sono stesa sul mio letto improvvisato.
Ho uno strano presentimento. Non me la sento di uscire oggi.
Sento delle grida, provenire dal bosco.
Mi alzo di scatto ed estraggo il mio pugnale.
Mi sporgo appena, per vedere cosa succede.
Dalla montagna vedo un ragazzo scendere di corsa.
Non mi nota, ma ovviamente nota la torre. Inizia ad arrampicarsi.
Mi nascondo, sempre tenendo il pugnale in mano.
Lui si butta di peso dentro la stanza.
Rimane steso, cercando di riprendere fiato.
Fuori le grida si fanno più forti, finché non si affievoliscono nuovamente.
Il ragazzo si alza.
Esco dal mio nascondiglio nelle tenebre e da dietro la sua schiena, punto il pugnale contro la sua gola.
"Oh cazzo." Dice, irrigidendosi.
"Chi sei?" Domando, con voce ferma.
"Una persona." Risponde, sarcastico.
"Un'altra battuta così e ti trovi la lama nella trachea, d'accordo?"
"Okay, okay, scusa. Mi fai voltare almeno e devo continuare a parlare con il tuo coltello?"
Lo abbasso appena, per lasciarlo girare.
Lui fissa il muro davanti a sé.
"Più in basso, genio." Dico, poggiandomi una mano sul fianco, continuando a tenere il pugnale alto.
Lui abbassa lo sguardo ed i nostri occhi si incontrano.
"Sono veramente stato catturato da una ragazza?" Esclama, ironico.
Alzo la gamba e con la punta del piede colpisco esattamente il nervo nel retro del suo ginocchio.
Il ragazzo cade a terra, dolorante.
"Vuoi spaccarmi il ginocchio?!" Domanda, toccandosi il punto dolente.
"Questo è per aver dubitato di me. Prova a sminuirmi un'altra volta e ti ritrovi il pugnale in un rene."
"Va bene, la pianto." Lo aiuto ad alzarsi.
Lo osservo più attentamente.
I suoi vestiti sono tutti neri.
Indossa dei jeans neri, delle scarpe nere, con il bordo bianco - comode per il bosco... notare il sarcasmo... -, una canottiera nera.
Anche lui porta un mantello, tutto nero. Arriva fino al suolo e il cappuccio gli copre buona parte del viso.
Le maniche sono corte, anzi, oserei dire inesistenti.
È notevolmente alto. Forse più di un metro e ottanta.
Noto una spada dall'aria letale, che gli penzola sul fianco sinistro.
Le dita sono tutte coperte da dei guanti ad anello artigliato, neri. Gli raggiungono le nocche delle mani, una striscia sottile di metallo nera, che collega gli anelli ad artiglio al polso, legandoli saldamente.
Sono ben decorati, con quello che sembra argento.
Ora capisco.
È un Reckless.
"Chi sei?" Insisto, guardandolo.
Lui si toglie il cappuccio.
I capelli biondi gli ricadono scompigliatamente sul viso.
"Sono Ross. Ross Lynch. Tu bassina, sei?"
"Laura Marano. E chiamami ancora bassina e ti ritrovi nella scarpata."
"Hai finito di minacciarmi?!"
"Quando finirai di fare il sarcastico, sì."
"Sono un Reckless. Come puoi pretendere che io smetta di essere sarcastico?! O spericolato!"
"Chi erano quelli da cui scappavi?"
"Freaks. Sono ovunque ormai."
"Freaks? Chi sono?" Domando, abbassando l'arma.
"Braves e Reckless che una volta spersi nel bosco, hanno unito le forze.
Sono come Robin Hood. Solo più letali." Spiega, senza troppi giri di parole.
"Oh. Perché ce l'avevano con te?"
"Pensano che uccidendo inutilmente nuove reclute, potranno rubare più facilmente ai ricchi."
"Okay..."
"Hai del cibo?" Domanda, improvvisamente. "Sono tre giorni che non tocco niente. I Freaks mi davano la caccia da giorni."
Annuisco. Prendo alcuni pezzi di carne che avevo messo da parte e glieli porgo.
Lui inizia a divorare il piccolo pezzo, già mezzo piluccato.
"Che ne dici di allearci?" Propongo, appena Ross butta l'osso da una parte.
"Come?"
"Allearci. Cerchiamo di non farci ammazzare, insieme."
"Sono un Reckless. Il mio compito è quello di farmi ammazzare. A noi non interessa degli altri, solo di noi stessi. Se tu fossi nei casini, io non farei niente. Per noi è così. Tu ti cacci nei casini, tu ne esci." La sua espressione è soddisfatta.
"Non mi interessa. Cercheremo di cavarcela, insieme, almeno per un po' di giorni, me lo devi. Avrei benissimo potuto pugnalarti fin da subito, invece ti ho lasciato in vita e ti ho dato il mio cibo."
"Non cambia niente."
"Cambia eccome. Sei al sicuro, con cibo e un potenziale riparo. Fidati, fa la differenza." Continuo, rimanendo in piedi, mentre lui si appoggia al muro.
"Come vuoi. Non lamentarti quando ti abbandonerò."
"Pensala come ti pare. Ora alzati. Dobbiamo perlustrare il territorio."
"Non siamo cani da caccia." Mi provoca.
"No, ma là fuori, gli altri ragazzi non si farebbero scrupoli a ucciderci, anche solo per un pezzo di carne." Inserisco le mie armi nella cintura e sistemo la carne avanzata, in un sacchetto.
"Chi te lo dice?"
"Voi Reckless non siete esattamente affidabili. Molti Braves non sanno sopravvivere in un bosco.
I Reckless ci attaccherebbero per portarci via la carne e i Braves per non venire uccisi." Lui mi fa un cenno con la testa.
"Un punto per te. Hai ragione."
Mi avvicino a lui e gli alzo appena un lato della maglia.
"Cosa fai?!"
Gli lego il sacchetto alla cintura.
"Ti rendo utile." Rispondo, con noncuranza. "Andiamo."
Mi affaccio dalla finestra e salto, atterrando sulla punta dei piedi e il palmo delle mani.
Appena mi sposto, scende anche Ross, il quale atterra sulla pianta di un piede, un ginocchio e una mano, in una mossa elegante.
Ci incamminiamo nel bosco.
"Torneremo alla torre?" Domanda, camminando al mio fianco.
"No. I Freaks avranno capito che sei lì, torneranno questa notte, convinti di tenderti un'imboscata. Presto altri arriveranno.
Si sono diretti tutti a Sud o Ovest, come stupidi. Là i corsi d'acqua sono troppo piccoli o inattraversabili e l'acqua non è potabile.
Se avessero un minimo di buon senso, sarebbero già venuti ad Est.
Quando si accorgeranno di aver sbagliato, verranno qua."
Ross sembra sorpreso. "Sei sorprendentemente intelligente."
"Oh beh, grazie." Dico, con una risata. "È semplice logica di sopravvivenza."
"Noi Reckless andiamo ad impulso. Non ci interessa di come cavarcela. Alla fine lo troviamo sempre un modo."
Ci addentriamo nel bosco, dirigendoci verso Sud.Inizio a sentire vari rumori, che non promettono per niente bene.
"Fermo." Blocco Ross, allungando la mano verso il suo petto.
"Cosa?" Lui resta in silenzio e inizia a sentire gli scricchiolìi anche lui.
Estrae la sua spada e la impugna saldamente, con entrambe le mani.
Io tolgo l'arco e la freccia dalla collana, i quali prendono forma nella mia mano.
Continuiamo a camminare.
Ross aumenta il passo.
"Vai piano, attirerai l'attenzione." La mia voce è appena udibile.
Ma Ross, pur avendo sentito le mie parole, continua a camminare.
Finché non lo vedo.
Un grosso lupo nascosto nell'ombra.
L'animale compie un balzo, alla sinistra di Ross.
Incocco la freccia e in una frazione di secondo la scaglio contro la bestia.
Essa cade a terra, morente.
Un'altra freccia mi comprare nella mano e scaglio anche quella, in direzione del cuore.
L'animale emette un latrato, poi smette di muoversi.
Il respiro di Ross è pesante. Guarda prima il lupo, poi me.
"Prego." Riprendo a camminare.
"Dove stai andando?"
"Lontano da qui." Ross mi raggiunge.
"Perché?"
"I lupi non girano mai da soli. Girano in branco. Se questo era solo uno, il resto deve essere vicino. Ci divoreranno."Perché ho deciso di portarmelo dietro?
~Angolo autrice:
Rossybear complessato è arrivato :3 yay!
Come state?
Io ho sonno ed ho bisogno di sostegno psicologico. Davvero.
Domanda: ultimo libro letto? →
Io ho riletto Cercando Alaska *^*Votate e commentate ;)~
Ellingtons-wife
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The Reckless & The Brave || A Raura Fanfic.
Fanfiction"Che ne dici di allearci?" "Come?" "Allearci. Cerchiamo di non farci ammazzare, insieme." "Sono un Reckless. Il mio compito è quello di farmi ammazzare. A noi non interessa degli altri, solo di noi stessi. Se tu fossi nei casini, io non farei niente...