L'offerta

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Hunter corrugó la fronte.
- Guerra? -
- Sì... degli anni fa...
Non voglio andare nei dettagli, né ricordarmi tutti gli orrori che ho visto... ma sì... è stato angosciante. - Christoffer teneva gli occhi bassi, verso le sue mani che non si stavano un attimo ferme. Era così teso che pareva un pezzo di legno.
- Sappi che le vere bestie siamo noi, non loro. - mormorò l'uomo con una voce profonda e piena di dolore e angoscia.
Hunter non conosceva il concetto di "guerra" o di "dolore" come lo provava l'umano, lei non li aveva mai provati sulla propria pelle. E non comprendeva perché Christoffer ne fosse così sensibile.
" Gli umani sono davvero fragili... eppure lei non lo era. " ripensò alla sua "mamma": lei era forte, era dolce e sempre allegra. Non le aveva di certo insegnato cosa fossero il dolore e la guerra.
- Almeno abbiamo un perché. - " Credo... " aggiunse in mente la donna.
L'uomo la guardò con un pizzico di delusione, ora era lui a non capire la completa assenza di tatto della donna.
Quest'ultima prese il suo mantello e il suo zaino.
- Ti ringrazio dell'aiuto... - Hunter si voltò verso Christoffer prima di uscirsene dalla camera. Teneva la mano poggiata sulla pistola.
- Ti voglio fare una proposta: vieni a lavorare con me alla Fondazione. - tenendo la sua classica espressione aspra e dura, strinse la presa attorno all'arma.
- Oppure muori qui, in casa tua. -.
Christoffer balzò in piedi, preso da una scossa di collera.
- Aspetta un momento: io ti ospito a casa mia, ti curo e ti salvo il culo DUE VOLTE... tu ora mi vuoi AMMAZZARE?! - il sangue gli ribolliva nelle vene e perciò la faccia gli si coloró di rosso paonazzo.
Tanto forte e grosso che creava una forza gravitazionale attorno a sé, ma Hunter lo avrebbe potuto affrontare. Ne era certa.
- Ti ho dato una scelta: con me o contro di me? - la donna, però, fece un qualcosa di inaspettato: non sfilò la pistola dalla cinta, bensì offrì la mano a Christoffer, senza altri segni di incoraggiamento.
L'uomo serrava le mascelle, cupo in viso e con gli occhi grigi che nascondevano tempeste mai viste.
Ma si soffermò a pensare.
- ... a parte la vita, cos'altro ci guadagnerei? -
- La vita non ti basta? - lo rispose secca. Lo sguardo superbo, dall'aria di chi ha il potere di mandare un anima in paradiso o all'inferno, lo spogliavano di ogni forza di volontà. Si sentiva perforare da quegli occhi tanto paurosi quanto severamente sereni.
Infine l'uomo si rassegnó.
- Accetto la sua offerta, Hunter. - le prese la mano.
- Sei un uomo ragionevole e intelligente, Christoffer. - la donna gliela strinse con un sorrisetto fiero.
Passarono delle ore: Hunter aveva chiamato il quartier generale della Fondazione e aveva informato i suoi della nuova recluta. Nessuno obiettó nulla, fu libera di fare tutto ciò che voleva con l'umano a patto che non interferisse negativamente nelle missioni.
Christoffer non aveva granché da lasciarsi dietro. Da poco aveva finito i soldi che si era messo da parte durante gli anni, non aveva famiglia a cui chiedere aiuto né tanto meno amici, vivendo da eremita in quella casa tanto lontana dal resto della società.
Prese un grosso zaino e ci mise dentro dei panni comodi, qualcosa da mangiare, un fagotto che nascose per bene in una delle grandi tasche dello zaino e una piccola coperta di lana azzurra.
Quando Hunter la notò, lo guardò incuriosita.
- È di quand'ero bambino: me la fece mia madre per non farmi piangere la notte e avere qualcosa da stringere. È giusto un ricordo che voglio tenere con me... - le raccontò con nostalgia.
- Oh... - la donna aveva ricordato un suo pezzo d'infanzia, ma subito svanì dalla sua mente.
Christoffer si mise lo zaino in spalla, coprendosi prima con un giubbotto leggero.
Hunter gli diede la revolver che aveva gettato a terra.
- Ti servirà di sicuro: tienitela stretta quanto la tua vita. - l'uomo la ringraziò e andò a prendere, da un qualche mobile chiuso a chiave in soggiorno, le altre munizioni, la caricó e se la mise nella tasca anteriore dei pantaloni. Prese anche i suoi ultimi soldi.
- Sono pronto per andare. -
- Bene. Ci aspetta un percorso arduo e pericoloso... sappi che dovrai mettere le tue emozioni da umano da parte. La compassione e la pietà devono scomparire dal tuo vocabolario, ci siamo capiti? - tuonò lei con sicurezza e autorità.
- Sì. - annuì l'altro.
Finestre e porte furono chiuse, persiane abbassate e chiavi di casa ben nascoste.
Entrambi erano pronti a partire.
- D'ora in poi ti chiamerò Helfer. - annunciò Hunter a Christoffer mentre camminavano per raggiungere la città più vicina, dove la Fondazione li avrebbe prelevati.
- " Aiutante "? - era il significato in tedesco.
L'altra annuì con un mormorio di consenso.
- Immagino solo che mi ci dovrò abituare. - commentò l'uomo che avrebbe dimenticato la sua identità e avrebbe abbracciato il nome, il titolo di "Helfer". Sarebbe stato l'aiutante della donna angelo dagli occhi di tempesta.

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