Hunter stava correndo via. Era stata individuata dai nemici e ora la volevano uccidere.
- HELFER! IL DIVERSIVO! - aizzò la donna tenendosi stretta al petto dei fascicoli. La fronte era imperlata dal sudore.
L'uomo, avvolto in un mantello d'argento come il suo capo, gettò per terra un oggetto dalla forma d'un bottone: esso emise dei "bip" sempre più veloci per poi "boom", esplodere in fumo nerastro come le ciminiere della Londra ottocentesca.
Gli agenti armati fino ai denti si arrestarono tossendo, ma solo per una manciata di secondi. A quanto pareva, i loro caschi incorporavano anche delle maschere antigas.
Entrambi imprecarono all'unisono.
I due intrusi erano in una base top secret, con l'accesso vietato alla SCP. Si erano infiltrati per prendere delle informazioni speciali di estremo aiuto alla Fondazione.
Ma non potevano farsi riconoscere o i loro superiori e tutte le persone che lavoravano per la SCP Foundation sarebbero stati in grave pericolo... forse anche di vita.
Gli agenti in blu e nero li accerchiarono a mezza luna contro una parete.
" Spalle al muro... " pensò Hunter.
" Mai mi spiegherò l'utilità dei vicoli ciechi. " commentò ironico invece Helfer.
Avevano le canne delle armi da fuoco puntati su di loro. Una sola mossa azzardata e il muro alle loro spalle si sarebbe imbrattato di rosso.
Il duo teneva ben salde le loro mani alle loro pistole.
- Lasciateci andare e nessuno si farà male. - intimò lei freddamente, mantenendo la mano amata parallela al suo corpo. Il mantello lasciava vedere solo dei ciuffi albini da sotto il cappuccio.
- Gettate le armi a terra! - urlò uno dei poliziotti. Gli altri suoi colleghi li incitarono con dei cenni con le armi.
Helfer sospirò, scuotendo la testa con disappunto.
- Che facciamo? - domandò, doppiando la voce. Sperava che sentendolo così minaccioso, approfittando anche della corporatura da montagna, i poliziotti perdessero sicurezza.
E un po' era davvero così. In realtà non riusciva a chiarire o con precisione dato che gli agenti anche nascondevano la propria identità.
- Mhm... - l'angelo, così appariva agli occhi dell'uomo, si lisciò il mento con fare pensieroso. L'altro continuava a stare sulla difensiva.
Gli agenti si stavano scaldando.
- Gettate le armi! È un ordine! -
- Ecco. - sogghignò lei.
Lanciò, in un millesimo di secondo, delle minuscole lame, sporche di sonnifero, al collo dei nemici, abbandonando per terra la pistola.
Tutti e cinque, nel giro di cinque secondi, caddero a terra addormentati.
- Non li hai uccisi, vero? - chiese Helfer, rimettendo apposto le pistole. Prima che Hunter potesse far qualcosa, la inchiodó per terra per controllare se si fosse fatta male.
- No, sono vivi. Li ho solo addormentati. - confermò ella, liquidando quei gesti d'affetto e rimettendo a posto la pistola. Dalla tasca dei pantaloni tirò fuori una grossa chiavetta USB con i file: lo scopo principale della loro missione.
- Come puoi vedere, abbiamo i file. La missione è stata completata. -
- Ja... ora andiamo prima che arrivino altre squadre. - e così i due se ne andarono in gran silenzio, ma sempre a gambe levate, tornando a una delle strutture della Fondazione.
Settimane dopo, il duo passeggiava, sta volta, per un sentiero dell'Inghilterra.
Non portavano mantelli.
I loro capelli volavano al vento, così come i loro mantelli.
Il Sole si nascondeva dietro le nuvolette chiare e leggere.
- Hunter, qual'è la prossima missione? - domandò l'uomo, senza guardarla. Lo sguardo carico di pensieri osservava la strada davanti a sé.
- Il prossimo bersaglio è una creatura chiamata dalla Fondazione "Laughing Jack". Immagino sia perché assomiglia al pagliaccio del giocattolo Jack-in-the-Box. - la donna indicò col pollice lo zaino tenuto sotto il mantello.
- Dicono che sia un forte avversario, ma questo è tutto da vedere. - commentò con un pizzico di altezzosità, onnipresente nelle sue parole.
Ella si fermò per prendere dallo zaino l'identikit della bestia. Quando lo trovò, lo passò in mano all'aiutante.
Quest'ultimo lo lesse con estrema attenzione, guizzando gli occhi da un angolo all'altro del foglio.
- Invece sarà difficile ammazzarlo... a quanto pare è dotato di arti magiche. - lo ridiede all'albina, sbuffando per il fastidio: odiava i clown e tutto ciò che glieli ricordava.
- Sei un gran pessimista, sai? -
- Sei una gran ottimista, sai? - le rispose di rimando.
Sorrise beffarda.
- Sono contenta di averti preso come aiutante. - gli diede una leggera gomitata amichevole, anche se era al fianco più che al braccio.
- Non a caso mi chiamo "Helfer". - fece un piccolo inchino.
Hunter e Helfer andavano molto d'accordo, nessuno dei due se lo aspettava. L'uomo, pur custodendo la memoria del suo passato, era felice di potersi presentare al mondo come tutt'altra persona.
Almeno ora non uccideva persone che provavano amore e gioia, che avevano una famiglia che li aspettava: adesso uccideva bestie che attentavano alla vita di tutte le persone, buone o cattive che erano.
Helfer sprofondò nei suoi pensieri: aveva le mani sporche di morte e nessuno gliele avrebbe lavate mai. Eppure erano macchiate dal sangue di persone che apsiravano al mondo perfetto in modo malsano, tentando di schiacciare coloro che la pensavano diversamente.
Questo era il suo grande dilemma: fu giusto ammazzare quei terroristi dalle menti offuscate da un'utopia, togliendo la vita anche a civili innocenti, o sarebbe stato meglio lasciare il lavoro sporco ad altri erano salvarsi la psiche?
- Helfer! - il richiamo tuonante della donna lo riportò alla realtà.
L'uomo borbottò delle scuse.
- Hai fame? -
- No. - rispose secco, incrociando le braccia.
- Ti ricordo che sei un umano e ti devi nutrire. - lo rimproveró, prendendo dalla borsa un panino. Glielo porse.
- Mangialo. -
Egli scosse la testa.
- Non disobbedire ad un tuo superiore. Avanti, Helfer. - usò questa scusa per convincerlo.
Era stranamente divertente che una alta quanto uno scivolò per bambini piccoli quasi comandasse a bacchetta uno che era probabilmente capace di prendere un'auto sulle spalle.
Helfer lo afferrò e ci diede qualche morso, mandando ad Hunter un occhiata per dire " Ecco, contenta? ".
- Bene. - accennò per un secondo un sorrisetto contento.
Pian piano, sentiva che si stava finalmente colmando quel vuoto che aveva dentro di sé.

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For Justice
ActionIl mondo ormai è caduto in un oblio oscuro. Creature immonde lo distruggono, uccidendo ogni giorno migliaia di umani. Ma non tutto è perduto. Un angelo è sceso dai Cieli per salvare l'umanità da queste "bestie". Lei e la sua pistola sconfiggeranno...