Capitolo 5

6.9K 318 14
                                    

Spalanco gli occhi al suono di quelle parole un attimo prima che le sue labbra si posino sulle mie.
Mi irrigidisco, sono veramente sorpresa. Dopo qualche secondo chiudo gli occhi e lentamente schiudo la bocca, ricambiando il bacio. Ora posso finalmente baciarla senza il timore che lei non voglia. È un bacio lungo e dolce, le sue mani accarezzano la mia schiena e le mie sono tra i suoi capelli. Vorrei che questo momento non finisse mai.
Senza smettere di baciarla, sposto le mani sul suo collo e sento il suo cuore battere veloce. Sorrido e lei mi morde il labbro inferiore. Gemo piano.
Mi dà un ultimo bacio e poi rimane ferma a guardarmi, con le mani a coppa sotto il mio viso. Si mette seduta sul letto e mi fa cenno di farlo anch'io. La accontento. Alzo lo sguardo su di lei e vedo che si sta mordendo il labbro guardando la mia bocca. Sorrido imbarazzata, non sapendo cosa dire.
Lei si riavvicina e ricomincia a baciarmi, facendomi sdraiare sul letto. Infila le mani sotto la mia maglietta e il mio corpo viene scosso dai brividi. Inizia a baciarmi il collo, il petto, fino ad arrivare al seno. Mi accarezza piano, seguendone le linee. Indugia lì per qualche secondo, prima di prenderlo tra le mani. Inarco la schiena per andarle incontro, gemendo. Ricomincia a baciarmi la bocca, il collo, il petto, il seno. Sono scossa da brividi di piacere lungo tutto il corpo.
Ribalto la situazione, mettendomi sopra di lei e iniziando a baciarle collo e petto. Sono quasi arrivata al seno, quando la porta si apre. Mi sposto subito e ci mettiamo sedute sul letto, facendo finta di parlare.
«Eccoci qui» mamma e papà entrano, ignari di quello che stava succedendo tra me e Ennie un attimo prima. «Stasera ci saranno i fuochi» ci informa papà. «Andate a vederli con i ragazzi?»
«Volentieri» rispondiamo io e Ennie. Andiamo fuori in terrazzo mentre i miei si alternano per fare la doccia e preparare da mangiare.
«Dovremo aspettare un po', mi sa» mi sussurra all'orecchio, prendendo il lobo tra i denti. Faccio un verso strozzato e lei ridacchia mordendosi il labbro. Dio, cosa le farei quando fa così..

Due ore dopo io e Ennie siamo pronte per uscire. Abbiamo appuntamento coi ragazzi al bar della spiaggia, dove rimarremo per un po', prima di andare a vedere i fuochi d'artificio nel solarium del residence dove alloggiamo.
«Hey, che succede?» mi sussurra Ennie per non farsi sentire dagli altri. «È da quando siamo qui che sei strana.»
«Sono omofobi» ammetto, con lo stesso tono di voce abbassato.
«Lo so, lo hanno appena detto.» Fa una pausa, prima di annunciare: «Io e Tess andiamo un attimo in bagno.» Mi allunga la mano e io la seguo. Appena entriamo mi prende e mi bacia. Quanto la amo. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Le sue labbra sono come una droga. Le nostre lingue si incontrano e ci baciamo più appassionatamente.
Nel bel mezzo del bacio, esce una ragazza da uno dei bagni. «Ops, scusate» arrossisce e se ne va subito.
Io e Ennie ci guardiamo e iniziamo a ridere. «Okay, forse è meglio rimandare anche stavolta» sentenzia ridendo.
«Direi anch'io» convengo.
Usciamo dal bagno mentre i ragazzi stanno già pagando, pronti per andare al solarium. «Veloci, mancano solo dieci minuti e noi siamo ancora qui!» Albert è agitato, adora i fuochi e non ha nessuna intenzione di perderseli.
Andiamo al residence e saliamo le scale, l'ascensore è occupato. Dopo sei interminabili piani, arriviamo. Ci sono già una ventina di persone che aspettano. Riusciamo a trovare un posto un po' meno affollato dove si vede bene comunque e ci sdraiamo sui lettini, aspettando che inizino i fuochi.
Dopo qualche minuto, dei lampi colorati entrano nel mio campo visivo. «Iniziano!» li indico. Sono uno più bello dell'altro: oro, argento, rosso, verde, blu. Alcuni hanno persino una forma a cuore. Proprio mentre un altro fuoco d'artificio a forma di cuore si sta formando, Ennie mi picchietta la spalla con un dito, così mi giro e lei sorride maliziosa. Stavolta sono io che prendo l'iniziativa e la bacio. È un momento magico che ricorderò per sempre, lo so.

Il resto delle giornate al mare trascorre tranquillamente, con qualche bacio tra me e Ennie, ma nulla di più.
Ormai sono passati cinque giorni da quando siamo tornate, così la chiamo e le chiedo di venire da me. Verso le quattro del pomeriggio arriva. Iniziamo a guardare un film in camera mia, il suo preferito: World War Z. Non si stanca mai di guardarlo e a me piace parecchio, quindi non mi lamento. Finito il film metto via il computer e rimaniamo sdraiate sul letto a guardare il soffitto. Né io né lei diciamo una parola. Non c'è tensione nell'aria, per fortuna. Anzi, è rilassante.
Mi giro verso di lei. Mi sta guardando con un sorriso. «Ho qualcosa in faccia?» chiedo.
Lei ridacchia. «No, sei solo bellissima.» Mi alza per i fianchi e mi porta sopra di lei. La bacio accarezzandole i capelli. Le mie mani scorrono sui suoi fianchi, e le sue lo stesso. Interrompo il bacio per darle baci leggeri sul collo, sul petto. «Avevamo un conto in sospeso» spiego, senza guardarla negli occhi. Passo la lingua sul suo seno prosperoso, sentendola gemere. Unisco una mano alla lingua, provocandole ancora più piacere. Nel mentre, la sua mano si avvicina ai miei glutei, palpandoli. Gemo anch'io, felice del momento che stiamo condividendo. Torno alla sua bocca e la bacio ancora e ancora.
«Ti amo così tanto» mormoro.
«Anch'io. Non ti immagini quanto.» Mi accarezza la guancia, con un sorriso debole ma vero. Di quelli che fanno le persone quando sono intenerite. Sorrido anch'io e la bacio un'ultima volta.
«Grazie» mi dice.
La abbraccio. Un semplice abbraccio, innocente. Respiro il suo profumo, così buono. Sa da casa. La mia casa.
«Grazie a te.»

L'amore che cercavo ➳ lesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora