Alzai un sopracciglio.
"Allora cosa?", lo raggiunsi sull'ultimo gradino ed entrammo in camera.
Entrò dopo di me e chiuse la porta.
Non capivo e lui iniziò a tentennare.
Sarebbe potuta essere qualsiasi cosa, temei il peggio quando lo vidi abbassare lo sguardo.
L'eroina? Poteva trattarsi di questo?
Mi sedetti sul letto, tenendo i miei occhi puntati su di lui.
"Ti fa ancora male?"
"Come sai che mi fa male?", lo guardai, abbastanza confusa "o meglio, come sai cosa mi fa male?"
Scandii bene ogni parola.
Si sedette sulla sedia della scrivania, muovendola fino ad arrivare difronte a me.
Socchiusi gli occhi.
Alex starà di sicuro pensando che stiamo riproducendoci come conigli. Dio.
Sorvolando i rumori provocati dalla sedia, mi concentrai su di lui.
"Hm... stanotte hai pianto –anche abbastanza disperatamente- perché sentivi male"
Soffocai una risata.
"E' così divertente?" aggrottò le sopracciglia.
Sapeva essere serio in momenti inadeguati ed essere inadeguato in momenti seri.
"Beh, sì. Immagino una me ubriaca persa piangere perché tu mi hai fatto male alle parti basse", e ridacchiai, tentando di ritrovare la serietà.
Scosse la testa, mimando un no con le labbra.
"Piangevi prima che io.. tu... quello", gesticolò, frenetico.
Mi fermai un secondo a pensare.
"Ne sei davvero sicuro?", mormorai.
"Già, ed è iniziato tutto perché volevo aiutarti..."
Ci fu una pausa.
Trattenni per troppo tempo la risata che uscì qualche secondo dopo.
Era troppo.
"Genn, deve soltanto venirmi il ciclo" continuai a ridere.
"E ti riduci a piangere per dolori insopportabili alla figa?!", sbottò, isterico.
Annuii, ridendo ancora.
Avevo seriamente le lacrime agli occhi.
"Ogni ragazza ha problemi diversi durante il ciclo, a me di solito... beh.. fa male lì. In più dopo stanotte è amplificato, ma niente di preoccupante", mi alzai e gli diedi un frontino.
"Ma sei stato carino a preoccuparti così per me, cucciolo", lo presi in giro, aprendo la porta.
"No, no, aspè!" mi corse dietro "non ti sta venendo un tumore alla vagina quindi?!" urlò.
Mi fermai in mezzo alle scale, girandomi verso di lui ad occhi spalancati.
Alex fece capolino dalla porta della cucina, fissando Genn.
Mi lasciai cadere sul gradino e risi come non avevo mai fatto.
Tanto da farmi venire i crampi alla pancia.
"Un tumore alla vagina!" ripetei urlando e ridendo "ALEX, UN TUMORE ALLA VAGINA"
Alex, dal canto suo, rise di gusto a quell'affermazione.
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The smell after rain. // Genn Butch
Hayran KurguLo guardai mentre, seduto scompostamente sul divano, suonava la chitarra in modo molto poco professionale e sputava parole senza quasi importarsene. Lo sguardo fisso in un punto, senza guardarlo veramente. Quello era il modo più bello in cui sapeva...