La divisione

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Hunter iniziò ad analizzare l'enorme creatura con Helfer poco distante da lei.
- Era nato da poco...
È strano che si trovasse qui e a quest'ora. -
- Come fai a saperlo? - gli domandò l'uomo, studiando a sua volta la bestia.
- Ne ho combattute altre, in passato, in Giappone. - gli rispose senza farci tanto caso.
Spezzò un dito dal Gashadokuro e lo mise nello zaino.
- Lo farò analizzare. -
Anche l'uomo volle accertarsi su che cosa fosse in realtà quel mostro. Si mise dall'altro lato di dov'era Hunter, passando con le dita sulle ossa fin troppo cresciute.
- Uhm... sono graffiate.
Oh? - osservò la scapola dello scheletro: c'era un simbolo nero.
- A-ahm... vieni a vedere... - la chiamò. Non aveva una bella cera.
L'albina si fece spazio per vedere il segno sulle ossa interne della gabbia toracica del mostro.
- Quella dannata bestia... ecco perché si trovava qui... l'ha portata l'Operatore. Quello era il suo odore. - dedusse per logica ed istinto la donna, battendo un piede per terra per l'irritazione. 
Hunter prese il pugnale dalla cintura, posando la pistola, e intagliò sul femore del Gashadokuro una croce cristiana.
- Che le vostre anime possano andare in pace. - si fece il segno della croce.
La creatura svanì nel nulla e il Sole parve risplendere di più.
Ella volse lo sguardo al Sole per poi prendere a camminare, stavolta prendendo in mano il cellulare.
- Devo fare rapporto alla Fondazione del Gashadokuro. Questa è una situazione d'emergenza. - lo informò freddamente.
Helfer le stava di fianco, notando gli occhi stanchi della collega, che le occhiaie le si facevano sempre più evidenti giorno dopo giorno.
" Bhe, addio alla giornata di ferie, suppongo. " commentò l'uomo.
Hunter non digitale i numeri per fare la telefonata. Bensì si era messa a fissare un qualcosa aldilà degli alberi e dei cespugli che costeggiavano la strada e che davano al bosco. Storceva il naso.
L'odore del Gashadokuro era passato e adesso poteva sentire altri odoracci di bestia.
Si fermò, nera in viso.
Helfer non capiva il comportamento del capo.
- Hunter...? -.
Lei afferrò la pistola e sparò in un punto indefinito, tra un palazzo e gli alberi.
- È lui... - avanzò verso il punto in cui aveva sparato, con passo deciso e minaccioso.
L'uomo rimase lì senza capire. Guardò Hunter fare pochi passi per poi fermarsi di nuovo. Ella aguzzò la vista, ma non vide nulla.
L'odore era svanito.
Respiró profondamente per poi tornare dal collega.
- Allora? Cos'era? -
- Niente che ti possa interessare. - rispose secca. Era rimasta infastidita da quel mancato confronto.
L'uomo non azzardò altre domande, tacendo per non irritare ulteriormente l'altra.
Il giorno dopo incontrarono la Fondazione; l'angelo diede loro l'osso di Gashadokuro, spiegando nei dettagli l'accaduto e le due conclusioni sul perché.
I suoi superiori le parlarono in privato. Le affidarono una missione speciale.
In cambio, lei fece una richiesta.
Quando Hunter se ne stava per andare, Helfer tentò di andare con lei ma gli agenti non glielo permisero.
- Tu devi rimanere con loro: hai un percorso di allenamento molto lungo dinanzi a te. Mi spiace, ma ci dobbiamo salutare. - gli occhi della ragazza erano severi e freddi, ma solo lui riuscì ad intravedere l'amarezza che celavano.
- H-hunter... - il suo sguardo era colmo di dolore e delusione.
- Ci rivedremo presto, Helfer. - si voltò e si incamminò, senza guardarsi dietro.
L'uomo grido il suo nome le prime volte, finché non capì che era inutile. Si sentiva il cuore spezzato. L'aveva delusa? Come se non aveva fatto nulla di sbagliato?
Venne condotto via da lì e lui non fece resistenza, accettando con rassegnazione quell'abbandono.
Nel mentre, Hunter si rimise in cammino verso la sua nuova missione, stavolta da sola.

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