Il sogno

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Correva tra le foglie e i rami. Una creatura uscita dal peggiore degl'incubi lo stava inseguendo.
Aveva già preso suo fratello minore, non voleva morire anche lui. L'aveva trascinato chissà dove.
Piangeva e gridava chiedendo aiuto, ma nessuno lo avrebbe mai sentito nel cuore della foresta. Cadde su un mucchio di rami. Si ritrovò con le spalle al suolo.
Sporco di fango e dai vestiti stracciati, ansimava nel vedere l'alta figura torreggiare su di lui.
Un'altissima creatura vestita elegantemente, dalla pelle bianca come la Luna, dagli arti smisuratamente lunghi e senza viso lo fissava dall'alto.
Il sangue di suo fratello era ancora presente sul suo volto inespressivo.
Ogni terrore e istinto più primitivo si risvegliava nel cuore del piccolo bambino.
- MOSTRO! ALLONTANATI DA ME! - piangeva in tedesco il povero pargolo. Teneva stretto al petto una copertina azzurra, un tempo appartenuta a suo fratello.
Stavano solo giocando ad acchiapparella. Perché quel mostro aveva interrotto la loro serenità? Perché aveva infranto per sempre la loro innocenza?
La creatura inclinó la testa. Gli porse la sua lunga e ossuta mano.
- Vieni...con...me... - parve sussurrare da chissà quale bocca.
Si guardavano.
Il tempo era come congelato.
L'uomo non umano abbassò la schiena così che le loro facce fossero alla stessa altezza.
- Vieni...con...me... Christoffer... -.
Sui vestiti del bambino colarono delle gocce di sangue del fratello.
Era tutto più buio. Tutto più spaventoso.
- RIFARMI MIO FRATELLO, MOSTRO! - gridò in preda alla rabbia il bambino.
Ma la creatura ruggí con tutta la sua potenza. Lo afferrò per la gola e...
- AAH! - esclamò terrorizzato. Si svegliò di soprassalto, zuppo di sudore e col cuore a mille.
"Vieni con me..." questa frase gli risuonava nella mente come una fastidiosa cantilena.
Respirava a fatica con una mano sul petto.
- Es war nur ein traum, Christoffer... - mormorò a se stesso.
" Era solo un sogno... ".
Hunter era al suo fianco, massaggiandogli con una mano la schiena, cercando di confortarlo.
- Cos'è successo? - domandò con delicatezza.
- L'ho sognato... voleva che venissi con lui...
Aveva preso mio fratello... e dopo voleva me. - faticò a raccontare.
Da bambino, incontrò l'Uomo Alto nella foresta. Il fratello, per salvarlo, aveva distratto la creatura mentre lui scappava via.
L'uomo ne era rimasto così sconvolto che quando uscì dalla foresta e ritornò dai genitori, non parlò per settimane. Mentre del fratello... tutti se ne dimenticarono.
Tranne lui. Ma solo per qualche anno. Crescendo, poi, anche a lui fu strappato via il ricordo del fratello che diede la vita per salvarlo.
Fu questo che lo spinse, inconsciamente, a voler fare il soldato: per proteggere la sua patria e aiutare chi ne aveva bisogno.
Egli si tirò a sedere.
- Da bambino lo incontrai... ecco perché avevo così paura.
Quel mostro si portò via mio fratello, capisci? - gli occhi erano carichi di tristezza ed erano lucidi.
Hunter lo abbracció. Fu del tutto inaspettato tale dimostrazione d'affetto.
- Tu non sarai mai suo, chiaro?! Sei forte! Non ti farai ammazzare da quella bestia! NON LO PERMETTERÓ! - gridò determinata, scuotendolo per le spalle.
- Hunter... -
- Sta cercando di farti suo... per favore, sii forte. Non stare al suo gioco, va bene? Me lo prometti? -.
Mai l'aveva sentita parlare con così tanta.. .umanità.
Egli sospirò e portò la mano sulla testa della collega.
- Te lo prometto. - le rivolse un mezzo sorriso. Era lieto di averla al suo fianco.
Anche Hunter gli regalò un sorriso.
- Su, ti avevo promesso una giornata di pausa, giusto? - la donnai alzò dalla panchina, sistemandosi i pantaloni.
- Bhe, allora andiamo. - gli porse la mano, sfoggiando un'incantevole sorriso.
Anche lui sorrise e la prese, alzandosi.
- Cacciatori alla riscossa! -.

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