Capitolo 13

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«Allora, dove vai a festeggiare il nuovo anno?» mi chiede Lauren mentre si veste. Abbiamo fatto l'amore due volte e il tempo passa troppo in fretta quando fai qualcosa di bello. È stata un'esperienza meravigliosa e non sono pentita di ciò che abbiamo fatto. Lo rifarei se potessi tornare indietro, nello stesso identico modo.
«Vado con Ennie al Central Room, non so se sai..-»
«Certo che lo so!» esclama. «Ci dovevo andare anch'io con Sam, oggi!»
«Davvero?» domando incredula.
«Si, davvero! Ci andiamo tutte e quattro insieme?» propone. È felice come un bambino la mattina di Natale. È buffissima. «Ti preeego» si inginocchia ai miei piedi con le mani giunte e gli occhi dolci.
A quella scena scoppio a ridere. «Certo, assolutamente.»
In un attimo riprende il controllo di sé. «Bene, avverti quelle altre due.»
Scuoto la testa sorridendo e invio un messaggio a Ennie per informarla, e lei risponde dicendomi che l'accompagnerà Sam e ci troveremo direttamente alla festa.
Il tragitto dura mezz'ora circa e quando arriviamo il parcheggio è quasi pieno. Il locale non è molto grande, ha un solo piano. Ci sono un ventina di divanetti con tavolini per mangiare e, in un angolo, un bar. Il bello di questo posto è che puoi bere anche se sei minorenne, a patto che non ti ubriachi. I partecipanti alla festa sono ragazzi e ragazze tra i 15 e i 20 anni, ma non conosco nessuno. Verso le otto arrivano le pizze, insieme alle immancabili ritardatarie Ennie e Sam. Ci troviamo un tavolino e ci sediamo a mangiare, mentre un ragazzo mette la musica ad alto volume. Il suono rimbomba sulle pareti e comincia a venirmi il mal di testa.
«Che ne dite se facciamo un gioco?» chiede Ennie.
«Spara» dicono in coro Lauren e Sam.
Ennie mi guarda e fa l'occhiolino. «Beer pong» afferma.
Alzo gli occhi al cielo. È fissata con questo gioco da quando gliel'hanno fatto provare degli amici della sua ex un anno fa. Mi alzo e vado a chiedere al barista dei bicchieri di carta e della birra. Quando è tutto pronto, cominciamo a giocare. Alla fine del gioco, io e Lauren abbiamo bevuto due bicchieri, Ennie sei, Sam uno. Prendiamo dei drink e due shots di vodka secca a testa e li beviamo in un sol sorso. La mia sfortuna è che vado via di testa con poco alcool. La testa comincia leggermente a girarmi e ho la vista un po' appannata, ma riesco a reggermi in piedi. Lauren mi chiede di portarle un altro drink, così mi alzo e vado al bar. Sto per tornare indietro col drink, quando un ragazzo poco più alto di me mi si avvicina.
«Non credi di aver già abbastanza alcool in corpo?» sogghigna.
Lo fulmino con un'occhiata. «Non è per me, lasciami in pace.» Faccio per tornare al tavolo, ma lui mi blocca il passaggio.
«Perché non rimani qui con me?» chiede posandomi una mano sul fianco. Arretro, ma lui non cede. Si riavvicina.
«E te che cazzo vuoi dalla mia ragazza?» Il ragazzo si volta e vedo Ennie in piedi davanti a noi. Un momento, Ennie?
«Questa sarebbe la tua ragazza?» mi indica il ragazzo. «Ma non farmi ridere. Le piace altro, credimi.»
Lei afferra il mio braccio e mi tira a sé, baciandomi. Le sue labbra non hanno il suo sapore. Sanno da alcool, da vodka. Sono così buone che non riesco a resisterle. La bacio con foga, senza pensare al ragazzo che ci fissa incredulo, alle persone nella sala, alla musica, a Lauren o Sam. Non capisco niente, l'alcool mi fa sembrare tutto così semplice e naturale.
«Vado in bagno» dico e mi dirigo verso la mia meta. Mentre vomito mi sembra di avere la lava nell'esofago. Brucia tantissimo. Quando esco dalla cabina, mi sciacquo la bocca e mi rinfresco il viso. Quando alzo lo sguardo, vedo il trucco colare lungo le mie guance. Me ne ero dimenticata. Rido a questa scena, anche se faccio paura. Poco dopo, appare l'immagine di Ennie sullo specchio.
«Sei bella anche così» ridacchia indicandomi il viso. Si avvicina per baciarmi e io la lascio fare. La prendo per mano e usciamo dal bagno. Cerco il nostro tavolo. Quando Lauren mi vede, si alza e se ne va fuori dal locale. La seguo, barcollando un poco. L'aria fresca mi fa bene, mi sento più padrona di me.
«Lauren» biascico. «Lauren!» riprovo a chiamarla, ma esce una specie di lamento.
Lei mi sente lo stesso, perché si volta. «Perché mi hai seguito?» ringhia.
«Sei la mia ragazza» affermo. «È ovvio che ti seguo.»
«Ah, davvero? Non è Ennie la tua ragazza?» domanda sarcastica. La guardo confusa e lei fa una risata amara. «Vi ho viste, prima. Mentre vi baciavate.»
Comincia a salirmi il panico. E l'alcool comincia a parlare per me, per quanto io provi a fermarlo. «Perché la amo.»
«Anche io amo Sam, ma di certo non mi metto a baciarla davanti a te!» urla con le lacrime agli occhi. «Cazzo!» urla di nuovo, tirando un pugno al muro.
La prendo subito tra le mie braccia, voglio rassicurarla. Io amo anche lei e non voglia che pensi che la volevo ferire. Toglie le mie braccia dal suo corpo e ricomincia a urlarmi contro. Non sento ciò che dice, non distinguo le parole. Metto le mani sulle orecchie per non sentire. Le urla continuano e mi accovaccio a terra cominciando a piangere. Piango, piango, non so per quanto. Voglio solo che finiscano le urla. Mi stanno spezzando.
Dopo un tempo che pare un secolo, Lauren mi tira via le mani dalle orecchie e le stringe tra le sue. «Ti amo, ti amo Tess.» Una lacrima cade sul mio viso. «Ti prego, alzati. Sono qui, ti amo.» Mi alzo a fatica e le urla tacciono. Non sento più niente, solo un leggero fischio e la voce ovattata di Lauren.
«Sono qui, mi senti?» Mette le mani a coppa sotto il mio viso e mi bacia dolcemente. Mi sento vuota, impassibile, sono immobile.
«Si, ti sento» rispondo, quando le nostre labbra si separano. «Mi dispiace, non so perché l'ho fatto..» Mi sento orribile. Orribile a tradire così Lauren, che mi ama e vuole rendermi felice. Odio questa situazione. Odio me per i miei errori, per ciò che faccio. Per ciò che sono. «Perdonami» la voce mi si incrina ed è tagliente come una lama.
Lei mi bacia ancora e ancora, facendomi capire che mi ama e sa che la amo anch'io, anche se in modo diverso, e questo le basta.
Sospira. «Bel fine anno, eh?» chiede ironicamente.
«Già» mormoro.
«Ti perdono per ciò che hai fatto, perché nemmeno io ho la coscienza pulita..» ammette.
La abbraccio. «Lo so.»
«Ma adesso basta. Ora voglio provarci davvero.» Nell'attimo esatto in cui le nostre labbra si incontrano, i fuochi d'artificio illuminano il cielo di decine di colori diversi. E so che anch'io ci voglio provare. E ci voglio anche riuscire.

L'amore che cercavo ➳ lesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora