Entrambi lieti di quella splendida giornata, si misero a passeggiare per il parco in cui stavano.
Hunter era sempre alla destra di Helfer, con aspetto sereno ma attento. Quasi scontrava la sua spalla con quella dell'uomo.
Lui non si sapeva spiegare il perché di tutto quell'affetto da parte di una persona che prima sembrava più fredda del ghiaccio. E questo... gli piaceva.
- Hunter... - ruppe il silenzio.
- Mhm mhm? -
- È da tempo che ti aiuto e che lavoro con te... quanto tempo sarà passato, ormai un annetto? Nove, dieci mesi? Durante i quali ti ho parlato di me, ma ora vorrei sapere... - iniziò il suo discorso un po' imbarazzato.
L'albina lo guardò incuriosita e dubbiosa.
- ... di te. Insomma, chi sei oltre alla " grande Cacciatrice di bestie". Sono curioso! - ridacchiò per accentuare quel suo scherzare e voglia di esser allegro una volta tanto.
Hunter non si aspettava una domanda del genere. Perché gli umani erano sempre interessati al passato? Non gli bastava vivere nel presente?
Aveva ancora così tanto da imparare da quelle creature così simili quanto diverse da lei.
Per come la mangiava cogli occhi, Helfer assomigliava ad un bambino quando aspetta la favola della buonanotte.
La donna sospirò, segretamente divertita dalla voglia di sapere del collega.
- Se proprio insisti...
Ricordo di esser sempre stata con la Fondazione, ma prima mi allenavo con dei fantocci, così che potessi diventare forte.
Nessuno mi ha mai detto da chi fossi nata o se fossi semplicemente comparsa, ecco.
Ricordo di esser sempre stata di questa statura, con questo corpo, con questa forza... non sono mai cambiata nel corso degli anni. Solo la mia sapienza è cresciuta.
È strano non essere come voi: ogni giorno mi trovo ad imparare una cosa nuova come fanno i bambini.
Comunque sia, ho lavorato per salvaguardare il mondo per cinque anni fino a oggi. - gli raccontò via facendo, calciando di tanto in tanto qualche sassolino e mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni mimetici.
- Quindi... sei davvero un angelo? - i due si fermarono a guardarsi.
Hunter rimase per qualche istante incantata dal suono di quella parola. Angelo, angel, engel.
- Mamma mi chiamava così per non chiamarmi SCP-01. - gli confidò in un filo di voce dal suono ultraterreno.
Helfer non poteva far a meno di perdersi negli occhi tempestosi dell'angelo, senza età e senza limiti. Pericolosi e violenti come le peggiori delle tormente, ma che potevano essere calmi e distanti come nuvoloni di pioggia in estate.
- Sì, credo di essere un angelo. - dichiarò infine la donna con un sorriso sincero sulle labbra.
Helfer incrociò le braccia al petto, chiudendo gli occhi e accennando un sorrisetto di complicità. Si sentiva in dovere di difendere a tutti i costi quella creatura dalla potenza divina.
Ma il momento piacevole fu distrutto da delle grida. Grida di terrore.
I due si allarmarono immediatamente. Hunter si guardò intorno, cercando di rintracciare le urla disumane.
Un ultimo grido stridulo li scosse dalla testa ai piedi. Presero a correre a perdi fiato verso la fonte, badando bene a cosa li circondasse.
Eppure Hunter non riusciva a sentire l'odore di alcuna bestia. Un altro attacco dei proxy? Poteva essere.
Le grida provenivano da un vicolo fuori il parco. La maggior parte della gente correva via appena si affacciava a vedere cosa stesse succedendo, altre chiamavano la polizia e altre ancora provavano ad intervenire, ma subito fuggivano.
Entrambi corsero nel vincolo cieco, con la gente spaventata alle loro spalle.
Una creatura bianca stava divorando un umano. Era enorme, alta almeno 5 metri o forse più, senza pelle e senza carne.
- Un... Gashadokuro... - sibiló Hunter, estraendo dal fodero la sua amata pistola.
Anche il collega prese in mano le sue pistole, osservando con confusione la creatura.
- Ma non fa parte della cultura giapponese? - le domandò stranito.
La donna gli diede un punto in favore di cultura generale.
- Un Gashadokuro: uno scheletro che può arrivare a 15 metri d'altezza, composto dalle ossa delle persone morte di fame e ai nutre di esseri umani... - il suono delle carni stracciate dalle ossa dava il volta stomaco.
Helfer non esitò un momento che sparò al teschio del colossale scheletro. Quest'ultimo si girò, con le mandibole e i denti sporchi di sangue.
- Non l'ho neanche scalfito... - si impressionó.
Hunter strinse i denti. Ora la bestia stava rivelando il suo odore... ma era unito a quello di un'altra bestia. E forse sapeva anche quale.
- Questo qui è speciale... sarà difficile metterlo al tappeto. - commentò lei.
Un'idea le illuminó la mente.
- Dobbiamo portarlo in un luogo isolato. Ho un'idea. - gli comunicò con un luccichio di furbizia negli occhi.
- Klar! - era adorabile quando parlava in tedesco.
Hunter sparò contro il mostro d'ossa, seguita dall'aiutante, indietreggiando e standosi attenta a non ferire i civili. La creatura li seguiva con la voglia di divorare le loro carni ed ossa.
- HEY! COSO BRUTTO! È TEMPO DI RITORNARE NELLA TOMBA! - lo attirava Helfer con ironia, divertendosi per bloccare la paura d'una bestia grande quando una villa.
- Andiamo fuori città: li lo legheremo e lo distruggeremo.- spiegò lei, continuando ad attirare lo scheletro con dei colpi.
- Hai delle corde con te? - le domandò mentre dalla tasca tirò fuori una granata e la gettò contro il Gashadokuro, più precisamente nella cavità oculare sinistra.
La donna gli gridò di sì.
- Attenta al botto, Hunter! - la avvisó il collega. In tre secondi, l'ordigno esplose.
Un suono straziante di ossa risuonava per tutta la zona e questo si unì alle urla immonde della creatura. Portò le mani all'occhio, non controllando il resto del corpo.
Chinó il teschio lasciando scoperte la vertebra atlante e quelle sotto.
- Tirami il lazzo, adesso! - Helfer balzó con l'agilità d'un gatto sulla schiena del mostro e si mise a cavalcioni sulle vertebre cervicali, montando su un toro di ossa alto cinque metri.
Hunter, anche se non convinta del piano, lanciò al collega la corda che aveva dietro la cinta.
Egli la prese al volo e, con forza e fatica, rischiando di cadere più volte, riuscì a cingere il collo della creatura.
- Addio, bestia! - si mise in piedi sulle vertebre e con dei fortissimi strattoni, riuscì a staccare la testa della bestia dal resto del corpo.
Questa cadde sulle ginocchia e poi si schiantò al suolo, spaccando il cemento sottostante.
Ci fu un attimo di silenzio.
E poi la gente acclamò i loro eroi.
Anche se erano poche persone, erano in festa e facevano lo stesso baccano d'uno stadio durante i mondiali.
Presero Helfer sulle spalle come una star famosissima, ringraziandolo per il suo atto di coraggio. Presero anche Hunter, ringraziandolo con tutto il cuore.
Hunter ne era in cuor suo agitata da tutta quell'attenzione e benevolenza che non se ne riusciva a capacitare.
Helfer si fece riappoggiare coi piedi per terra.
- Gente, è nostro dovere difendersi da queste bestie - a gran voce l'uomo parlava alla massa, indicando con un gesto le ossa del mostro.
- ma voi dovete giurare di non rivelare a nessuno ciò che è successo qui. O ne pagherete le conseguenze. - li ammonì.
La gente annuì e concordò, anche se un po' intimorita dal finale.
- Grazie della vostra collaborazione e abbiate una buona giornata. - finì Helfer, il Mister Diplomazia.
Le persone si allontanarono velocemente, lasciandoli soli con il Gashadokuro.
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For Justice
ActionIl mondo ormai è caduto in un oblio oscuro. Creature immonde lo distruggono, uccidendo ogni giorno migliaia di umani. Ma non tutto è perduto. Un angelo è sceso dai Cieli per salvare l'umanità da queste "bestie". Lei e la sua pistola sconfiggeranno...