{Chapter 12: Faith}

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Le conseguenze delle nostre azioni 
sono sempre così complicate, 
così mutevoli, 
che predire il futuro 
è davvero molto difficile
 

(Albus Silente)

La lezione di Difesa contro le Arti Oscure finì piuttosto in fretta di quanto James si era aspettato. Era da tempo che desiderava imparare gli Incantesimi Non Verbali, ed oggi si era anche rivelato il migliore del corso, suscitando anche l'invidia di alcuni ragazzi. Soprattutto di Newt, che era riuscito solo in alcuni incantesimi ma non in tutti. Anche se, oltre all'invidia, provava un senso di ammirazione, perché il ragazzo era stato degno veramente del nome che portava in questa situazione. Così come lo era stato quando lo aveva difeso davanti ai suoi amici. Aveva preferito lui a loro. Lo sfigato ai popolari.
Lo aveva veramente giudicato male prima di rendersi conto di che tipo di persona fosse.
I due compagni di banco, uscirono dall'aula di Difesa insieme.
Cominciarono ad avviarsi lungo i corridoi del castello, diretti verso la prossima lezione.
"Sei stato formidabile!" gli disse Newt.
"Una delle poche cose con la quale sono tutti d'accordo"
"Sempre Mister Modestia, eh, James?"
"Sempre! Che lezione hai adesso?"
Newt si fermò, prese l'orario dalla cartella e lo consultò.
"Vediamo, ora ... ora ho due ore di Cura delle Creature Magiche. Per fortuna che l'altro insegnate è malato. Hagrid mi sta molto più simpatico!"
"Anche se, un giorno, potrebbe farti analizzare un drago in carne ed ossa?"
"Sempre meglio di uno che ti fa imparare gli abitudini degli Snasi da più di due mesi! Invece tu che hai, piuttosto?"
"Ehm ... fammi pensare ... due ore di Pozioni! Puah ..."
"Ti piace come materia, insomma!" disse Newt sarcastico.
"Guarda l'adoro! Sogno di lavorare in un laboratorio, uscito da qui!" rispose l'altro con lo stesso sarcasmo.
Newt rise di gusto dopo questa affermazione e James lo imitò.
"Beh, i sotterranei non sono lontani. Vuoi che ti accompagni?" gli propose il biondo.
"Magari,sì!" esclamò l'altro.
"Ehi ragazzi!" disse una voce familiare avvicinandosi a loro. I ragazzi si voltarono e videro Sammy e Scarlett.
"Ciao ragazze!" dissero in coro.
Poco dopo, James scoccò a Sammy un bacio veloce sulle labbra.
"Newt, vieni a lezione?" chiese Scarlett.
"Sì, accompagno prima lui a Pozioni, però ..."
"Quindi ..." disse Sammy intervenendo "Avete fatto pace?"
"Io direi che < < appianato le divergenze> > sia più appropriato, vero Newt?"
"Infatti, sì!"
"Wow, sono così contenta!" disse Sammy entusiasta, abbracciandoli entrambi. "Finalmente non sono costretta a dividermi in due."
"Sai, mi sbagliavo sul tuo ragazzo Sam. E' in gamba."
Newt batté una mano sulla spalla dell'amico. James gli sorrise.
"Sì, anche tu non sei malaccio." annuì l'altro.
"Beh, noi andiamo o faremo tardi!" esclamò Scarlett.
"Ah, aspettate ... venite a vedermi alla partita di Sabato? Ci conto!" chiese James, speranzoso.
"Contro chi giocate?" domandò Sammy.
"Contro di voi ..." James era malizioso. Sammy adorava quel suo lato.
"Beh, allora non ti aspettare che faccia il tifo per te ..." disse lei, altrettanto maliziosa.
"Come no? Sono il migliore e sono il tuo ragazzo!"
"Ma sei della squadra avversaria ..." convenne Scarlett.
"Esatto!"disse Newt.
"Comunque sono sempre il migliore."
"Su questo non c'è dubbio!" disse Sammy. Lo baciò e poi gli sussurrò all'orecchio "Non prendertela, dai ..."
"Va bene, fa come vuoi." Sospirò l'altro per poi baciarle la guancia. "Ci vediamo a pranzo?"
"Ok ... ciao ragazzi ..."
"Ciao, a dopo!" disse Newt.
Le altre ricambiarono il saluto e poi si avviarono nella direzione opposta, rispetto a loro.
 
Durante il tragitto per arrivare all'aula di Pozioni, un ragazzino che andava abbastanza di fretta, si avvicinò loro. Si trattava di Albus Severus Potter, il fratello di James un anno più piccolo. Albus aveva dei bei lineamenti, un sorriso luminoso, capelli neri spettinati quasi quanto quelli del fratello e due splendidi occhi verdi, ereditati dal padre. Nonostante il suo aspetto quasi simile a James, però, i due avevano caratteri completamente diversi: Albus era calmo, dolce e pacato ... James invece era testardo, fastidioso e abbastanza menefreghista. Almeno fino a quando aveva conosciuto Sammy. Da allora, il suo comportamento era più o meno cambiato, ma non sarebbe mai arrivato ai livelli del fratello.
 
"Jamie ... ti stavo cercando!" esclamò Albus, appoggiandosi sulle ginocchia per riprendere fiato.
"Mi hai trovato, Al! Che c'è?"
"Domanda: ti è arrivata la lettera di papà?"
"Lettera? Quale lettera?"
"Papà non ti ha inviato una lettera?"
"Non so di cosa stai parlando, fratellino."
"Uff, va bene. Allora riassumo: in pratica lui si è messo d'accordo con il padre di Scorp, stranamente, per fare una cena tutti insieme verso Natale!"
"Cosa? Dobbiamo andare a cena a casa del tuo opprimente fidanzato?"
"Innanzi tutto non è opprimente, anzi, tutto il contrario. E poi, pare che si sia deciso finalmente a dire a suo padre di noi due."
James cadde sulle ginocchia con un' espressione a dir poco teatrale dipinta sul viso. Allungò le mani al cielo.
"Miracolo! E' un miracolo! Ci ha messo ... da quant'è che state insieme? Due anni? Due anni per ammetterlo. Sia fatta lode al cielo!"
"Puoi alzarti e smetterla di fare l'idiota?"
"Idiota io?" domandò il fratello tirandosi in piedi "Per la cronaca non sono io quello che si è fidanzato con il figlio degli acerrimi nemici dei nostri genitori."
"Ne abbiamo già parlato, Jamie! Potresti anche smetterla di trattarlo in questo modo. Ciò che è accaduto in passato, appartiene ai nostri genitori, non a noi. Scorp non è cattivo!"
"Ma nelle sue vene scorre sangue di ex Mangiamorte! Lo sai come la vedo, Al. Ti ho espresso la mia opinione due anni fa. Se non mi vuoi stare a sentire sono affari tuoi!"
Come rendendosene conto solo in quel momento, gli occhi di Albus ricaddero su Newt. Il suo primo ragazzo, la sua prima vera cotta. Si fissarono per lunghi istanti, senza proferire parola.
Il pentimento di averlo lasciato, si lesse chiaramente negli occhi del moro. Era da qualche mese che le cose con Scorpius non stavano girando bene e il ragazzo si era ritrovato molte volte ad interrogarsi se non fosse andata diversamente se fosse rimasto con Newt.
Se non lo avesse lasciato per Scorpius.
"Ciao, Newt!" gli disse, con tono leggermente tremante nella voce.
"Ciao Al!"
Forse gli mancava.
Anzi, gli mancava eccome.
Newt era stato per lui un punto di riferimento, una guida.
Ma lui aveva deciso di mollare tutto questo, perché si era innamorato di Scorpius.
Ora in quel momento, tra tutte le litigate che avevano avuto lui e Scorpius, voleva solo che le braccia di Newt tornassero ad infondergli tepore.
"Come ... come stai?" chiese Albus.
"Come ogni altro essere umano: soggetto all'entropia, al decadimento ed infine alla morte."rispose Newt con il tono di voce che invitava l'altro a far cadere il discorso.
Già provava sentimenti non corrisposti verso Thomas, figuriamoci se doveva affrontare anche il < < problema Albus> >. Non ne poteva più di lui.
Aveva già sofferto abbastanza quando la loro relazione era giunta al termine, non voleva farlo di nuovo.
Aveva dato tutto per Albus, tutto!
E lui in cambio, lo aveva tradito. Era stronzo esattamente quanto Nick.
Avrebbe voluto far morire quella conversazione sul nascere. Non riusciva più neanche a sostenere il suo sguardo, infatti, iniziò a trovare interessantissimo il pavimento sotto di se.
"No, dai sul serio. E' tutto okay?" domandò di nuovo Albus.
"Tutto okay, si!" rispose l'altro senza tanti giri di parole.
"Sei ancora arrabbiato, vero?"
"Per il fatto che mi hai tradito, Al? No, sono superiore alle cavolate di un bimbetto che non sa ancora cosa fare della sua vita. Sei solo un inetto, Albus. Non vali niente."
James decise di non intervenire.
Doveva esserci un motivo valido se Newt riserbava tutto questo rancore nei confronti del fratello.
Vide gli occhi di Albus inumidirsi.
Si era sentito veramente offeso, James glielo leggeva.
Provò pena per lui. Dopotutto era il suo fratellino e se qualcuno si fosse azzardato a toccarlo, James gli avrebbe fatto rimpiangere di essere venuto al mondo.
Ma sapeva anche che Al aveva la sua vita e se l'era sempre riuscita a gestire nel migliore dei modi.
Avrebbe superato anche questa..
Albus si asciugò gli occhi; poi riprese il controllo di se stesso.
Si rivolse a James.
"Allora, verrai alla cena, Jamie? Per me sarebbe importante, lo sai."
Il tono di James si addolcì; non voleva causare altro dolore al fratello.
"Non so. Dipende dal giorno ..."
"Papà dice che probabilmente, anzi, quasi sicuramente sarà il 18 dicembre."
"Cavoli! Proprio quel giorno?"
"Perché?"
"Sammy vuole farmi conoscere i suoi genitori. Così mi ha invitato a cena per quella sera!"
"Quindi ... tra voi due ancora va?"
"Già. Fa strano anche a me. Ti farò sapere se magari mi libero!"
"Ed io proverò a cambiare giorno. Ci vediamo, Jamie!"
"Ci vediamo, Al!"
I due fratelli presero direzioni differenti. Quasi quanto le loro vite.
James non chiese a Newt il motivo della rottura con il fratello.
Aveva già capito.
 

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