Epilogo

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Sono ormai passati 2 anni da quando io ed Ennie abbiamo finalmente deciso di stare insieme. È da due anni che continuiamo ad amarci ogni giorno, rafforzando il nostro legame giorno dopo giorno. Dopo aver terminato la scuola superiore, sono riuscita a prendere una borsa di studio ed ora vivo a Los Angeles con la mia Helen. Nonostante avesse paura di lasciare il nostro Paese, non ha esitato a venire con me, standomi vicina più che poteva. Mi ha sempre appoggiato in ogni cosa che facevo, senza mai rimproverarmi. Sto studiando per diventare ortopedica in un college della città, mentre Ennie sta studiando per diventare biologa marina, il suo sogno da sempre; lavoriamo entrambe in un locale per pagare l'affitto e riuscire ad arrangiarci come meglio possiamo. Anche Lauren e Sam si sono trasferite qui a Los Angeles, non molto distante da casa nostra. Sono riuscite ad aprire una pizzeria tutta loro, non molto grande, ma comunque molto frequentata. Lauren è riuscita a recuperare il rapporto con la madre, non completamente, ma almeno adesso riescono a stare nella stessa stanza per almeno 24 ore senza combinare nulla. Circa 6 mesi dopo esserci messe insieme, Ennie ha voluto dirlo ai suoi genitori. Purtroppo non l'hanno presa bene e non si parlano più da quel giorno. Mi si è spezzato il cuore a vederla piangere, ho subito cercato di consolarla come meglio potevo, ma è quel tipo di ferita che non si rimarginerà mai del tutto.

***

Oggi è il mio compleanno, e come regalo Ennie mi ha portata alla Baia di Santa Monica. È un posto meraviglioso, la sabbia calda e quasi bianca, l'oceano di un blu acceso, i surfisti in lontananza stanno cavalcando le onde sotto la luce del tramonto. Ho provato anch'io a cavalcare le onde, ma purtroppo io e l'equilibrio in acqua non abbiamo molto feeling. Sono finita con la faccia sulla tavola e ho avuto il naso viola è gonfio per cinque giorni. Ancora mi fa male.
All'improvviso due mani mi si posano davanti agli occhi. «Indovina chi sono!» dice Ennie.
Faccio finta di pensare. «Non saprei.. Una rompiscatole probabilmente» ghigno.
Sbuffa. «Non è vero, te mi ami» afferma lasciandomi un bacio sulle labbra.
«Hai ragione» ammetto. Le faccio cenno di sedersi vicino a me e lei fruga nella borsa. Tira fuori una bandana nera e me la lega attorno alla testa, coprendomi gli occhi. «Che significa?» domando allarmata.
«Adesso vedrai» ridacchia, aiutandomi ad alzarmi. Mi prende a braccetto e mi fa camminare per una decina di minuti. «Conta fino a 30 e poi togliti la bandana» ordina.
«Ehm.. Okay» dico perplessa. Conto mentalmente e non appena arrivo a 30 porto le mani dietro la nuca e slego il nodo della bandana. Quello che vedo davanti mi lascia a bocca aperta: sono ai piedi di un pontile che si allunga in mezzo all'oceano per un centinaio di metri, ricoperto di petali di rose. Avanzo lentamente godendomi il momento, imprimendomi nella mente il tramonto, le rose, l'emozione, tutto. Una scritta sul legno dice: Mi hai stravolto la vita. Più avanti ne trovo un'altra: Mi hai fatto capire cos'è l'amore, e l'amore ha il tuo aspetto. E l'ultima, poco più avanti: Non chiedo altro, se non di essere con te tutti i giorni della mia vita. Ho la vista offuscata per via delle lacrime che stanno sgorgando dai miei occhi. Mi asciugo velocemente il viso con la bandana che ho ancora in mano e alzo lo sguardo. Ennie è lì di fronte a me, con un vestitino bianco che lascia intravedere il costume sotto. I capelli sono sciolti sulle spalle, con qualche petalo di rosa incastrato tra le ciocche. Mi avvicino e lei mi prende le mani tra le sue. «Che significa tutto questo?» domando incredula.
Sorride e posa le labbra sulle mie. «Voglio solo dimostrarti quanto ti amo» sussurra. «Voglio passare ogni singolo giorno della mia vita con te, Tess. Non ho bisogno di niente e nessuno, se non te, per essere felice. Amo il tuo sorriso, i tuoi occhi, i tuoi baci, le tue carezze, amo te. Sei la persona che mi conosce meglio di chiunque altro, la migliore amica che possa avere, la miglior ragazza che possa desiderare. Mi hai fatto capire cosa vuol dire la parola "amare" e cosa vuol dire affidarsi completamente ad una persona. Io voglio affidarmi completamente a te.» Mi copro la bocca con le mani e soffoco un singhiozzo quando la vedo inginocchiarsi e tirare fuori una scatoletta dalla taschina del vestito: dentro ci sono due fedi nere. Il cuore galoppa veloce, temo mi uscirà dal petto. «Tess.. Vuoi diventare mia moglie?» Mi lascio andare e scoppio in singhiozzi, catapultandomi tra le sue braccia. Le poggio la testa nell'incavo del collo e piango, piango per tutta la felicità che mi sta dando in questo momento, per tutta la felicità che mi ha dato fin'ora e per tutta la felicità che mi darà in futuro. Non riesco nemmeno a parlare, il labbro mi trema troppo, e mi sembra un sogno, qualcosa di inverosimile. Mi sembra incredibile essere arrivata già a questo punto della vita, il momento di sposarmi e mettere su famiglia. È passato così in fretta tutto questo tempo, sembrava ieri quando l'ho vista entrare in classe al primo anno delle superiori, con l'espressione intimidita e la voce tremante nel chiedere: "posso sedermi qui?", nel salutarmi, nel dirmi il suo nome. La amo così tanto, me ne rendo realmente conto solo ora. Mi sciolgo dall'abbraccio e le prendo il viso tra le mani. «Si» mormoro. «Si, si, si!» urlo felice, baciandola, sul pontile nell'oceano blu, durante il tramonto.

L'amore che cercavo ➳ lesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora