La sveglia suona. Intontita, apro gli occhi e la luce proveniente dalle finestre mi acceca. A tentoni cerco l'orologio sul comodino e quando lo trovo premo il pulsante per fermare il suono della sveglia.
Mi alzo a sedere sul letto: le coperte sono sul pavimento, probabilmente Ennie o io le abbiamo calciate via durante la notte. Lei e Sarah dormono ancora. Decido di non svegliarle e di prendere un po' di tempo per me. Mi metto velocemente una canotta e dei pantaloni ed esco.
Vado a sedermi sul bordo della piscina e rimango ferma lì. Non c'è nessuno al villaggio. La maggior parte delle imposte è ancora chiusa, quindi staranno ancora dormendo. Chiudo gli occhi. Non penso a niente, semplicemente mi riposo, mi rilasso, faccio respiri profondi.
Mi è sempre piaciuto starmene per conto mio. Preferisco stare da sola che in compagnia. Mi aiuta a conoscere meglio me stessa e a capirmi.
Il sole caldo mi avvolge come in un abbraccio e a volte delle goccioline d'acqua si posano sui miei piedi, mosse dal vento.
«Tess, che ci fai qui?» Riapro gli occhi e mi giro: è Ennie.
Le sorrido. «Avevo voglia di stare un po' da sola.»
«Vuoi che me ne vada?» chiede indicando l'uscita.
«No» le faccio cenno di sedersi vicino a me e lei si avvicina. Dopo essersi seduta mi stampa un bacio sulla guancia e prende la mia mano.
Rimaniamo così, in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri.
A un certo punto interrompe il silenzio: «Tess?»
«Si?»
«Se fossi un maschio mi metterei subito con te.»
Aggrotto le sopracciglia, confusa. Lei aspetta qualche secondo, poi si alza e torna in casa.
Perché ha detto così? Che significa? Mi metto a pensare al motivo di quell'affermazione così strana. All'improvviso mi viene in mente un ricordo, seppur un po' sbiadito, di ieri notte: io che la bacio mentre dorme. Mi assale il panico. E se non stesse dormendo?Dopo essermi fatta una rapida doccia vado in cucina a preparare dei pancake per colazione. Dopo aver finito di mangiare sparecchiamo la tavola e andiamo in spiaggia, dove rimaniamo tutta la giornata.
Al ritorno è quasi ora di cena e Sarah va dritta sotto la doccia. Io e Ennie rimaniamo in camera. A un certo punto, mentre sto sistemando i miei vestiti in valigia, lei mi prende in braccio e mi butta sul letto.
«Hey!» protesto. Lei mi viene sopra e comincia a farmi il solletico. Dopo un po' mi vendico. Continuiamo finché non abbiamo i crampi allo stomaco dal troppo ridere. Lei lascia la presa dei miei polsi e io perdo l'equilibrio. Le cado addosso, a due millimetri dal viso. Le guardo le labbra e deglutisco. Anche lei guarda le mie labbra, poi mi guarda negli occhi. Rimaniamo ferme in quella posizione, né io né lei facciamo una mossa. È bellissima, vorrei poterle stare sempre così vicino.
«Tutto okay?» è Sarah a interrompere l'atmosfera romantica ma anche imbarazzante.
Scrollo il capo e mi sposto dal corpo di Ennie. Senza guardare in faccia né lei né Sarah, prendo l'asciugamano e vado in bagno. Mentre sono sotto il getto dell'acqua calda cerco di calmarmi. Perché mi fa quest'effetto? Non mi era mai successo. Cerco di rispondere a questa domanda per tutti i venti minuti che passo in doccia, ma niente. Rassegnata, esco dal box e inizio ad asciugarmi i capelli.Questa sera andremo in un bar-discoteca. «Così capirai un po' com'è l'atmosfera» mi aveva incoraggiato Sarah. Ho proprio bisogno di distrarmi oggi, perciò l'avevo accontentata subito. Qualsiasi cosa mi va bene, basta che mi tenga occupata e non mi faccia pensare.
Il locale è all'aperto, con i tavolini coperti a mo' di palma. C'è già moltissima gente quando arriviamo, ma per fortuna troviamo un posticino imbucato. Attorno a noi c'è gente della nostra età ma anche più grande, come di 20-25 anni. Mi siedo con le gambe accavallate e inizio a muovere il piede libero velocemente, voglio andarmene. Sapevo che non mi sarebbe piaciuto. Vabbeh, almeno c'ho provato.
Ennie va un attimo al bagno e Sarah va a prendere dei drink. «Rigorosamente analcolico per me» le raccomando.
Bene, ora che se ne sono andate io sono qui sola. In un posto che odio. In mezzo a gente che odio.
Guardandomi attorno, noto che ci sono parecchi limonamenti in corso e numerosi ragazzi che ci provano spudoratamente con delle ragazze. Mi viene il voltastomaco. Metto il telefono sul tavolo e inizio a fissarlo, sperando mi arrivi un messaggio, o qualsiasi altra cosa, pur di far finta di essere occupata e mimetizzarmi con le altre persone. Lo schermo è sempre nero. Impreco sottovoce.
Due ragazzi del tavolo vicino al nostro si avvicinano. Impreco di nuovo, sperando non stiano venendo proprio da me. «Ciao bella» le mie speranze si infrangono.
«Ehm, ciao» rispondo secca.
«Sei qui tutta sola?» Vorrei togliergli quel ghigno che ha sulla faccia con un bel pugno.
Cerco di sembrare pacifica e rispondo: «No, ci sono anche due mie amiche.»
«Ma ora sei sola» mi ero quasi dimenticata dell'altro ragazzo. Mi passa una mano dietro la schiena e io rabbrividisco. Scrollo le spalle per fargli capire che il gesto non è gradito.
Non molla. «Vieni con noi, ti divertirai» cerca di persuadermi.
Dio, ma quanto ci mettono?! Il tempo sembra essersi fermato. Comincio a sudare freddo, mi sento paralizzata. Vorrei andarmene, ma le gambe non rispondono.
Il ragazzo seduto di fianco a me inizia ad accarezzarmi la guancia e avvicinarsi. Allontano il mio viso, ma mi spinge con la mano il collo verso di lui.
«Lasciala stare!» Ennie sferra un pugno in faccia al ragazzo, che cade dalla sedia e si porta le mani al naso, sanguinante. Non reagisco, sono ancora paralizzata. Guardo Ennie e spero che lei capisca che la sto ringraziando.
«Andiamo via» mi prende per il polso e mi trascina al bancone, dove Sarah sta aspettando che altre due persone ordinino. Ci guarda confuse, poi annuisce, capendo.
Quando arriviamo a casa vado a sedermi sul letto e una lacrima scende sul mio viso. Mi sono sentita impotente. Mi sembrava di essere dentro le sabbie mobili. Mi sono sentita uno schifo. Ennie mi abbraccia e mi dondola tra le sue braccia, dandomi baci leggeri sulla fronte. Dopo qualche minuto mi calmo e mi sdraio per dormire.
Mentre dormo, sogno di nuovo quello che è successo nel bar, con la piccola differenza che Ennie non mi ha salvata, e i due mi hanno portata non so dove. Per fortuna mi sono svegliata prima di scoprire cosa sarebbe successo dopo.
Mi tasto la fronte e la sento bagnata. Mi asciugo con la manica del pigiama, poi chiudo gli occhi, ma non dormo. Sono in dormiveglia.
Sento Ennie girarsi dalla mia parte. Mi accarezza i capelli sussurrando: «Non permetterò che ti venga fatto del male.» Si avvicina alle mie labbra e le bacia. Il mio cuore inizia a battere più forte. Vorrei ricambiare il bacio, ma non posso. Non deve sapere che sono sveglia e mi accorgo di tutto.
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L'amore che cercavo ➳ lesbian
Ficção Adolescente«Non sento il bisogno di avere qualcuno al mio fianco per sentirmi amata.» Questo era quello che diceva costantemente Tessa. Forse perché non aveva ancora capito di che genere di persona avesse bisogno. PREMESSA: Questa storia l'ho scritta un po' pe...