Tre giorni dopo, i due giovani si ritrovarono dall'altra parte del mondo, in Canada.
Prossimo obiettivo? "The Puppeteer".
Hunter già conosceva il soggetto in questione perché prima anche lui faceva parte della Fondazione, ma poi si ribellò e scappò via.
Era felice di poter finalmente farlo fuori: non solo avrebbe ucciso un'altra bestia, ma anche un traditore.
Poco ricordava della sua faccia, e l'aveva aiutata molto la scheda, ma ricordava bene una cosa e quella cosa era il bagliore dei suoi occhi, d'oro e caldi, ma che celavano dietro di essi cattiveria e fame di dolore.
Il duo camminava per le vie più remote di Vancouver, alla ricerca di un posto tranquillo in cui riposarsi un po'.
Al crepuscolo, si trovarono in un parco tra gli alti palazzi dove l'unico essere vivente presente era un grande albero dai rami spogli di ogni foglia. Pareva una madre che aspettava con impazienza il ritorno dei figli in primavera.
Helfer si buttò ai suoi piedi e mise le mani dietro la testa. La collega si mise a gambe incrociate accanto a lui, controllando il file del loro obiettivo che aveva preso dallo zaino.
- Helfer, dovremo esser estremamente attenti a lui, perché dai guanti può far uscire fini filamenti dorati con cui lega e controlla le sue vittime.
Sa essere meschino e persuasivo.
Ammazzato appena puoi, senza pietà. - condannò quella bestie con tutto l'odio che aveva in corpo.
- Nessuna pietà, non preoccuparti. - la accertò Helfer.
Hunter era stranamente felice quel giorno. Non si toglieva dalle labbra un sorriso di gusto, però pieno di cattiva malizia.
- Allora? Pronto per andare? - domandò lei, alzandosi da terra e porgendogli la mano per aiutarlo.
- Di già? - rispose seccato Helfer stringendo tra le dita l'erba umida e fresca.
- Alzati, scansafatiche. - portò le mani ai fianchi e battè il piede a terra, sbuffando.
" Adorabile piccola macchina da combattimento. " commentò l'uomo con un sorrisetto rassegnato. Si tirò su di malavoglia, si alzò il cappuccio e guardò Hunter con occhi di sfida.
- Sono pronto. -.
Ella lo guardò soddisfatta per poi mettersi a correre come una scheggia, seguita da Helfer che riusciva a tenere il passo solo perché aveva le gambe lunghe il doppio di quelle di Hunter.
La Luna era alta nel cielo, illuminando i tetti di Vancouver con delicatezza. Di auto ne passavano poche sulla strada a quell'ora tarda.
Si fermarono ad un palazzo di cinque piani di colore grigio. Entrarono al suo interno citofonando a caso, aspettando che qualcuno li aprisse, e guardinghi iniziarono le loro ricerche.
L'angelo d'un tratto sentì la presenza del Burattinaio. Il suo odore era forte, troppo forte.
Corse su per le scale e sfondó una porta alla sua sinistra con un calcio ben assestato. Helfer arrivò poco dopo.
Corsero nella camera dove stava la bestia e la sua preda.
Lì c'era l'uomo in nero che stava metter fine alla vita di una ragazza sulla ventina con i suoi fili dorati. La sua vittima era su una sedia, pronta ad impiccarsi con i fili del Burattinaio.
Hunter sorrideva a denti stretti.
Eccolo lì, il farabutto che più odiava al mondo. Se c'era una bestia che meritava una morte atroce, questa era lui.
- Fatti guardare in faccia, bestia. Voglio che tu mi guardi negli occhi. - ordinò l'angelo, puntandogli la pistola illuminata d'argento dalla Luna.
- ...SCP-01, quale onore... - si voltò.
I suoi occhi scintillavano di una luce giallastra come il cuore d'una fiamma, che bruciava grazie al dolore che provocava.
Helfer restava serio e pronto a tutto, ma qualcosa non quadrava: come mai l'aveva chiamata " SCP-01 "?
- Ne è passato di tempo, eh? Hahaha... - avanzò lentamente, senza preoccupazioni.
- Non muoverti. - lo minacciò l'uomo.
La bestia lo guardò incuriosito.
- Ma guarda un po', hai anche uno schiavetto tutto tuo... era ora! Sai, hai sempre avuto un grande potere... - in un secondo, fu alle spalle della ragazza. Pose le mani sulle sue spalle.
L'altra sospiro stizzata, chiudendo gli occhi. La sua pelle si gelata lentamente.
- ...potresti eliminarli tutti. E invece ti fai usare come una marionetta. Patetico. -.
Partì un colpo da Helfer che andò a ferire la spalla di The Puppeteer.
Quest'ultimo con un ringhio fece scorrere un paio di fili dorati e legò gambe e braccia dell'uomo in un nonnulla.
Nel mentre, la giovane donna restava sulla sedia con gli occhi spalancati e vuoti di vita.
Rivolse nuovamente il suo sguardo alla vecchia collega. Ma non ebbe il tempo neanche di aprir bocca che una pallottola andò a conficcarsi al fianco della bestia.
- Muori. Questo è un ordine divino.- senza aprire gli occhi, gli sparò al petto con immensa precisione.
La canaglia in nero gemeva ad ogni colpo che riceveva, ma non moriva. E Hunter sapeva bene che un paio di colpi non le sarebbero bastati: perciò amava quel lavoro.
- Uhm. Non male... sei davvero diventata più forte. Ne sono quasi impressionato. - il Burattinaio fece un finto applauso.
Non scorreva neanche un po' di sangue dalle ferite.
Hunter si gettò su di lui, bloccandolo a terra e mostrando le grosse zanne da tigre siberiana.
Helfer, la cui bocca era stata coperta con i filamenti, sbarrò gli occhi.
- Infatti... e ti farò vedere che hai fatto un grosso errore a tradirci, bestia infame! - gridò con il tono doppiato. Era congelata, ma i suoi occhi luminosi erano i veri pezzi di ghiaccio.
Puppeteer avvolse i suoi fili intorno al corpo e al collo della donna e iniziò a stringere. Ma l'altra li tagliò con gli artigli che erano appena usciti.
L'avversario ne rimase amaramente sorpreso.
Hunter agguantò un pugnale dalla cinta e quasi lo conficcó nel cranio della bestia, ma questo le fermò il polso in tempo.
Erano entrambi forti e non si poteva distinguere l'avvantaggiato dallo svantaggiato.
Hunter vedeva davanti ai suoi occhi stracci di memorie perse.
Rivedeva la sua mamma che la portava dai dottori, di quando vide Puppeteer spuntare da uno dei corridoi bianchi della base SCP imbrattato di sangue.
Rivide il ricordo della mamma che la proteggeva con il suo corpo e il momento in cui i fili d'oro del Burattinaio le strapparono via la vita.
Finalmente era giunta la notte in cui avrebbe vendicato la cara mamma e riempito quel vuoto che provava in petto da allora.
- CHE TU POSSA BRUCIARE ALL'INFERNO, BESTIA! - l'angelo spezzò il braccio all'avversario con un colpo netto e affondò le zanne nella sua gola. Gli artigli metallici sfiguravano il viso alla bestia, gracciando le guance e bucando gli occhi dorati.
Dal punto di vista di Helfer, la donna sembrava essere diventata due volevo più grossa alla luce lunare.
Gli occhi della bestia erano d'un giallo pallido e ormai egli non sorrideva più. Il suo corpo si dissolse e divenne un cumulo di polvere nera e dorata.
Hunter la raccolse in una fialetta e la mise in cinta.
Si leccó le zanne macchiate di nero, calmandosi e tornando alla sua forma originale.
I fili che legavano Helfer e la vittima svanirono.
L'uomo, senza proferir parola, prese la ragazza inconsce e la mise sul letto.
Si girò verso la collega.
- Possiamo andare. - gli disse Hunter.
Ella se ne andò via con il suo aiutante alle spalle, lasciando il luogo in cui aveva appena consumato la sua vendetta.
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For Justice
ActionIl mondo ormai è caduto in un oblio oscuro. Creature immonde lo distruggono, uccidendo ogni giorno migliaia di umani. Ma non tutto è perduto. Un angelo è sceso dai Cieli per salvare l'umanità da queste "bestie". Lei e la sua pistola sconfiggeranno...