"L'hai detto anche tu: non stiamo assieme."
Mi guardò negli occhi insistentemente come per capire se fossi seria o meno, senza lasciare mai la presa sul mio polso.
Pensai alla povera sigaretta che il vento stava fumando al posto mio, così la presi con l'altra mano.
In quel momento pensai che forse Gennaro aveva altro in mente, forse era lui ad essersi illuso di qualcosa che in realtà non c'era.
"Non stiamo assieme, ma questo non significa che non ci sia stato qualcosa." lasciò la presa sul mio polso.
Ed era vero.
"Dipende da cosa intendi con quel qualcosa," esalai il fumo ancora una volta "cosa c'è stato fra di noi?"
"Sesso," rispose, posso giurare di averlo visto sorridere per un secondo "natale."
Lo incitai con lo sguardo a continuare.
"Forse anche di più, per quella storia e per tutto il tempo che passo da te."
Capii che avevo ragione, Gennaro aveva in mente qualcos'altro rispetto a ciò che volevo io.
Stavo per parlare, ma semplicemente mi fermò.
Baciandomi.
Lì per lì non capii davvero cosa stesse succedendo, ma intuii che non era lo stesso tipo di vicinanza che cercava la notte prima. No.
Qui era diverso, con una mano dietro alla mia nuca e nessun movimento con la lingua, cercava un contatto casto.
Non chiusi gli occhi, rimasi rigida.
Quella non fu la prima e di certo non fu l'ultima volta che Gennaro mi baciò, eppure mi lasciò con un tremendo amaro in bocca.
"Tu vuoi altro." disse, allontanandosi di poco e poggiando la sua fronte sulla mia.
"Voglio aiutarti." chiusi gli occhi.
"Lo stai facendo, Pola."
"Non come vorrei," mi separai dal suo viso "sta succedendo qualcosa di diverso da ciò che avevo previsto."
"Cosa?" rispose in un sussurro.
"Tu provi qualcosa per me?" cercai un contatto con i suoi occhi che non arrivò.
Tenne la testa bassa e sorrise appena, calciando un sassolino.
"Provo troppo per te."
Feci per rispondere, ma m'interruppe prima che potessi aprire bocca.
"Ma non sei della stessa idea, lo so."
Annuii.
"Non credo di provare le stesse cose." sospirai, "ma questo non vuol dire che voglio mandarti via e lasciarti a morire per strada."
Mi guardò per qualche secondo negli occhi, poi li richiuse e si scompigliò i capelli.
"Perché te l'ho promesso, Genn." mi avvicinai a lui e lo costrinsi a fissare le sue iridi chiare nelle mie.
"Non farlo per pena, ti prego."
"Non provo pena nei tuoi confronti." gli sorrisi leggermente "provo ammirazione."
"Ammirazione?" aggrottò le sopracciglia "sono un tossicodipendente."
"Un tossicodipendente che vuole portare la sua vita avanti da solo."
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The smell after rain. // Genn Butch
FanfictionLo guardai mentre, seduto scompostamente sul divano, suonava la chitarra in modo molto poco professionale e sputava parole senza quasi importarsene. Lo sguardo fisso in un punto, senza guardarlo veramente. Quello era il modo più bello in cui sapeva...