05

531 35 1
                                    


La scusa funzionò e fu più che credibile.

Sulla strada per il ritorno eravamo abbastanza andati, e fra spintoni vari arrivammo più o meno interi.

Certo, io ero caduta al suo primo spintone, ma ero viva.

Forse ancora un po' brilla.

Appena arrivati, ci stravaccammo in modo scomposto sul divano.

"Sono stanchissima...", dissi levandomi una scarpa con l'altro piede.

"Posso proporti una cosa losca?", si girò verso di me, levandosi anche lui le scarpe.

Ormai era come se fosse davvero casa sua, quella.

Annuii, accucciandomi in un angolo del divano e coprendomi con la coperta di pail rossa.

"Domani è l'ultimo giorno di scuola prima di Natale" fece un verso per lo sforzo nel levarsi una scarpa "... e se non ci andassimo?"

"Solo se beviamo, però", feci il broncio.

Perché? Ancora mi chiedo perché.

"Non ti è bastato tutto quello che hai cacciato in bagno?", rise.

"Sono di nuovo brilla ma troppo sobria" scrollai le spalle.

Alzò un sopracciglio.

"Allora sei davvero la principessa dell'alcol!" e si alzò, guardandosi intorno per cercare qualcosa da bere.

"Birra non ce n'è" mi lasciai cadere su un lato, rubando anche un po' del suo posto.

"Allora cosa devo cercare e dove?", mi guardò, sospirando perché sapeva diaver perso il suo angolo al caldo.

"Tequila, sulla mensola dietro di te. Lime e sale sono nel mobiletto sopra al lavello!", ridacchiai, soddisfatta.

"Ohoh, andiamo giù pesante oggi!"

Tornando verso di me, si sedette sulla mia testa.

"OH! OOH!", annaspai per cercare aria.

"Ti stai levando?", mi guardò, alzandosi.

Mi alzai, accucciandomi in un angolo. Di nuovo.

Mi passò la bottiglia.

"Lime e sale?", domandai, aprendola.

"Mah, ti dirò... meglio ubriacarsi senza motivi per stare male e vomitare pure l'anima ulteriormente", mi passò un bicchierino.

"Tu non sai bere, per nulla..." versai la tequila ad entrambi.

"Sì che so bere, ma quelli servono per stare più sballati", buttò giù lo shottino.

Buttai anch'io giù il mio.

Solita smorfia da parte di entrambi.

"E perché non vogliamo sballarci di più?", riversai ad entrambi.

Ridacchiò.

"Stai cercando di portarmi a letto?", rise di gusto.

Diventai totalmente rossa, guardandolo ad occhi sgranati.

"No!", posai la bottiglia sul tavolino "non pensarci nemmeno!"

Iniziai ad agitarmi, nell'imbarazzo totale.

Non era quello il mio fine, io volevo solo distrarlo.

A costo di vomitare tutta la notte.

Ma non avevo nemmeno provato a pensare di poterlo portare a letto con me.

The smell after rain. // Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora