storie parallele: Alexandra

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Stavo camminando a passo veloce per le strade della cittá, oramai si stava facendo buio.
Mentre camminavo lungo una strada secondaria, vidi uscire da un vicolo tre ragazzi.
La prima, era una ragazza dai capelli rossi che aveva uń aria pensierosa, ľ altro era un ragazzo, aveva uń espressione sconvolta e terrorizzata dipinta in volto.
Ľ ultima, era uń altra ragazza, molto bassa con I capelli lilla e....e...ERA COPERTA DI SANGUE!! Aveva un sorrisetto contento sul viso e agitava la sua coda da gatta.
Io mi fermai a fissare la ragazza con le orecchie da gatto.
Dovevano essere delľ Accademia, li riconobbi dalle divise.
La ragazza dai capelli rossi mi si avvicinó:«Fai attenzione tornando a casa» io la guardai:«O-ok...» balbettai.
Lei mi sorrise e mi fece un cenno di saluto, poi si voltò e scomparve nel buio della notte, assieme agli altri due ragazzi.

Il cielo inizió ad annuvolarsi, la luna scomparve dietro un enorme nuvolone nero.
Cominció a piovere.
Io corsi il piú velocemente possibile sotto la pensilina di un bus.
Mi sedetti sulla panchina, e iniziai ad aspettare che finisse di piovere.
Sospirai.
Inizió a tuonare.
Fantastico, mi ero beccata un temporale in piena regola.
CRACKLE!!! Sobbalzai, io avevo paura del temporale.
Si alzó un vento tremendo.
Rabbrividii.
«hei...» sentii dire da una voce a me sconosciuta, mi girai di scatto e vidi che seduto accanto a me vi era un ragazzo molto alto, dai capelli corti e bianchi con due occhi color blu intenso da far gelare il sangue.
Rimasi a fissarlo con I miei occhi color verde acqua che lo scrutavano, e I miei lunghi capelli castani che ondeggiavano a causa del vento.
Ma da quanto tempo era lî? Manco me ń ero accorta.
«Che ci fai qui di sera? Una ragazza come te dovrebbe essere a casa da un pezzo» mi disse.
«V-veramente io...tornavo dal corso di arte e...si é messo a piovere...» risposi io timidamente.
«Capisco...» sospiró lui passandosi una mano fra I capelli bianchi leggermente bagnati.
Si tolse la felpa bianca e me la porse «copriti altrimenti ti ammalerai». Io lo guardai stranita.
«eddai non ho tutto il giorno...» disse scocciato.
«Ehm.....sisi scusi» risposi scattando in piedi, mentre mi infilavo la felpa.
Poi, fece una cosa strana.
Mi prese in braccio, io arrossii e gridai:«m-ma che???».
Lui mi guardó con I suoi occhi di ghiaccio:«Mi pare evidente che ti stó dando un passaggio...tieniti forte» ci alzammo da terra e iniziammo a volare.
Io li diedi le indicazioni per portarmi a casa.
Lui era completamente fradicio, si era preso tutta la pioggia, e aveva cercato di proteggermi dalľ acqua.
Ma perché?

Arrivati sotto casa mia, lo ringraziai tantissimo e mi scusai con lui per averlo disturbato.
Feci per togliermi la sua felpa, gliela porsi, ma lui non ć era piú.
Mi guardai attorno, si era volatilizzato.
Ma che era successo?

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