Guardo per l'ennesima volta il vialetto che ho di fronte. Nell'ultimo mese l'avrò percorso almeno una ventina di volte, è come la mia seconda casa. È metà febbraio, ma sugli alberi stanno già cominciando a crescere alcune foglie. Mi incammino sui sassi fino a raggiungere la porta in legno massiccio. Suono il campanello per qualche secondo e vedo un bambino di otto anni sbucare fuori dalla porta. «Ciao Tessa» mi sorride caloroso. «Lau è di sopra.»
Mi chino per dargli un bacio sulla guancia. «Grazie Christian» dico salendo le scale. È il fratello minore della mia ragazza e ci siamo stati simpatici fin da subito. È un bambino molto dolce che adora la compagnia e, allo stesso tempo, la solitudine. Ho sempre ammirato le persone che riescono a stare bene anche da sole. Non è da tutti.
Quando entro nella camera da letto di Lauren vedo il letto disfatto completamente e il pigiama per terra. Lei non c'è. Comincio a raccogliere il pigiama e a sistemare il letto. Mentre appoggio il cuscino sopra le lenzuola, sento la voce di Lauren dietro di me. «Sei troppo perfettina.» Sussulto per lo spavento e mi alzo, guardandola. Mi avvicino per baciarla: le sue labbra sanno da caffellatte, avrà appena fatto colazione.
«Allora, sei pronta?» mi chiede.
Aggrotto le sopracciglia. «Per cosa?»
«Avevi detto che volevi lasciarti alle spalle il passato, o sbaglio?»
La guardo ancora più confusa. «Si, e con questo?»
Sulle sue labbra comincia a formarsi un sorriso. «So cosa ti serve. Vieni con me.» Mi prende per mano e mi porta in cantina, dove suo padre lavora come parrucchiere. La stanza non è molto grande, sul pavimento ci sono ancora alcune ciocche di capelli e a destra c'è un lavandino con un mobiletto che contiene shampoo, balsami e tinte varie. Vedo una scatoletta di tinta rossa sopra un ripiano vicino al lavandino. Lauren mi porta dentro e mi fa sedere sulla poltroncina. «Non chiedere nulla finché non ti do io il permesso» ordina, mettendomi un asciugamano sopra le spalle e iniziando a lavarmi i capelli. La lascio fare e mi rilasso mentre mi massaggia la testa. Mette amore anche in questo semplice gesto. Una volta finito, mi mette un asciugamano in testa e mi porta alla poltroncina davanti allo specchio. Mi lega un grembiule intorno al collo e prende un paio di forbici. «Quando una donna vuole cambiare, parte sempre prima dai capelli» cita. «Adesso taglierai i ponti con il passato.» Prende una ciocca di capelli tra le dita e me la allunga assieme alle forbici. «Forza, taglia» mi esorta. Guardo la mia figura nello specchio e sono consapevole che non potrò tornare indietro se lo faccio. Sposto lo sguardo sulla ciocca e sulle forbici che ho in mano. Mi immagino che la ciocca sia tutto quello che ho passato quest'estate, tutto il male che ho provato, e in un attimo tengo in mano la ciocca tagliata: non me ne sono nemmeno resa conto, ho dato un taglio netto, quello che mi serviva. Lascio cadere a terra i capelli e mi sento libera da un peso. Afferro l'altra ciocca e taglio via anche quella. La getto a terra e la guardo ridendo. Alzo gli occhi su Lauren. «Ora sei te che devi finire.»
Lei sorride prendendo il rasoio. «Con piacere.» Lo accende e si avvicina alla mia nuca. Mi guarda in cerca di un'ultima conferma, che riceve. La sento passare lo strumento sui miei capelli e li sento cadere, li vedo cadere. Rimango imbambolata a guardarla mentre si impegna a tagliarmi i capelli. Ha la lingua di fuori, come se questo l'aiutasse a fare meglio, a concentrarsi di più. Anche Ennie ha quest'abitudine. No, basta Ennie. Ora quello che c'è stato tra noi è a terra con quei capelli, nel passato.
«Chiudi gli occhi» mi sussurra Lauren all'orecchio. La accontento e mi prende il braccio per poi posarmi sopra la poltroncina del lavandino. L'odore di tinta mi invade le narici, mentre me la passa sui capelli.
«Che colore mi stai facendo?» domando curiosa.
«Sorpresa» ridacchia, facendomi l'occhiolino.
Dopo dieci minuti mi sciacqua e mi porta di nuovo davanti allo specchio. «Pronta a vedere come stai?»
«Si» affermo.
Si dirige verso un cassetto, prende il phon e lo attacca alla spina. Mentre mi asciuga i capelli mi sorride allo specchio per incoraggiarmi. Le sorrido anch'io per tutto il tempo. È così bello avere qualcuno che si prende cura di te.
Sono così persa nei miei pensieri che non mi sono nemmeno accorta che ormai i capelli sono asciutti.
«Beh?» domanda Lauren, ansiosa.
Mi guardo allo specchio. I miei capelli lunghi non ci sono più. Ora sono rasati sul lato sinistro e con un piccolo ciuffo a destra. E sono rossi, di un rosso perfetto, quello che ho sempre voluto. Mi spunta un sorriso spontaneo mentre la bacio. «È stupendo» affermo.
«Sono contenta che ti piaccia, Tess.» Ha un sorriso così tenero che non riesco a resistere dal rubarle un altro bacio.
«Per te le sorprese non sono ancora finite, eh» annuncia. «Rimettiti scarpe e giubbotto e sali con me in macchina.»
«Per andare dove?» urlo, cercando di farmi sentire mentre saliamo le scale.
Si ferma all'improvviso e si volta verso di me. «Sorpresa.» Fa l'occhiolino e mi prende la mano per portarmi fuori di casa.
«Ma non c'è niente che non sia una sorpresa, oggi?» rido, chiudendo la portiera.
«No, niente.» Mi dà un ultimo bacio sulle labbra prima di mettere in moto la macchina e impostare il navigatore sul cellulare. Prima che copra con la mano il display, riesco a leggere la destinazione: il mare.
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L'amore che cercavo ➳ lesbian
Teen Fiction«Non sento il bisogno di avere qualcuno al mio fianco per sentirmi amata.» Questo era quello che diceva costantemente Tessa. Forse perché non aveva ancora capito di che genere di persona avesse bisogno. PREMESSA: Questa storia l'ho scritta un po' pe...