{Chapter 17: Bergson}

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                                               "Pensa da d'azione e agisci da uomo di pensiero."  

                                                                                (Henri Bergson)

Senso di colpa: è un qualcosa che ti attanaglia, che ti pervade l'animo, incatenandoti a sé senza darti alcuna possibilità di liberarti.

Era ciò che provava Albus Severus Potter nei giorni che seguirono l'arrivo degli amici di Clary: senso di colpa. Lo sentiva ogni volta ch era in presenza di Scorpius, ogni volta che quest'ultimo gli diceva 'ti amo', ogni volta che si baciavano.

Per Newt non era lo stesso: non provava niente. Era brutto da dire, ma Albus gli serviva solo per raggiungere uno scopo: dimenticarsi di Thomas. Lo sfruttava; sfruttava e basta. Non lo amava né lo considerava importante per la sua vita. E lui non lo sentiva, il senso di colpa.

D'altronde, questo su di noi agisce in maniera differente. C'è chi ne viene oppresso, come Albus, e chi lo considerava solo un puntino nero su un foglio di carta bianco, come Newt. Che sentimento strano!

Sempre in quegli stessi giorni, Scorpius si accorse di un cambiamento da parte di Albus. Credendo che il fratello potesse sapere che cosa stava succedendo, il ragazzo decise di parlargli, pur sapendo che forse l'altro lo avrebbe potuto tranquillamente mandare a quel paese, dato che non gli stava simpatico.

Lo vide per caso un giorno nei corridoi del castello, mano nella mano con Sammy.

Decise di tentare.

"Ehi Jamie!" disse non appena gli fu vicino.

"Cosa?" disse quello, sprezzante. Il nervosismo nell'attesa di una risposta da parte di Magnus si faceva sentire sempre di più. E poi diciamo che Scorpius non era proprio la persona che considerava più importante al mondo. Sammy decise di tacere.

"Ehm... potrei parlarti un secondo?"

"Non ho proprio tempo per qualche sciocchezza da Serpeverde, scusami ..." rispose James, prendendo per mano Sammy e trascinandola via.

"Si tratta di Al!" gridò Scorpius, per farsi sentire.

James si paralizzò sul posto. Sussurrò a Sammy di andare avanti e che l'avrebbe raggiunta dopo, prima di baciarla sulla guancia. Tornò da Scorpius, poi. Sapeva che Albus non gli aveva parlato della faccenda del libro e aveva paura che avesse scoperto qualcosa.

"Che ha combinato, quel babbeo?" domandò.

"Speravo potessi dirmelo tu..." disse Scorpius, stringendosi nelle spalle.

"Cioè?"

"Ultimamente mi sembra molto strano... cerca in tutti i modi di evitarmi e fa di tutto per restare da solo... tu ne sai niente?"

E certo che James sapeva! Aveva un'unica risposta alle domande di Scorpius: Albus lo tradiva. Aveva tirato a indovinare, direte voi? Ovvio che no. Li aveva proprio visti, Albus e Newt. Era successo la notte di una settimana prima: stava riportando il Veritaserum nell'armadietto delle pozioni, sotto il Mantello dell'Invisibilità; fortunatamente nessuno dei professori si era accorto dell'assenza dell'intruglio. Newt e Albus erano avvinghiati in uno dei corridoi; James li aveva osservati a lungo, non potendo credere a quanto vedeva; se n'era andato poco dopo, decidendo di parlare dell'accaduto con il fratello quanto prima, solo che fra tutto se ne era completamente dimenticato.

Guardò Scorpius, cercando di non far trasparire la pena che provava per lui in quel momento. Non gli era mai piaciuto quel ragazzo, ma a vederlo ora gli parve la persona più innocente del mondo. Essere traditi era la prova che la persona che credevi di amare non ti amava più. Lui aveva quasi rischiato di tradire Sammy, una volta, e aveva giurato a sé stesso che non le avrebbe fatto provare mai quel dolore. Capiva Scorpius. Voleva dirgli la verità, ma le parole gli morirono in bocca; non poteva farlo. Sarebbe dovuto toccare ad Albus: lui sosteneva di essere ormai grande abbastanza e ne avrebbe dovuto dare la prova, ora.

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