La missione

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L'orologio ticchettava.
Era mezzanotte in punto.
La donna si alzò dal letto, si nascose nel suo mantello e aprì la finestra, prendendo una bella boccata d'aria fredda e rigenerante. Alzando gli occhi tempestosi, osservò con attenzione la Luna che rifletteva la sua fioca luce tra le nuvole cariche di pioggia.
- Meglio andare... - soffió leggermente e formò una nuvoletta bianca di vapore.
Balzò giù dalla veranda della finestra e atterró senza problemi, come un gatto.
Non c'era nessuno per strada. Quella notte era particolarmente fredda e i grilli suonavan serenate. Era tutto magicamente incantevole.
La donna sentiva dentro di sé il battito sempre più forte del suo cuore, l'adrenalina le scorreva nelle vene insieme al sangue.
Guardò il corpo celeste un'ultima volta, come per assorbirne tutta la bellezza e il potere.
Si incamminò, girando per le strade e, quando poteva, si arrampicava e correva a passo leggerissimo sui tetti.
Non so preoccupava di non trovare il ragazzo, Bloody Painter: sapeva che la fortuna divina era dalla sua parte. L'istinto le diceva che la canaglia era in quella città.
Passarono delle ore che avvistó, da uno dei tanti tetti in tegole rosse, una figura losca intrufolarsi in una casa.
Raggiunse velocemente la casa e vi ci entrò; aveva sul viso un sorriso spavaldo e soddisfatto.
La Luna era alle sue spalle, il vento soffiava sul suo mantello e capelli.
La figura misteriosa era davanti a lei, china su una ragazza in lacrime e tremante. Mormorava "Aiuto... aiuto!" tra i singhiozzi. Il suo collo era bloccato dal ragazzo, che nascondeva la sua identità dietro una maschera bianca sorridente.
Helen Otis teneva in alto la sua lama scintillante alla luce notturna, si voltò verso la donna senza proferir parola.
- Bestia, lascia l'umana. Questo è un ordine divino. - la donna dai capelli chiari tirò fuori la pistola e gliela puntò contro, reggendola in una sola mano.
La maschera sorridente del criminale era un po' coperta dai capelli neri e lisci. Indossava una giacca blu da artista con sopra una spilla rappresentante uno smile giallo.
" Questo sarà fin troppo semplice. " pensò ella.
- Chi sei e cosa vuoi da me? Non vedi che mi stai disturbando? - disse freddo e distaccato lui.
Si alzò e si avvicinò alla donna.
- Sono colei che ti castigherá, bestia. - dichiarò.
L'aria era carica di elettricità e di tensione.
- Questo è tutto da vedere. - il ragazzo le sferró una coltellata alla spalla, ma che fu intercettata in un nonnulla.
La donna lo bloccò per il polso della mano armata, poggiò la pistola alla sua spalla e sparò.
- GHHHAAA! - gridò il Bloody Painter, inginocchiandosi a terra con la spalla sanguinante. Il coltello cadde sul pavimento.
Ella gli si avvicinò, con sguardo serio e severo. Gli strappò via la maschera e appoggió la canna dell'arma sulla sua fronte.
- È giunto il momento di raggiungere i tuoi amici agli Inferi. Pronto? -
In tutta risposta, Helen Otis afferrò la pistola e la gettò via, alzandosi in piedi. Digrignò i denti, gli occhi blu erano colmi d'ira animale.
La sua vittima, nel mentre, era scappata via dalla stanza.
La donna gli diede una calcio al petto che lo fece schiantare al suolo, e si mise a cavalcioni su di lui. Lo bloccava per la gola con forza sovrumana.
- Che peccato... sei proprio un bel ragazzo. Ma rimani pur sempre un cane, un bastardo senza scrupoli... una bestia. - afferrò uno dei suoi coltelli dalla cintura.
Lo sguardo del ragazzo era a dir poco inorridito.
- Leggo nei tuoi occhi la tua paura, il tuo pentimento... vorresti che io ti risparmiassi, non è vero? -.
Per Bloody Painter era finita, il suo ultimo capolavoro sarebbe stato dipinto col suo stesso sangue.
" Che ironia..." si disse egli.
- Ti auguro che i Cieli ti rifiutano rifiutino e che ti gettino via come l'immondizia che sei.
Addio, bestia. -.
Il coltello si conficcó nella sua gola.
Il dolore fece spalancare gli occhi all'assassino. Fiotti di sangue sgorgavano dallo squarcio.
Helen Otis affigava nel suo stesso sangue, gorgogliando orribilmente.
Lei si alzò, neutra.
Lui, però, non morì subito. L'ultima cosa che la bestia riuscì a vedere furono gli occhi particolarmente luminosi della donna.
Tossí e sputò sangue prima di dire le sue ultime parole.
- Che... c-cosa... s-sei...? -.
Lei lo guardò dritto negli occhi. Si voltò per recuperare la pistola e andarsene via da quella vista poco adatta ai sensibili di cuore.
Bloody Painter morì.
Un'altra bestia fatta fuori.
Saltando giù dai tetti e appendendosi ai davanzali o ai fili per i panni, si allontanava, con la bellissima Luna piena illuminarla.
- Bersaglio eliminato. Missione compiuta. -.

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