Vengo svegliata dalla luce intensa che filtra dalla finestra. Mi stropiccio gli occhi, ancora assonnata, e tento di alzarmi a sedere. Me ne pento subito: il mal di testa comincia a crescere sempre di più. Stringo i denti e cerco di abituarmi alla luce. Allungo la mano verso il comodino e prendo in mano l'orologio: 9.15. Non è neanche tardi. Sto pensando di rimettermi a dormire, quando mi accorgo di essere nuda. Divento paonazza quando vedo che Ennie è nuda, di fianco a me. All'improvviso, i ricordi di ieri notte mi affiorano tutti insieme: i baci, le nostre lingue intrecciate, il suo corpo premuto contro il mio, le nostre mani che esploravano il corpo dell'altra.. Mi viene la nausea al pensiero che neanche per un secondo ho pensato a Lauren. Come ho potuto? Non l'avrei mai permesso un tradimento del genere. Che mi è successo? Che mi abbiano messo qualcosa nel bicchiere? Presa dal panico prendo Ennie per le spalle e la scuoto. «Helen, svegliati» la chiamo.
Lei mi manda via e mette la testa sotto il cuscino. «Ancora cinque minuti, mamma» mugugna.
La scuoto ancora. «Non sono tua mamma, sono Tessa!» dico spazientita. Si tira su di scatto e mi guarda con un occhio solo. «Ah, cia..» si blocca quando si accorge di essere nuda, e io pure. «..o.» Termina.
«Già..» mormoro annuendo. Mi mordo il labbro, aspettando che dica qualcosa, ma non lo fa. Rimane in silenzio, ancora scioccata, immobile. «Ricordi.. Ricordi anche tu cos'è successo, vero?» sussurro.
«Purtroppo si..» risponde assorta. Quel purtroppo mi sembra un pugno nello stomaco, ma faccio finta di niente.
«Che facciamo, ora? Io.. Lauren.. Dio!» Mi metto le mani nei capelli, frustrata.
«Non puoi dirlo a Lauren» afferma convinta. «Sta già male di suo, non darle il colpo di grazia.»
«Ah, sì? E cosa faccio? La tradisco e faccio finta di niente? La prendo per il culo per divertirmi?» Il mio tono di voce si sta alzando e sento le guance avvampare.
Finalmente Ennie mi guarda. «Aspetta solo qualche giorno» risponde tranquilla, come se fosse tutto normale. «Credi che io non mi senta in colpa nei confronti di Sam?»
Abbasso lo sguardo. «Si, scusami..» borbotto. «Sei felice?» domando subito dopo.
«Scherzi? È la cosa più bella che mi sia mai successa, Tess!» esclama. «Ti amo, come potrei non essere felice dopo quanto è successo?» È incredula, e ferita. «Lo consideri un errore?»
«Ecco..» esito. «È un errore perché abbiamo mancato di rispetto a Sam e Lauren, però.. Per il resto no, non lo considero un errore» sorrido. «Anche per me è la cosa più bella che mi sia mai capitata. E anch'io ti amo, tanto. Ma non possiamo continuare così..»
«Lo so» sospira. «Purtroppo lo so.»
«Non deve più succedere niente di simile tra noi due. Mai più. Faremo soffrire tutti quanti, e io non voglio» mormoro.
«Nemmeno io» concorda Ennie.
Restiamo in silenzio per qualche minuto, poi ci alziamo e ci vestiamo per andare a fare colazione. Tristezza e senso di colpa alleggiano nell'aria, nonostante faccia di tutto per non pensarci. Penso che non dimenticherò mai nulla di 'sta notte, anzi. Ricorderò ogni singolo dettaglio, ogni singolo bacio, ogni singola carezza, ogni singolo tocco che c'è stato tra noi. Custodirò questi ricordi gelosamente, perché mi hanno fatta sentire viva. 'Sta notte ho provato realmente cosa significa amare ed essere amati, 'sta notte ho capito cos'è che realmente voglio.. Ma non potrò mai avere.***
Lauren sta per arrivare, e io non so cosa fare. Vorrei dirle la verità il prima possibile, non mi piace mentire, ma dall'altra ha ragione Ennie: non posso farla soffrire ancora di più, ha già il problema di sua madre.. Già, sua madre. Chissà che è successo.. Nell'attesa mi mordicchio le unghie, stressata.
Il campanello suona e vado ad aprire. «Ciao Tess» mi saluta Lauren. Rispondo al suo saluto facendo il gesto con la mano e invitandola ad entrare. «Tutto bene? Sei strana» mi guarda perplessa. Mi mordo il labbro e annuisco. «Si» dico. «Tutto okay.. Forza, raccontami che è successo.» Ci sediamo sul divano e attendo che parli. Quando finisce, una lacrima le scorre lungo la guancia. «Lauren..» mormoro, gettandole le braccia al collo e attirandola a me. Lei si lascia cullare tra le mie braccia e si lancia in un pianto liberatorio. Continua a chiedersi "perché? Perché non poteva accettarmi e basta, standomi vicina?", mentre io cerco invano di asciugarle le lacrime. «Lau, Lau, ci sono io! Hai capito? Ci sono io!» Sembra che stia dicendo parole al vento, lei non ascolta.
«Non merito niente..» sussurra.
«Non è vero» affermo. «Tu meriti tutto, tutto. Te vali tanto.» Le accarezzo la guancia con il pollice e le faccio un debole sorriso.
Lei stenta a credermi ma annuisce con la testa. «Ti amo, Tess. Tanto.»
«Anch'io» rispondo meccanicamente. Ma io la amo davvero?Helen pov's
Gemo un'ultima volta quando Sam lecca i miei umori, poi aspetto che si avvicini e la bacio. Si stende di fianco a me e poggia la testa sul mio seno. «Sei un cuscino» commenta ridendo.
«Me lo dicono in tante» dico maliziosa. Ridacchia e mi tira una pacca scherzosa sulla spalla. Abbiamo appena fatto sesso - non amore, sesso. Non credo di aver mai fatto l'amore con nessuna, nemmeno con la mia ex Erika. Eccetto Tessa, non sono mai riuscita a dare il meglio di me, a dare amore, ad altre persone. Anche per Sam è così, me l'ha detto giusto poco fa, dopo che le ho confessato di essere andata a letto con Tessa. Ha fatto l'amore solo con una persona, ma non mi ha voluto dire con chi. Mi giro verso di lei. «Sam, perché non mi vuoi dire il suo nome?»
Lei mi guarda accigliata, poi capisce a cosa mi riferisco. «Non è che non te lo voglio dire. È che.. Succederebbe il fini mondo se te lo dicessi..»
«Perché?» domando allarmata. Cosa nasconde?
Si morde il labbro. «Lauren.»
«Tutto qui?» Non mi ero resa conto di aver parlato ad alta voce. «Cioè, si, insomma.. Perché dovrebbe essere un problema?» mi affretto ad aggiungere.
Stringe le labbra in una linea dritta, prima di sganciare la bomba. «È successo ieri.»Spazio autrice:
WTF? E ora?
STAI LEGGENDO
L'amore che cercavo ➳ lesbian
Genç Kurgu«Non sento il bisogno di avere qualcuno al mio fianco per sentirmi amata.» Questo era quello che diceva costantemente Tessa. Forse perché non aveva ancora capito di che genere di persona avesse bisogno. PREMESSA: Questa storia l'ho scritta un po' pe...