Non so esattamente dove mi trovo.
So solo che è un posto leggermente buio e umido.
Sono sveglia da alcuni minuti, ma non riesco a riprendermi.
Mi sento stanca ed affaticata, anche se non ne ricordo il motivo.
Non ricordo nemmeno come ho fatto a perdere i sensi.
So che sono seduta sulle gambe di qualcuno, la parte superiore del mio corpo è appoggiata contro il suo petto e la mia testa è poggiata sulla sua spalla.
So che dovrei agitarmi, ma il bruciore che mi colpisce la pelle mi preoccupa di più.
Apro gli occhi, sbattendoli velocemente.
Davanti ad essi, vedo solo la mascella ben definita di qualcuno.
Un ragazzo.
Ross.
Cerco di alzarmi.
La sua mano destra si appoggia sulla mia schiena, all'altezza dei reni, come per impedirmi di muovermi troppo.
Appena sono seduta abbastanza decentemente, osservo Ross.
Lui ha il viso stanco, ma calmo.
Ha un livido sul viola intorno al collo.
Mi sorride.
"Hey." Mi saluta, cercando di essere gentile.
"Che è successo?" Domando, portandomi una mano alla testa.
Noto delle fasce sotto al tessuto dei guanti.
Ne noto altre sulle mie ginocchia, che partono dalla fine dei pantaloncini, fino alla parte alta del polpaccio.
"Delle semplici piante assassine, che ci hanno quasi ammazzati."
"Oh."
"Dopo che hai perso i sensi, sono riuscito a liberarmi, usando il tuo pugnale.
Ho tagliato i rampicanti che ti stavano intrappolando e grazie alla carrucola dei miei guanti sono riuscito a portarci via da lì.
Adesso siamo riparati dentro uno degli edifici. Doveva essere un ospedale o un campo base di qualcuno. Ho trovato varie fasce e degli antidolorifici." Spiega, con voce calma.
"Grazie." Rispondo, sedendomi accanto a lui.
"Sono io a doverti ringraziare.
Tu potevi benissimo scappare, ma hai cercato di aiutarmi e ci hai rimesso e basta. Mi dispiace."
"Non preoccuparti. Te lo avevo detto. Dovevamo collaborare per rimanere vivi. Così abbiamo fatto."
Lui osserva il muro pieno di crepe, davanti a sé.Osservo la stanza nella quale ci troviamo.
È al buio. Il Sole batte dalla parte opposta dell'edificio, rendendo in ombra questo.
C'è una finestra rettangolare, stretta e lunga. I bordi sono leggermente crepati.
Nel muro davanti a noi ci sono varie fessure, causate sicuramente dall'erosione dell'acqua piovana.
C'è uno solo scaffale, dal quale alcuni scompartimenti sono crollati.
C'è un tavolo in legno, ormai marcio.
Il pavimento è composto da pietre grezze, molto umide.
Ross ed io siamo seduti su quelle che sembrano coperte.
La porta pende rovinosamente dai cardini. I bordi di essa sono quasi tutti rotti o addirittura mancanti.
Dietro quella che è ormai un'asse di legno sconnessa, vedo delle scale."Hai visitato questo posto?" Domando, rivolgendomi a Ross.
Ha una garza attorno al gomito sinistro.
Con la mano destra si tocca insistemente il livido sul collo.
"Non mi ha neanche sfiorato l'idea.
Ho trovato questo posto ed ho solo cercato piante mediche e delle fasce per le ferite. Ho curato le tue, poi ho fasciato alla meno peggio quella nel mio braccio." Dice, continuando a toccare il punto dolente.
"Dai, ti aiuto." Mi avvicino a lui. "Hai ancora delle piante mediche?"
Lui annuisce. "Sono dentro quel contenitore." Indica una piccola scatola in metallo, sul tavolo.
Mi alzo, cercando di mantenere l'equilibrio.
Apro il coperchio, rovesciando il contenuto sulla mia mano.
Ci sono delle piccole foglie sul verde/blu. Trovo anche una garza, leggermente strappata.
Prendo gli oggetti e torno da Ross, per medicarlo.
Mi accovaccio al suo fianco.
Poggio la mano libera sotto al suo mento, per fargli alzare la testa.
Vedo meglio il segno.
È abbastanza scuro e deve fargli parecchio male.
Appena alza di più la testa, il suo pomo d'Adamo spunta abbastanza in fuori.
Passo le foglie mediche sulla ferita, delicatamente.
In alcuni punti la sua pelle è addirittura lacerata ed escono piccole gocce di sangue.
In quei punti tampono le ferite, con le foglie.
Lui resta sempre fermo, senza dire niente, senza neppure emettere un verso di dolore.
Niente.
Avvicino la garza, ma mi ferma.
"Non c'è bisogno di quella. Teniamola da parte per una necessità."
"Ma devi essere medicato, Ross."
"Non preoccuparti, non è grave. Potrebbero tornarci utili più avanti." Annuisco, so che discutere non avrebbe senso, è troppo testardo.
Gli porgo le bende.
Lui apre il mantello nero, sistemandole in una delle tasche interne.
"Dovremmo perlustrare il posto e cercare un modo per uscire da questa città, evitando i rampicanti."
"D'accordo. Prima però, prendiamo alcune medicine, potrebbero tornarci utili."
Fra le varie boccette, ne prendiamo un paio.
Sono in metallo, con il tappo svitabile.
Sono anti-dolorifici.
Ross prende il sacchetto che gli avevo affidato il giorno che ci eravamo conosciuti.
Sistema le boccette al suo interno, poi se lo assicura ad uno dei passanti dei jeans.
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The Reckless & The Brave || A Raura Fanfic.
Fanfiction"Che ne dici di allearci?" "Come?" "Allearci. Cerchiamo di non farci ammazzare, insieme." "Sono un Reckless. Il mio compito è quello di farmi ammazzare. A noi non interessa degli altri, solo di noi stessi. Se tu fossi nei casini, io non farei niente...