L' angelo

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Camminava.
Non faceva altro che camminare.
Verso un futuro, verso una meta, verso un qualcosa di certo.
A testa alta affrontava il mondo infernale in cui si ritrovava.
Nata dalla luce della salvezza e della speranza, il suo compito era solo uno: uccidere.
Uccidere tutte le "bestie" che facevan sprofondare la Terra in un tetro abisso.
La sua regale camminata, degna d'un Serafino, infondeva timore in chiunque le passasse accanto.
I capelli bianchi e corti come la neve erano in netto contrasto con la pelle scura e carammellata. Gli occhi grigi, privi di ogni emozione, decoravano il suo incantevole viso.
Le labbra erano serrate in un'espressione di neutralità assoluta. Grigia era la sua anima quanto i suoi occhi.
Intorno a lei si estendeva un vasto campo di grano dorato. L'alba aveva appena portato luce divina a quelle fredde terre.
Per il campo risuonó la sua autoritaria voce:
- Il giorno è arrivato. Le creature della notte dovrebbero esser andate a dormire... andare a dormire... -
Si fermò per controllare delle scartoffie che stavano nel suo zaino di pelle.
Erano tutte schede che portavano scritte nomi, descrizioni e foto. Alcune di esse erano marcate da una parola: eliminato.
Cercò per qualche istante un foglio particolare e lo trovò.
- Prossimo bersaglio: "Helen Otis, detto anche Bloody Painter. Molteplici omicidi. Simbolo: smile di sangue."
Mhm... - lesse tutta la scheda.
Assimiló tutte le informazioni possibili e poi posò i fogli.
- Sta volta mi toccherà fronteggiare un misero essere umano... un ragazzino, tra l'altro. Pff, che credono di fare uccidendo gente per puro divertimento? -
Riprese a camminare, lasciando viaggiare la sua fantasia, godendosi quella brezza mattutina che si era alzata.
Verso mezzogiorno, arrivò ad un paesino. Un posto perfetto in cui nascondersi.
Il suo mantello grigio le copriva interamente il corpo, lasciando scoperto di poco il volto. Tutti la guardavano in modo strano...
" Poveri illusi... non sanno che li sto salvando. "
Passò altro tempo.
Non mangiò nulla, non le serviva nutrirsi. Non in quel momento.
Esploró ogni singolo vicoletto di quel posto, ma non trovò mai il suo obiettivo.
- Mhm... -.
In quel momento si trovava in un hotel per spendere la notte, per riflettere un po' sul piano di cattura ed eliminazione del bersaglio: niente di troppo doloroso, ma neanche troppo clemente.
Girava intondo per la camera, come una tigre in gabbia.
- Mhm... che fare? Che fare?
La scheda mi dice solo che ama disegnare e uccide per usare il sangue delle vittime come pittura...
Bestia. Bestia spregevole! - battè il piede a terra.
- Merda... stupide bestie. Mi daranno alla testa uno di 'sti giorni... -
Si buttò a peso morto sul letto, sfilandosi il mantello, rivelando il suo outfit: dei pantaloni mimetici e grossi che erano bloccati alla fine da degli scarponi militari, una maglia argentata. In cinta portava la sua amatissima pistola speciale anti-demone, vari coltelli e munizioni. La pelle era segnata da varie cicatrici.
Sospirò.
Era molto stanca. Stanca...di tutto.
Non aveva niente per cui vivere. Certo, salvare e proteggere le persone le stava molto a cuore, ma voleva di più.
Non avendo mai provato emozioni umane, non provava angoscia. Soltanto... vuoto. Un vuoto difficile da colmare.
- Non dovrei mettere in dubbio il mio scopo... sono stata creata per questo, non per altro. Devo togliermi dalla testa queste cazzate e concentrarmi. - sbuffó e si rimproverò.
Allungò una mano verso lo zaino, prendendo le schede di tutti gli individui che doveva ammazzare o che aveva già ammazzato, cercando "Bloody Painter".
- Tsk... dalle foto pare uno smilzo ragazzino. Non dovrebbe essere difficile... effetto sorpresa e pallottola. Semplice. - decise con sicurezza, posando le scartoffie e coprendosi gli occhi col braccio.
Di nuovo quella sensazione: vuoto.
- Stupido corpo... stupide emozioni... - mormorò tra i denti.
Lasciò, ancora una volta, che la sua mente fuggisse dalla realtà finché non arrivò la notte.
Era di notte che ella andava a caccia di bestie.

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