Capitolo 20

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Mentre aspetto che Ennie e Sam arrivino in nostro soccorso decido di preparare la valigia che ci siamo portate dietro io e Lauren. Si, beh, più che una valigia è un borsone. Una volta terminato, invio a Ennie un messaggio con il nome dell'hotel e il numero della camera. Una quarantina di minuti dopo, qualcuno bussa alla porta. Quando apro, vengo travolta da un fiume di domande.
«Che è successo?»
«Avete litigato?»
«Perché non rispondevi più al telefono?»
«Ci hai fatto prendere un colpo!»
E tutte da solo due persone. Soffoco una risatina e indico col pollice la ragazza sul letto.
Spostano lo sguardo su Lauren e rimangono a bocca aperta. Mentre dormiva ha avuto altri conati di vomito e il lenzuolo non è molto pulito. Ho messo un asciugamano sotto la mia ragazza, ma non è comunque il massimo.
«Che ne dite, mi aiutate?» chiedo speranzosa.
«Beh, certo» sentenzia Sam.
Ennie va in bagno a preparare una bacinella piena di acqua fredda, mentre io e Sam tiriamo su di peso la bella addormentata. La trasciniamo fino al bagno e le immergiamo la testa dentro la bacinella. Tempo pochi secondi, e Lauren inizia già a dibattersi.
«Ma che cazzo state facendo?!» sbraita dopo aver ripreso fiato e con la faccia gocciolante.
«Beh, sai, ti ubriachi e poi non ti sveglia neanche un terremoto..» commento sarcastica.
«C'è stato un terremoto?» domanda perplessa.
Sbatto le palpebre e la guardo chiedendomi se c'è o ci fa. Scuoto la testa e faccio finta di niente. «In ogni caso, sarebbe meglio tornare a casa.»
«E ti portiamo noi» puntualizza Sam.
Lauren sembra irritata. «E la macchina dove la metto? La lascio qua? Dai, per favore, posso benissimo tornare a casa da sola, non sono una bambina.» Fa per alzarsi, ma la blocco tenendola giù per le spalle.
«Non se ne parla! Hai ancora parecchio alcool in corpo, non voglio rischiare che ti succeda qualcosa!» sbotto.
«È la prima volta che ti sento alzare la voce, principessa» sghignazza lei, accarezzandomi un braccio. Sussulto al contatto: è ruvido, quasi non le appartenesse. Scrollo le spalle e mi allontano. Io e Ennie ci avviamo alla macchina, mentre Sam convince Lauren a venire con noi.
«Grazie per essere venuta» dico alla mia amica.
«Di niente..» Fa una pausa. «Che ne dici di venire da me, dopo che abbiamo portato Lauren a casa?»
Esito. È da tanto che non passiamo del tempo assieme. E mi manca, non posso negarlo. Però dovrei anche stare accanto alla mia ragazza, che non sta bene. «Ecco, Lauren..»
«Rimarrà Sam con lei.» Mi rassicura.
«D'accordo» convengo.
Durante il tragitto, Lauren continua a brontolare sul fatto che è nel pieno della sue facoltà mentali e altre stupidaggini. Mentre siamo in autostrada tenta persino di prendere il volante. Un signore suona il clacson dietro di noi per il brusco cambio di corsia.
Sam si affretta ad andare nella corsia di emergenza e poi si ferma. «Ma cosa cazzo ti dice la testa?!» urla.
«Vaffanculo. A tutte quante» ribatte Lauren, uscendo dall'auto. Slego la cintura e mi precipito fuori. Le afferro un braccio e la costringo a voltarsi nella mia direzione. «Lauren, smettila!» dico a denti stretti. «Abbiamo capito che stai male, ma comportandoti così non risolvi niente, anzi!» Il mio tono di voce si sta gradualmente alzando.
Lei non riesce a guardarmi negli occhi, tiene sempre lo sguardo basso. Quando mi avvicino noto che sta cercando di non piangere. «Lau..» mormoro con voce rotta. Allungo una mano, ma lei fa un passo indietro. «Non toccarmi» ringhia. Tira su col naso un paio di volte e poi si asciuga le lacrime con la manica della felpa. «Te non mi conosci. Non mi conosci» gracchia. Riprovo ad avvicinarmi e i suoi occhi si spalancano, iniettati di sangue. «LASCIAMI STARE!» urla. Indietreggio spaventata per lo scatto d'ira e sento le lacrime pungermi gli occhi. Odio il senso d'impotenza che mi invade in questi momenti. Quando qualcuno soffre e te non puoi fare niente. Mi volto verso Ennie, poco dietro di me, e anche lei ha lo sguardo sconvolto. Solo Sam sembra riuscire a rimanere composta. Lentamente va dalla sua migliore amica e le cinge un braccio sulle spalle, abbracciandola. Lauren si abbandona tra le sue braccia in un pianto disperato. Non ho mai sentito un pianto così straziante. Lo stomaco mi si stringe in una morsa e mi mordo il labbro. Cosa faccio? Vado da lei?
«Lasciala sfogarsi» dice Ennie, quasi avesse sentito le mie domande silenziose.
Annuisco e torno in macchina, aspettando che arrivino anche Sam e Lauren. Poco dopo siamo di nuovo in viaggio. Questa volta nessuno apre bocca, e Lauren non fa nessuna stupidaggine. La ringrazio mentalmente per questo.
Una volta arrivate a casa di Ennie, vado da Lauren e apro la portiera. La faccio scendere e mi allontano un po' dalle altre. La abbraccio forte e le bacio il collo. «Ti amo, Lauren. Ti prego, non fare cazzate. Qualunque cosa sia successo con.. quella donna, non fare niente di avventato» mormoro sul suo collo. «Ti prego» aggiungo infine. Mette le mani a coppa sotto il mio viso e mi bacia dolcemente. «Perdonami» dice solamente. Annuisco e la bacio di nuovo, lasciandola tornare da Sam. Dopo essere andate in camera, Ennie mette su un film, ma la mia mente è altrove e non riesco a concentrarmi. La mia amica lo nota, mette in pausa e si indica le gambe per invitarmi a sedermici sopra. Lo faccio e lei mi abbraccia stretta. Era così tanto che non l'abbracciavo. Questo contatto mi era mancato così tanto. Una scarica di brividi mi pervade il corpo quando bacia un punto sensibile del mio collo. «Andrà tutto bene con Lauren, vedrai.»
Annuisco tristemente e abbasso lo sguardo. «Ah, comunque stai proprio bene con i capelli corti» commenta ridendo, cercando di smorzare la tensione. Ridacchio e la ringrazio. «Vieni con me ad una festa stasera?» chiede.
«Ennie, non sono in vena..» Mi lamento.
Lei mi scuote le spalle. «Eddai! Ti tiri un po' su di morale!» esclama allegra.
Cedo. «Va bene.» Batte le mani entusiasta e si alza ballando verso l'armadio. Mentre la guardo sorridere e ballare così, senza pensieri, non posso fare a meno di pensare a quanto cazzo la ami, a quanto sia bella, a quanto vorrei fosse mia, a quanto adoro vederla così felice. Così bella e nemmeno se ne accorge. Un momento. Cosa? No no no, questi pensieri non vanno bene. Mi schiaffeggio da sola per questi pensieri estremamente sbagliati. Ennie mi guarda confusa e poi scoppia a ridere. «Ma che fai?»
Arrossisco. «Nulla..» Mi alzo e l'aiuto a scegliere cosa mettere.

Spazio autrice:
Scusate per il capitolo abbastanza schifoso, ma non avevo molta inventiva oggi. Il prossimo capitolo sarà migliore. Fatemi sapere cosa ne pensate della storia, se c'è qualcosa che posso migliorare. Un bacio.

L'amore che cercavo ➳ lesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora